Controcorrente - anno XX - n. 40 - gen.-feb. 1964

CESENATICO - O. M. - Volentieri. Ri- Iuta M. quando hai occasione di vederlo. ceverai con questo numero. Quando ti Vi auguro un mondo di buone cose. Risentir-ai in condizioni di farlo manda una cordami a tutti i compagni che avrai occacontribuzionc al compagno Giuseppe Riva, sionc di vedere. Ad multos annos. Via Molassana 75/4, Molassana, Genova. Grazie delle buone parole. Contraccambio * saluti e gli auguri. NEW YORK - S. W. - Manco di notizie * da Cuba da molti mesi. E' probabile che HARRISON (N. J.) - A. C. - La cosa più i compagni che erano in relazi·one con noi, importante per ora è quella di aver cura siano in galera. Spediamo CONTROCORdella salute. Poi penseremo al resto. Sa- RENTE ma non sappiamo se sia ricevuta. ---- Agostino De Biasi se ne è andato all'età di 89 anni, al principio di gennaio, a New York. Con De Biasi scomparisce uno dei più noti giornalisti italiani d'America. Goòeva reputazione di essere il "decano" del giornalismo. Era giunto in America verso il principio del secol'O. ,\ _quell'ei;ioca 1:emi~ra>:io~e affluiva da ogni parte d'_Italia. I giornalisti allora erano ran. I g1ornal1 1tahant si potevano contare sulle dita di una mano. Agostino De Biasi veniva dall'Irpinia, con esperienze in giornalismo. Giganteggiava fra i cafoni che apparivano come direttori di giornali coloniali, fondati per spellare i connaZlionali più in vista, quando non si trattava addirittura di ricattare i primi arricchiti. Non occorse troppo tempo per gonfiare il nome di De Biasi e farlo divenire l'autorità che rimase fino alla sua morte. De Biasi non perse tempo per approfittare di questa situazione, che doveva get~arlo nella mischia. Fu cosi che si trovò ad essere parte di tutte le polemiche che furono caratteristiche di quell'epoca. Chi avesse l'opportunità di potere sfogliare le collezioni di quei primi giornali, non farebbe fatica a vedere la pa11te avuta da De Biasi nella formazione delle correnti che dovevano divenire le colonne in sostegno dei governi reazionari italiani che si seguirono in quell'epoca turbtnosa. De Biasi è sempre stato un reazionario di cartello. Era un"anima nera, sempre pronta a servire i rimasugli delle forze borboniche. Strenuo difensore della monarchia savoiarda, del Vaticano, dell'esercito e di tutte le istituzioni parassitiche tenute in piedi a spese del popolo italiano. L'impresa di D'Annum,io per l'annessione della città di Fiume, l'ebbe sostenitore f\acinoroso ed entusiasta. Egli non cercava di nascondere la sua intolleranza. Quando il Fascismo cominciò ad organizzare le sue bande criminali, egli si diede a capofitto a sostegno del nuovo movimento, approvandone le gesta criminali e selvagge. Di carattere esplosivo e violento. Non passò molto 1tempo che egli era circondato dai più torbidi elementi che formarono le prime schiere fasciste. Mussolini lo chiamava "Scolta" fascista del Nord America. "Il Carroccio", la rivista fondata da De Biasi nel 1915, divenne l'organo ufficiale del fascismo e dei fascisti. In essa egli pubblicò gli scritti più turbolenti di tutti gli scrittori del regime. Egli non dava quartiere ai nemici del fascismo. Odiava le aspirazioni del popolo. Combatteva tutto quello che il popolo desiderava. Per dare un'idea dell'aberrazione che ossessionava continuamente il "decano" del giornalismo italo.aamericano, riproduco da "Il Carroccio" del mese di maggio, 1924, uno squarcio di prosa che caratterizzava l'uomo. Eccolo: - "Noi apparteniamo alla categoria degli "uomini feroci" - sapete? - quelli che nel 1917, agli inizi della rivoluzione fascista, chiedeva Benito Mussolini. Non ci siamo cambiati da allora - "Feroci" rimaniamo- vale a dire avversari sino agli estremi, d'ogni alleanza con l'antli-Italia ridotta dal fascismo all'impotenza. "l nemici d'Italia di ieri sono i nemici d'Italia di oggi - nella milizia politica. Gran brava gente da stringerle finanche la mano e da giocarci il tresette e lo scopone, quando se ne stia placida a casa e non secchi il prossimo con le profezie e con la tranquilla attesa dell'esperimento fascista". Potremmo ancora riproòurre periodi di prosa da "Il Carroccio" per dimostrare la sua attitudine antisociale e reazionaria. Molti dei nostri lettori conoscono la sua ,aggressività. Egli non dava quartiere agli avversari. Alcuni dei lettori ricorderanno le campagne oondotte da De Biasi contro il nostro Prof. Salvemini. Ha sfogato contro di hl'i la sua libidine sadistica e criminale di cui era impermeato. Il paragrafo che segue fu stampato contro Salvemini ne "li Carroccio" di gennaio del 1926. In esso era commentata l'attitudine di Salvemini su Fiume. - "Quest'uomo senza patria - scriveva De Biasi - per essere la canaglia che -oggi è - non attese la "violenza" fascista - persiste a vituperare l'Italia, trama ai suoi danni, complotta con gli stranieri - e c'è ancora gente che protesta perchè a Salvemini si nega la libertà di scrivere. E lo si dovrebbe ammazzare come un cane idrofobo". Ora anche de Biasi ha cessato la sua opera di vituperatore insuperato. In questa occasione vogliamo anche noi salutare la salma dell'avversario che non conosceva tregua, e che porta il suo odio implacabile nella tomba. a. f. 32 CONTROCORRENTE - Febbraio 1964

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