Controcorrente - anno XX - n. 41 - mar.-apr. 1964

ài Masettl è ormaì su tutte le bocche. I giornali ne parlano. I comizi seguono i comizi. Masetti può cominciare a sperare di ritornare libero, un giorno non lontano. Le autorità dimostrano di essere preoccupate. Da Reggio Emilia Masetti è mandato a Montelupo Fiorentino, vero reclusorio. Il successo dell'agitazione per Masetti e la nostra continua denunzia dell'esercito e dei suoi gallonati fannulloni - sostenitori fedeli della monarchia savoiarda - ci fanno il bersaglio della legge. I processi per vilipendio alla monarchia e all'esercito fioccano. Le sentenze anche. Le autorità sono determinate a strozzare "Il Rompete le File". Cito un episodio che prova come fosse deliberata quella determinazione. In 'Occasione del Bicentenario della Monarchia dedichiamo un numero speciale del giornale a quella commemorazione. Gli articoli contenuti in quel nwnero furono tutti incriminati. Avevamo riprodotto scritti e pensieri di Cavallotti, Barsanti, Carducci, Oberdan - tutti morti, ma eloquenti abbastanza per le autorità, da essere incriminati. Era la persecuzione fino all'assurdo! Verso la fine del 1913 "L'Avanti!" pubblicò la notizia che un tentativo di trafugare Masetti era stato fatto. Si faceva il mio nome. Ero stato a Montelupo Fiorentino di recente e avevo •avuto abboccamenti con i compagni del luogo. Mi ero trattenuto -per qualche giorno. Avevo cercato di vedere Masetti per intervistarlo. Il permesso mi fu negato. Questo incidente diede luogo alla speculazione del corrispondente de "L'Avanti!" citata più sopra. Comunque, in seguito a questo incidente, Masetti fu nu-ovamente traslocato. Questa volta fu mandato ad Imola. Intanto la mia posizione si era resa difficile. Ero già stato condannato diverse volte. I processi si susseguivano con rapidità insolita. Pendevano in Oassazione diversi appelli per la disposizione finale di quel tribunale. Adelmo Nicolai, Nino Scota, Alberto Calda, Demos Altobelli - gli avvocati che mi avev>ano difeso nei diversi processi, mi consigliavano di tenermi pronto a fare le valigie, se non volevo finire in galera. Ogni giorno sarebbe stato 1buono per il rigetto di un appello della Cassazione. Con tutti i -processi e le sentenze in appello, il dilemma era chiaro: o andare in galera, o trov>are un rifugio per continuare la battaglia iniziata. Dall'America i compagni avevano manifestato il desiderio di avermi. Il middle-west aveva bisogno di un giornale di propaganda. Accettai senza esitare. Mi si offriva l'opportunità di continuare l'opera di seminagione contro lo esercì to, per l'abolizione della guerra, per la pace e l'affratellamento dei popoli, per la libera2lione dell'uomo dallo sfruttamento e dall'autorità, mi si offriva l'opportunità di continuare la guerra sociale. Insomma, preferii non andare in galera ... 4. Aggiunta: Passarono degli anni. L'agitazione cominciata da "Il Rompete le File", immediatamente dopo l'attentato Maseltì, continuò. L'ingiustizia della cattura di un uomo, detenuto illegalmente in un manicomio, pur sapendo che quest'uomo era sano di mente e di cuore, appassionava il proletariato italiano. L'agitJazione non fu vana. Il 14 Settembre 1919, Masetti fu restituito alla famiglia e alla libertà, da TACCUINO ROSSO (Lettera ad Alba Genisio) a. !. POSTILLA-Rovistando fra vecchia corrispondenza, abbiamo trovato copia di una ~ettc.ra non priva dl interesse. E' una lettera scritta. mezzo secolo fa. In essa si rievoca.no attivJta' di propaganda che 1 vecchi hanno dimenticato e i giovani Ignorano. La pubblichiamo per piu' raglont - la prima per ricordare episodi lontani di una certa importanza - l'altra per correggere errori di certi "storici" da strapazzo che per ragioni tncomprensibilt hanno Ignorato gU episodi di cui si pa.rla nella lettera, e che hanno avuto la 1 1oro impo-rtanza.. E' giusto che cerU eventi debbano essere ricordati nel calenda,rio di cui si servono cronisti diligenti cd accurati. • 49 - S. E. Sullo a Boston Cara Controcorrente, E' evidente che !'on. Sullo, ex Ministro in ozio, è un altro scaracchio dei tanti dicasteri papalini della repubblica. Ha creduto di trovare in America dei cafoni. Rappresentanti boriosi del governo in semibancarotta dovrebbero almeno avere un po' di creanza. Voglio -precisare. Il Ministro Sullo fu invitato a cena in un restaurant presso Hanover Street da persone delle province di Avellino e Benevento delle quali è deputato al Parlamento. Non fui presente sia perché sono di altra provincia, e sia perché io non lecco i piedi del Ministro, o di qualunque altro rappresentante del governo socialdemocratico, incluso il Console. Ma mi è stato detto che quel piccione imbottito si comportò da rude villico, fuggendo dalla tavola! Ne ho sentito parlare in un negozio di erbaggi da uno che stava comprando la cicoria. Era stlato al ricevimento al Consolato e alla cena, e ne diceva barzellette. Non stare ad ascoltare la cronaca della Gazzetta e le solite fesserie che sono state già dette o saranno dette da Vomito nel giornale di New York. E una lettera del pubblico nella "Gazzetta" - una critica molto mite, come di persona che abbia paura del patrio governo! L'ex ministro scappò come farebbe una cagna. Ma forse questa agiterebbe la coda per dimostrare la soddisfazione per il pezzo- di pane o di carne. Invece lo sfacciato Ministro, "fetoso", scomparve come se qualcuno lo avesse bastonato o minacciato di dargli addosso. Fu detto che aveva un dolore di ventre e perciò non poteva continuare la cena preparatagli dagli avellinesi, beneventani ed altri fessi che si sentirono onorati di essere ammessi alla presenza CONTROCORRENTE - Aprile 1964

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