fiducia al governo e sono stati sospesi dalle attività di partito, in violazione della disciplina all'obbedienza maggioritaria. Se avverrà la scissione tanto desiderata dalle destre reazionarie di tutti i partiti ma, almeno verbalmente, sconsigliata da Togliatti, sapremo tra non molto. Intanto il P.S. continuerà a vivere per un pezzo, salvochè non si acconci al destino, - alla maniera che vivono migliaia di coppie italiane: separate, nella stessa casa, ognuno a libertà di ricevere come desidera, in omaggio alla morale cattolica che non permette il divorzio. Non che i socialisti non possano divorziare, cioè, scindersi. Un complesso di ragioni che effettuano le due parti lo sconsigliano. Alla maggioranza (nenniana) non piace vedere la forza numerica del partito assottigliata, sia fuori che dentro il parlamento. Dall'altro canto, la sinistra che minaccia ma non scinde, ha alla sua base una forte corrente che insiste nell'unità del partito. Questo lascia la leadership nella precaria posizione di incorrere il rischio di mettersi fuori del partito non al fianco un numero esiguo di seguaci. La formazione di un terzo partito socialista apparirebbe ridicola e ai fuorusciti toccherebbe fare quello che dicono di non volere, entrare nel partito comunista. * * * E' sintomatico che in opposizione al nuovo esperimento di centro-sinistra siano schierati tutti gli elementi più conservativi e reazionari delle destre politico-economiche; dai fascisti ai monarchici, ai demo-cristiani del trinomio Scelba-Pella-Gonnella, ai liberali di Malagodi, a Randolfo Pacciardi. Come già detto, con trar i all'esperimento sono comunisti e sinistra socialista. Comprensibili gli scrupoli di questi ultimi. La loro opposizione è basata su principi che essi rispettano, mentre l'opposizione comunista ha per base la loro esclusione dal governo. Ci anderebbero anche soltanto in compagnia degli spegnimoccoli demo-cristiani. Intanto si associano all'opposizione e votano insieme a fascisti, monarchici, liberali e Pacciardi. A tutto l'imbroglio è strettamente legata la incerta situazione economica italiana del momento. Trattenersi sul soggetto in questo scritto non è il caso. Dovremmo discutere del perchè e del come della fuga di ingenti capitali italiani all'estero... Il discorso diverrebbe troppo lungo. Potremo riprenderlo altra volta. In compagnia di molti, sono stato un pessimo profeta. La scissione nel Partito Socialista Italiano è ora un fatto. E' nato un nuovo partito socialista che, non si sa in merito a quale logica, si definisce "unitario". Al momento, assai rumore e poco apparente danno. Il nuovo partito, (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria), ha l'aspetto di essere tutta testa. Un corpicino esile e piedi che somigliano ai tacchi spillo delle scarpe per donne, gran numero delle quali, quando camminano, sembrano navigare in un paio di zattere su mare agitato. Ma che testa! Una testa enorme: l'insieme di tutti i luminari della sinistra del partito nenniano. Or tutti sembrano esser felici, ad eccezione del povero Nenni. Yecchietti, Basso, Foà, Pertini ecc ... han salvato il loro onore ed hanno ii loro partito che, dividendo, unisce. Non importa se lo stato maggiore del partito è più numeroso dei seguaci alla base. Più felice di tutti è indubbiamente l'on. Giuseppe Saragat il quale ha ottenuto quello a cui mirava da tempo, il ministero per gli affari esteri, e indubbiamente si aspetta trarre altri vantaggi dalla scissione socialista. Egli è ora il pezzo più importante del governo di centro-sinistra, dopo Aldo Moro, presidente del consiglio. La vecchia e vuota cal'ica della quale Saragat è stato più volte titolare, è andata a Nenni. La qual cosa rende il non più tanto focoso Pietro assai infelice. La carica di "vice primo ministro'' è qualcosa di non troppo dissimile di quella del paggio porta messaggi o degli altri ministri, "senza portafoglio". Sono cariche che gonfiano i cercatori di prestigio e assicurano degli onoral'i che tengono la fame lontano dalla porta di casa. Invero, paragonare il Vice Primo al paggio è ingiusto. Egli ha il privilegio di rimaner seduto in una delle poltrone nel suo ampio ufficio, per ricevere tutto il giorno i questuanti di favori ed altri sfaccendati. Si fanno una infinità di speculazioni su la possibile durata del governo di vero centro-sinistra. Speculazione delle speculazioni è quella che riguarda il finanziamento del nuovo partito. "L'Espresso" del 19 gennaio così chiuse il suo commento in soggetto: "Si è parlato molto su le fonti del finaziamento del nuovo PSIUP, e sono circolate voci contraddLttorie, e tutto sommato anche la meno assurda fra quante se ne sono udite in questi giorni, è quella che parla d"un finanziamento diretto da parte del partito comunista sovietico. E' indubbio comunque che almeno per qualche tempo il PSIUP non sembra destinato ad avere seri problemi finanziari. Quello che si presenta su la scena politica è dunque un partito provvisto di mezzi, di quadri, e di aggressività. Gli manca sol- ,tanto lo spazio per respirare". Finchè ci sarà danaro •non mancherà l'ossigeno. Cosa di meglio per il nuovo partito per rimanere indi-pendente dai munisti? Purchè sia salvo l'onore! * • * • ULTIMISSIMA - L'on. Randolro Pacciardi è stato espulso dal Partito Repubblicano. Chi sussidierà il suo nuovo partito? Patrocinatore di una repubblica italiana di marca gollista, sarà il generale dal lungo naso a fornire i fondi? Nomade 8 CONTROCORRENTE- Feooraio 1964
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