Controcorrente - anno XX - n. 40 - gen.-feb. 1964

di ulteriori rimandi, una decisione rondamentale sulle direttive politi<'he dell'alleanza occidentale. Nell'Asia meridionale il sistema di staterelli tenuti in linea d'\ aiuti americani, per costituire un cordone intorno alla Cina comunista sta andando tragicamente in sfacelo. Nel giro di poco più di due mesi due rivoluzioni di palazzo hanno spazzato due amministrazioni nel Viet Nam meridionale, ed una di esse con selvaggio spargimento di sangue. E pur tuttavia la guerra contro i partigiani comunisti non accenna nemmeno ad una possibilità di successo. L'America, immobilizzata nell'Asia meridionale dalla politica di Dulles e dai ricatti di Chiang-Kai-Sheck, arrischia di essere coinvolta apertamente in un'altra campagna con smisurati pericoli. Oramai l'esistenza e l'efficacia del governo comunista cinese non possono più essere negate. Ma proporre di giungere ad accomodamento con esso, in un momento come questo, significherebbe per gli Stati Uniti una mortificazione insostenibile, e scatenerebbe un finimondo alla vigilia delle elezioni. Eppure non vale affondare di più il capo nella sabbia ed illudersi che Mao è soltanto un fantasma. Il viaggio recente del suo primo ministro in Africa dimostra che la Cina ha conquistato una posizione di influenza immensa anche fuori dell'Asia. In India, dove l'attività di Nehru è soffocata dall'età e dalla malattia, dove i piani economici studia ti per sollevare una enorme e crescente popolazione da una miseria spaventosa sono stati rimandati, in seguito alle spese militari sostenute e da sostenere per resistere alla pressione cinese, ogni cosa può avvenire ad ogni momento. Solamente un radicale cambiamento nelle direttive che hanno fatto la base della politica estera degli Stati Uniti negli ultimi quindici anni può dare speranza che essi non si troveranno entro breve, abbandona li GLIUOMINIUOVI da ogni alleato, a confrontare un mondo ostile. Sarà ciò possibile? Non si schiereranno tutti i demagoghi contro un indirizzo che in essenza riconosca che la posizione di supremazia assoluta attribuita all'America alla conclusione della seconda guerra mondiale non è più attuale? * * * Di fronte ai terribili problemi imposti dalle relazioni internazionali, quelli interni sono forse minori, ma non sono però trascurabili, nè meno urgenti. Dopo il successo della marcia di Washington, parve per un momento che la nazione si adattasse alla necessità dell'integrazione razziale. Purtroppo gli ultimi mesi hanno visto un ritorno a posizioni più intransigenti. E questo avviene proprio dove la minoranza di colore era più vicina al riconoscimento dei suoi diritti, nelle città industriali del nord. L'irrigidimento delle amministrazioni scolastiche, che non vogliono nemmeno ammettere il fatto di una segregazione nelle scuole, /j un sintomo; come fu, molto chiaramente, un sintomo del regresso della opinione pubblica in Boston, la recente trionfale rielezione allo School Committee dell'elemento che più rigidamente aveva bloccato ogni rimedio alle lagnanze della minoranza di colore locale. • • * In un momento come questo l'ancorarsi a posizioni statiche, chiudere gli occhi al continuo evolversi delle masse umane, tentare di comprimere i loro bisogni per proteggere un mondo che sta passando conduce senza dubbio alla catastrofe. Sarà la nuova amministrazione capace a resistere alle pressioni dei demagoghi, e a perseguire un programma che accetti la necessità della evoluzione e inserisca la nazione nella corrnete da questa creata? Davide ]ona "Uomini nuovi! E' cosi che si chiamano. Nuovi, infatti. Strani, inauditi, mostruosi. L'iniquità, il furto, l'assassinio eretti in dipartimenti ministeriali; la truffa applicata al suffragio universale; il governo con il falso; il dovere chiamato delitto e il delitto chiamato dovere. Uno vuole il denaro, l'altro i posti; uno un cordone al collo, l'altro una piuma sul cappello; uno un ricamo sull'uniforme, l'altro delle donne; uno il potere, l'altro i giochi in Borsa, le ferrovie. Lo credo che son contenti! Figuratevi un povero diavolo che, tre anni or sono, domandava In prestito di mezzo franco al suo portinaio, e che oggi, leggendo voluttuosamente il giornale ufficiale, non deve che firmare un decreto per avere un milione ... Governare è una gioia. Ciò non impedisce di tradire. Al contrario. I piccoli traditori tradiscono i grandi traditori. Si spiano, si tradiscono. E' la pienezza folle del potere che cerca i limiti e non li trova. Egli è il padrone dei voti, padrone delle coscienze, padrone del popolo. Nomina il suo successore; regna per sempre sugli scrutini futuri, dispone dell'eternità e mette l'avvenire In busta suggellata. Il suo Senato, Il suo corpo legislativo, il suo consiglio di Stato, teste basse dietro a lui, gli leccano i talloni. Egli conduce al laccio i vescovi e i cardinali. Cammina sulla giustizia. Trenta coITispondenti informano il mondo che egli ha corruscato il sopracciglio. Ebbene un uomo solo si leva contro questo trionfatore, questo vincitore, questo dittatore, questo imperatore, questo onnipossente. Un uomo solo, errante, spogliato, rovinato, atterrato, proscritto. E' un grano di polvere, nell'ombra, un esiliato senza asilo, un vagabondo senza passaporto, ma ha al suo fianco due potenze: il diritto che è invincibile, la verità, che è Immortale"· VICTOR HUGO " Histoire d'un crime." CONTROCORRENTE- Febbraio 1964 5

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