Controcorrente - anno XX - n. 39 - nov.-dic. 1963

Se io avessi riferito e commentato al singolare l'avvenimento per quello che riguarda Franco, penso che Taccino avrebbe approvato. Ho riferito e commentato al plurale includendovi anche Castro, perchè a Cuba avvengono le stesse cose, e non capisco perchè egli è saltato di sedia e fatta la voce grossa. Su via non scherziamo. Qui non si prendono le difese della CIA. Tanto meno, in materia di dittature, si usano due pesi e due misure. Qui si protesta da sempre, per gli abusi, le torture, le minacce, le condanne, le fucilazioni e la soppressione delle più elementari norme di libertà, che avvengono in questi paesi a carico di quelli che ancora, in tanta baraonta e confusione, dimostrano di saper stare dritti in piedi a continuare la lotta contro tutte le autocrazie, i dittatori di qualunque conio e colore. Tanto perchè non siamo riusciti ancora a fare distinzione fra dittatori rossi e neri, vecchi e nuovi, autoritari e despoti tutti. Dover tornare a ribadire le ragioni che ci comandano, o meglio ci impongono questa nostra presa di posizione, dovrebbe essere superfluo almeno per quelli, che fino ad ieri hanno fatto coro con noi nella lotta contro ogni sistema di governo ove il cittadino come tale perde la sua fisionomia, e in special modo di quelli a carattere dittatoriale e autoritario. E' questo il " Punctum dolen " di tutta la questione. Noi condanniamo gli errori, le cose storte, senza peli sulla lingua e senza timore di essere scomunicati. Esprimiamo il nostro parere su fatti e avvenimenti che provocano disgusto e nausea e indignazione, come meglio sappiamo e possiamo, convinti come siamo di fare cosa utile e necessaria in accordo al nostro modo di vedere, al nostro temperamento e alle nostre modeste capacità. Non siamo infallibili, e tanto meno pensiamo e pretendiamo che tutti quelli che ci leggono debbano approvare e batterci le mani. Più di tutto usiamo il nostro cervello, sapendo per esperienza, " che chi dà retta al cervello degli altri butta via i I suo"· Non è esatto dire che - Il Muratore - " non ha cantato prima" sulle mosse di Castro. Tutt'altro. Con migliore attenzione si rileverebbe che ne ho fatta menzione più volte e precisamente in mie note riportate nei numeri di Febbraio 1959 - Giugno 1961 - Dicembre 1961 - Febbraio e Ottobre 1962 e Ottobre 1963. Quello che è stato scritto nella paginesottolineata - acclusa alla lettera di Taccino, non è farina del mio sacco. Se ben hai notato è firmata da R.T. altro collaboratore della rivista, che vede le ... "Cosas de Cuba" da un altro punto di vista. Scandalizzarsi perchè osiamo affermare che tutte le dittature sono identiche? Fino a quando non si riuscirà a provarci il contrario rimaniamo affibbiati al nostro modo di vedere. Negli anni passati, e non troppo remoti, generalmente parlando, i soli rimasti a sventolare e difendere la bandiera delle dittature rosse erano i seguaci di - baffone - ora scomunicato. Oggi questo tarlo si è allargato ed ha sommerso e trascinato alla deriva quelli che tali mai furono. Padronissimo Taccino e gli altri di seguire il proprio destino, e altrettanto padronissimi noi di seguire il nostro. In tema di libertà ognuno si cucina la magica ... parola ... con la propria salsa. Ne fanno tutti uso, male uso, e peggio uso ne vorrebbe fare Taccino, quando afferma: " Se io avessi il potere farei fucilare non 3 come ha fatto Castro, ma tutti coloro che sono contro la libertà". Povera libertà.. . incompresa e maltrattata. Noi che dissentiamo dalla politica di Castro, e lo ripetiamo, di tutti i dittatori, naturalmente saremmo compresi nella lista. Una ragione di più questa, che ci consente di riaffermare il nostro concetto, che ovunque sorge una dittatura, nasce un tiranno, e flinisce la libertà di opposizione specie nei nostri riguardi. Gli ultimi decenni avrebbero dovuto insegnare qualche cosa di più e di meglio. E' probabile che noi nulla abbiamo imparato negli ultimi anni, ma altri, è pur certo che hanno dimenticato quello che sapevano ... Il Muratore Al prossimo numero L'esuberanza di materiale ci costringe a rimandare altri articoli, già composti, di collaboratori regolari. Fra questi vi sono articoli dell'Ing. Domenico Pastorello, Ernesto Bozzo, Domenico Falco ed altri. Ce ne dispiace. Chiediamo scusa ai collaboratori. Gli articoli che non hanno perso l'attualità saranno pubblicati nel prossimo numero. Raccomandiamo ai compagni di tenere un occhio sul deficit. La questione finanziaria deve essere risolta, se dobbiamo continuare il nostro lavoro contro gli arrivisti e i cattivi pastori. I compagni che sono convinti che le nostre sassate servono a qualche cosa, ci diano una mano. Noi siamo disposti a fare la nostra parte. I compagni ci aiutino a circolare il più possibile. 28 CONTROCORRENTE- Dicembre 1963

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