che è costato la vita di 20 panamesi e di tre soldati americani. Quando non si vogliono ammettere e riconoscere le proprie colpe, giova trovare il pretesto. Tanto è avvenuto nel Panama, ove da anni circola il malcontento, la situazione incerta e inadeguata ai tempi nuovi. Dopo tutto quello che è avvenuto anzichè correre al rimedio, si vanno accumulando altri elementi di contrasto e maggiore è il pericolo di più serie complicazioni. L'orso non vuole lasciare l'osso ... mentre il gattino benchè impotente continua a graffiare di santa ragione. E' nella politica del più forte di mettere a tacere il più piccolo. Procedura questa che poteva ed è stata praticata per secoli fino ai recenti anni passati, ma che non è più possibile al presente senza Incorrere in rischi pericolosi. Le prediche di padre Zappata, non fanno più al gioco. Per democrazia in atto, va inteso il luogo dove non v-i siano più schiavi, dove gli abitanti di una qualsiasi nazione abbiano il medesimi diritti, usufruiscano le stesse comodità, gli stessi privilegi, e dove sia eliminata la miseria, la recriminazione e la prepotenza. Di democrazia parolaia condita di belle frasi e di lusinghiere promesse il mondo ne ha le scatole piene. E tanto sta avvenendo nel Panama. Dopo che Nenni si è fatto prete e si è nuovamente infelucato, 25 deputati e 13 senatori del P.S.I. non hanno votato a favore del ministero Moro e per tanto sono stati censurati e sospesi dal partito socialista italiano. Da queste forze dissidenti è sorto un altro partito capitanato da Vecchietti, al quale è stato dato òl nome di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Assistiamo cosi ad un altro frazionamento del Pa?ltito Socialista, dopo di quello avvenuto nel 1947, quando fu la volta di Saragat e suoi sostenitori a uscire dai ranchi. Dopo li riformisti, gli unitari, i massimallsti, ora abbiamo gli autonomisti, i carristi i centristi, i socialdemocratici e quelli di unità proletaria di ultima formazione. Ogni gruppo e frazione vanta di rappresentare il vero socialismo, accusandosi a vicenda di rinunce, di incomprensione, di tradimento, di arrivismo e chi più ne ha ne metta. Quelli che contano e che hanno valore sono i fatti, e questi ci dimostrano chiaramente che nè i primi nè gli ultimi hanno avuto o hanno intenzione di fare sul serio. Il socialismo come lo intendiamo noi, non sarà mai tale se fatto in unione con i preti e i fascisti. E' uno di quei tanti m1nestronl che provocano solo il vomito. Dagli odierni dissidenti, che hanno fondato il nuo\·o gruppo siglato PSIUP, non c'è da attendersi nulla di meglio e tanto meno il miracolo. Continuando a dilaniarsi e a frazionarsi stanno unicamente facendo il gioco degli avversari. Ed è proprio quello che quest'ultimi desiderano. Chi vivrà vedrà. Sarà solo questione di tempo. Negli Stati Uniti più che altrove le sfere dirigenti si sono scandalizza te perchè la Francia e per essa De Gaulle, che in tutte le sue mosse tenta buffamente di ricalcare le orme di napoleonica memoria, ha riconosciuto la Cina comunista. L'aspirante candidato repubblicano alla presidenza Goldwater, ha affermato che nel caso la Cina comunista venisse ammessa a far parte delle Nazioni Unite, l'America dovrebbe cessare di farne parte. Sappiamo bene che una rondine non f,a p1,imavera ... ma come è possibile continuare a negare l'esistenza di questa realtà cinese, che rappresenta una entità di 700 milioni di persone, e che purtroppo, volendo o nolendo fa sentire il suo peso sulle cose e gli avvenimenti dei tempi che corrono, anche se politicamente si è al lato opposto? Altri paesi seguiranno la Francia, e questo prelude alla ammissione della Cina comunista alle Nazioni Unite in un prossimo futuro. Che farà allora l'America? Continuerà nella sua testarda politica dello struzzo a negare questo legittimo riconoscimento, che più che in ogni altro tempo è e rimane un madornale assurdo storico? Notizie dall'Italia ci dicono che 1 milione e quattrocento mila impiegati dello stato hanno incrociate le braccia. Tutti in una volta essi hanno scioperato dopo anni di vana attesa e di esasperazione, dimostrando come è possibile paralizzare tutti li servizi pubblici, dal telefono ai treni, dalle poste alle scuole pubbliche alle guardie carcerarie. Essi domandano da anni migliori condizioni e sistema di lavoro, maggiore retribuzione e aggiornamento alle moderne esigenze del bacato e medioevale sistema burocratico ancora in esistenza. Per anni i ministeri e i ministri hanno continuato a studiare.. . e promettere, ma la soluzione è ancora da venire. Dopo questo primo sciopero hanno incrociate le braccia medici, infermieri e farmacisti e li personale degli ospedali. A Roma in una agitazione a carattere nazionale, oltre 30 mila operai addetti al servizio degli autobus _pubblici sono anche essi scesi In isciopero. Altri 200 mila operai addetti all'industria chimica hanno seguito l'esempio dei primi, e sembra che questo genere di agitazione e di protesta sia destinato a continuare. Gli scioperi e le proteste di questi giorni sono un severo monito al governo e alla nazione, e non vi è dubbiQ che dalla ferma determinazione delle masse, dalla loro solidarietà, resistenza e combattezza, non potrà mancare il finale risultato di ottenere quello che gli è stato sempre promesso e mai concesso. Non vi è arma migliore, e CONTROCORRENTE - Febbraio 1964 27
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