Ma credete che si possa essere più autoritari di chi non tollera critiche? Recentemente ho inviato, come ad altri, anche ad Armando ,Borghi, copia della mia risposta ad Italo Garinei ("Seme Anarchico"), autorizzandolo a trattarne su U.N. Ma costui, anche se chiamato personalmente in causa, preferisce far finta di niente. Tanto, l'importante per costui è, "emei,gere e restare a galla". A tale scopo ogni mezzo è buono. La pubblica diffida serve bene, ma l'accettazione di una discussione scritta (dove non possa fare giostra oratoria) è compromettente. Ma il povero Borghi non ha tutta la colpa, ed io stragiuro su la mia coscienza che non gli voglio il benchè minimo male, ma grande è la colpa di coloro che lo circondano, lo incoraggiano e gliele danno tutte buone. Le ipocrite adulazioni hanno nuociuto ad un'evidente intelligenza. Voi gli avete fatto e continuate a fare del male, e lo f;ate a voi stessi e alle sorti del movimento. Il vostr-0 criptoautoritarismo diventa autolesionismo quando colpisce il corpo vivente del movimento, come nel caso della scomunica in causa. Ma l'anarchismo tradizionale non può dare quello che non ha. Sarebbe "eccellente" nel campo educazionistico, dive11ta grottesco nei cimenti della vita politica e quindi nell'organizzazione militare, che è.un fatto politico, presupponendo una carica di forza, di responsabilità e di reciproca limitazione - ovvero di autorità <politica. Se Malatesta fosse sopravvissuto a tutt'oggi, vi avrebbe cacciato a pedate dal seno della sua creatura ("Umanità Nova"). Quello si, era anzitutto un UOMO nel senso morale della parola. Ma voi vi fate scudo del di lui nome per condurre la vostra individuale battaglia di piccoli duci e di piccoli servi contenti. Ma con quale diritto intendete tacitare dei dissidenti, quando non siete capaci di prendere la penna e confutare chi sa ciò che vi dice? Avete sbagliato. L'anarchismo non comincia dalla propria libertà, ma dal rispetto della libertà altrui. Voi alimentate il circolo vizioso del risentimento e del ripicco. Proprio voi, che volete essere, e di fatto siete, i custodi ufficiali dell'anarchismo, dovevate fare di ogni vostro intervento "pubblico" un'opera di chiarificazione e un atto di edificazione. E invece? Invece. il solo discutere il vostro operato è un fatto che vi fa andare su tutte le furie. Non ci sono diffamatori per me, ma compagni con cui chiarire o oollaborare. Voi le occasioni le <perdete tutte, sistematimente, per costume. Le occasioni, intendo, di superare le distanze che separano compagni da compagni, gruppi da gruppi, e che sono fatte spesso di sole parole, di sfumature, di esperienze ad umori diversi. Ed allora non sorprendetevi della mia prosa. Questo, poi, è poco più di niente rispetto a quella - assai voluminosa - che verrà. Voi potrete dire quel che vorrete, ma io esigerò fatti, prove e dimostrazioni logiche. Io non adopero con voi il metro che voi adoperate con gli altri. Io credo nella buonafede che vi anima, cioè credo che siete animati anche da!Ja buonafede; ma per questo vi esorto: imparate una buona volta a rispettare la buonafede degli altri. Palermo, 12 marzo 1963 Via. Isidoro La lumia, 64 C. R. VIOLA NOTA-Quale indicato dalla data che porta, lo scritto su riprodotto è pervenuto a noi un anno dopo la sua stesura. Ciò nonostante, non perde affatto di freschezza e di fattualità. Anzi. .. La "circolare" fu pubblicata dal Bollettino "La Voce" (aprile 1963, e, se lo è stato da qualcuna delle maggiori pubblicazioni ufficiali faiste e affini, o se è stata presa in considerazione e vagliata dalla Commissione (allargata) della F.1W, a noi non risulta. Quel che risulta invece, è soltanto il fatto che il chiacchierio diffamatorio nato dai maggiorenti della FAI, - incapaci a fronteggiare le giuste critiche loro mosse da compagni e gruppi di compagni, - durante il passato anno è aumentato in densità, e tutt'ora continua, più di prima violento, alimentato dal soffio dei vari commessi viaggiatori, - (siano essi ministri, segretari o sottosegretari, oppure semplici banditori al servizio dei ministeri per gli affari esteri e interni del piccolo Stato Faista. A noi avrebbe fatto piacere conoscere il contenuto della Circolare n. 1 del compagno Viola, e anche "l'assai voluminoso" mate• riale promesso a seguito della seconda cir• colare. Comunque, l'omertà mafiosa di Armando Borghi e dei suoi umili obbedienti servi, è continuata e continua. E forse hanno ragione. Se, soltanto trincerandosi nell'assoluto silenzio, essi trovan modo di nascondere le loro veiigogne: di aver ridotto il movimento anarohico in una chiesuola conformistica; di averlo accodato ad iniziative susservienti alla politica bolscevica; di aver voltato le spalle ai compagni cubani per servire il castroismo; per aver emesso bandi e scomuniche contro i compagni che hanno insistito a di(endere le basiche tradizioni dell'anarchismo. Si potrebbe aggiungere altro, ma quanto sopra basta. Sono tanti rospi infissi nella gola dei man;polatori della FAI. Per digerirli occorrerebbe coraggio e onestà. Il coraggio di discutere, e l'onestà di provare o smentire le insinuazioni libellistiche da essi artatamente messe in giro. Le belle esortazioni del compagno Viola a nulla son valse. Neppure son serviti fatti e argomenti esposti dai diffamati. Nulla sembra richiamare alla convivenza civile la coorte borghiana. Il silenzio è l'ultimo argomento di chi manca di argomenti validi. In considerazione della poca diffusione avuta a suo tempo e per la freschezza che conserva, riproduciamo lo scritto in queste pagine. h. r. 18 CONTROCORRENTE - Aprile 1964
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