cernc. Solo persone della temerarietà della Rygier potevano rischiare a discuterlo ed a continuarne l'esaltazione ini:aiata dalla Rygier. Presa la decisione di ripubblicare "Il Rompete le File" io ero determinato a portare il caso Masetti alJ',aperto, a discuterlo, a suscitare interesse nel proletariato italiano, che subiva a denti stretti la guerra. Ero fiducioso che la mia non sarebbe rimasta una voce nel deserto, senza eco. I primi numeri del giornale sono dedicati un gran parte all'esaltazione di Me.ria Rygier e di Augusto Ma.setti. L'ammirazione mia per entrambi non aveva limiti. Superata la prima esitazione, le idee ed i propositi cominciavano a prendere forma più consistente. E' nelle nostre intenzioni di indurre la stampa sovversiva e proletaria di tutta l'Italia a parlare del caso Masetti. Intensifichiamo J',attacco contro il governo di Giolitti, responsabile della guerra. Concentriamo la denunzia contro la macchina militare che ha risolto il caso Masetti col confinarlo in un manicomio criminale. Le nostre chiacchiere rimangono isolate, senza effetto. L'indifferenza non fa che stimolare la nostra determinazione. Il fatto che !'on. Giacomo Ferri, socialista, era andato per ,primo al capezzale del Col. Stroppa per congratularsi con lui dello scampato pericolo, aveva contribuito a fare isolare il caso Masetti nell'ambiente socialista del bolognese. Ma !'on. Ferri non si era fermato li. Più tardi, determinato a squalificare completamente il gesto di Masetti, !'on. Ferri si fece il portavoce di un giudizi·o emesso da una commissione di psichiatri, che dichiaravano di aver trovato Masetti "anormale". Questo fatto motivò molti attacchi che "Ii Rompete le file" fece all'on. Ferri nel corso degli anni, mettendo a nudo la sua perversità e malafede. L'elemento nazionalista sfrutta\"a tutti i rumori per discreditare il gesto dell'anarchico ribelle. Noi avevamo un gran daffare a tener fronte ai gruppi dei calunniatori professionali che facevano sfoggio del patriottismo al cento per cento. Comunque la maldicenza contribuiva a seminare confusione e discredito nelle file proletarie. La confusione era riuscita a giungere anche negli ambienti nostri, ove si era meglio informati e interessati a dar battaglia agli elementi che posavano a vessilliferi del patriottismo. Tanto per 'dimostrare quanto la maldicenza facesse presa anche nelle nostre file, citerò un episodio che sembra quasi incredibile. "Il Libertario" di Spezia, diretto da Pasquale Binazzi, pel suo No. 222, Anno IX, 2 Novembre 1911, quinta colonna di prima pagina, sotto il titolo "GAETANO MASETII NON LO FUCILF.- RETE" aveva stampato scemenze che strappavano gli schiaffi. Eccone i brani più significanti: " ... I soliti eroi da caffè ... invece di pensare che quel fatto (l'attentato di Masetti n.d.r.) poteva essere determinato da circostanze dolorose o anche da improvviso malore da rendere irresponsabile il Masetti del suo operato ... " ... già in fretta si è venuto a sapere che egli è ~tato sempre un buono e onesto lavoratore, che mai ha fatto parlare di se . .. " ... una delle sue sorelle è affetta da gravi crisi isteriche ed è stata per molto tempo ricoverata al manicomio ... " ... Ci troviamo dunque di fronte ad tm caso pietoso, perchè se il Masetlti fosse stato completamente padrone di se, invece di recarsi in caserma, dove l'attendeva una triste sorte, avrebbe disertato" ... Non volendo subito attaccar briga con un giornale che si riteneva anarchico, ignorammo la incredibile azione del Binazzi. Pur non dimenticando, preferiamo concentrare su altri bersagli. Questo ar1ticolo fu l'oggetto di molte conversazioni con Zavattero. Egli mi descrisse l'uomo ,per quello che valeva. Fra loro non c'era troppa armonia. Zavattero riteneva Binarzi un "commerciante". Mi disse che nella tipografia de "Il Libertario" si erano stampati mandati di cattura per ordine della polizia della Spezia. Non mi occupai di lui, nè allora, nè dopo. La prosa scapigliata e sbarazzina del giornale ha del fascino. I giovani ci segguono e si stringono attorno a noi. Vengono inviti per riunioni da ogni dove. Il mo.mento è propizio per intensificare la propaganda contro la guerra e il militarismo. 2. Questo è il periodo in cui lavoro con Zavattero. Zavattero è determinato a far di me un propagandista. Mi esorta ad accettare gli inviti per riunioni che vi sono in diverse parti della Romagn·a. Si è attivi alla riorganizzazione della tipografia, alla pubblicazione de "L' A1gitatore", che ha ripreso le pubblicazioni settimanali, e alla stampa di opuscoli in connessione con il progetto della Scuola Moderna. Zavattero, che è di una attività fenomenale, risponde agli inviti di gruppi che lo vogliono per conferenze. Salta, senza scomporsi, da Bologna a Milano, a Ferrara, a Verona, a Risa, a Imola, a Ravenna, a Rimini, a Pesaro, a Fano, a Genova, a Torino ... Nel limite delle mie capacità, cerco di imitarlo in diligenza e resistenza. Presenzio a riunioni di giovani anarchici, socialisti, sindacalisti, repubblicani, in tutti i paesi del bolognese e della Romagna. Vado ove sia possibile giungere senza assentarmi troppo dalla tipografia. Riesco a mettere insieme gruppi composti da elementi rappresentanti le diverse correnti sociali a Imola, Zola Predosa, Bazzano, San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Casalecchio e In diversi altri luoghi. La propa,ganda antimilitarista interessa tutti i giovani, non importa quale sia la loro fede politica. Ovunque, trovo entusiasmo e incoraggiamenti. La mia preoccupazione ,principale in queste attività è, quella di suscitare interesse e sollecitare adesioni per un'agitazione a favore di Masetti. L'agitazione per Masetti è in se stessa un mezzo efficace per agitarsi contro il militarismo e la guerra. CONTROCORRENTE- Aprile 1964 11
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