certo " passato " dietro la firma di " Hugo Rolland " - la segnalazione ed anche la nota redazionale apparivano più che legittime, giacchè erano le giuste " ritorsioni" verso chi criticava un atteggiamento condiviso e dal "segnalatore" e dal "notista"· Si giunse cosi alla diffida pubblica del marzo del 1963, sulla quale siamo chiamati a dare il nostro giudizio. Noi diciamo subito che la diffida in questione va "censurata" per le seguenti considerazioni: A)-Se il Rolland era da considerarsi fuori dal " movimento anarchico " per i motivi già accennati e risalenti al 1926 o per altri motivi riferibili al periodo che va sino al 1962, poichè c'erano dei compagni " responsabili " che avevano ritenuto di dare la loro fiducia al Rolland - scienti o ignoranti del passato dello stesso - bastava segnalare agli stessi, avvenimenti, fatti, dati, perchè potessero da soli, giudicare se accettare l'amicizia o la collaborazione del Rolland. Non solo, ma, alla stregua di quanto avviene spessissimo, per altri polemisti anti-anarchici, se si riteneva opportuno, si sarebbero potuti contestare, passo per passo, gli seri tti del Rolland ri tenuti lesivi per il " movimento anarchico " o, comunque, inesatti, avventati, superficiali, etc., senza così lasciare che aumentasse il martirologio ... La diffida, in questo caso, era ed è inutile. B)-Se il Rolland era da considerarsi ancora come faciente parte del "movimento anarchico", perchè ritenuto "assolto" dal passato, la diffida pubblica, a mezzo della C. di C. era altrettanto inutile e bastava, per come si usa in simili casi, far rilevare all'interessato o l'eterodossia o gli errori o le falsità in cui si riteneva fosse incorso, od anche la " stranezza " di un " Rolland " che scri\'e su un giornale A e di un " Nomade " che critica, su altro giornale B, lo stesso direttore del giornale A, e sopratutto, di un sedicente anarchico che lava i panni propri.. . in casa altrui, etc. Noi, pur consapevoli che la deduzione sub Bl è soltanto un'ipotesi (perchè riteniamo che, dopo il 1926, il Rolland si sia appartato o sia stato tagliato fuori dal movimento come militante). l'abbiamo \'Oluta fare per completezza di ragionamento, giacchè deduciamo che sia più aderente alla logica cd al buon senso la prima alternativa, cioè che Rolland, almeno da parte dei firmatari della C. di C., era considerato fuori dal "movimento anarchico". Riteniamo che, come tale era libero di scrivere quanto e nella sede che ritenesse opportuna e che, quindi, la diffida pubblica del marzo del 1963 è da considerarsi come non pertinente c. comunque, completamente im:uieguata nei confronti del fine che si intendeva raggiungere. Premesso quanto sopra, è chiaro che non possiamo restituire- se mai l'avesse perduta - l'" onorabilità" al Rolland per fatti C'd aV\·enimenti tanto lontani e dei quali, evidentemente, manchiamo di notizie precise. Chi scriverà la "storia" di quel periodo ingarbugliato dell'antifascismo in Francia, in America ed in altre parti del mondo, con particolare riguardo al "bluff" ed al "tradimento" del "movimento garibaldino" troverà, forse - ed è augurabile per la completezza ed esattezza storiografiche - elementi convenienti di giudizio su di esso e sugli uomini più in vista e potrà, quindi dare, a Cesare quel ch'è di Cesare... A noi, sopratutto per il tempo trascorso, per mancanza di documentazione, di esperienza vissuta e di capacità specificamente storiografiche, non è consentito di dare un qualsiasi giudizio, conseguentemente - dato che, ci pare che la vertenza attuale vada riferita a quel lontano passato. D'altra parte, mentre riteniamo che la pubblica diffida non ha pctuto nuocere alla " onorabilità" del Rolland (almeno nel confronti di chi, conoscendo il suo passato e continuando le relazioni, evidentemente lo aveva assolto da sempre), dobbiamo dire che la stessa diffida, per i motivi suesposti, si è rivelata ingiustificata, frustranea ed anacronistica. Tanto abbiamo potuto esporre, nella speranza che - stante la "ruggine" esistente - la preoccupazione di dire la "nostra", il tempo perduto in richieste, incontri etc., non siano pagate con un soldino " arrugginito", poichè riaffermiamo che abbiamo cercato di fare il possibile di portare il nostro contributo alla, certo, non edificante vicenda. Cosenza-Palermo-Ottobre 1963. (F.ti: GIUSEPPE ROSE-PIERO RIGGIO) CHIARIFICAZIONI NECESSARIB AL "LODO" In data 10 ottobre ho inviato a un certo numero di Federazioni, Gruppi, giornali anarchici e qualche compagno isolato, copia del "Lodo " emesso dai compagni Giuseppe Rose e Piero Riggio in merito alla mia vertenza con Armando Borghi e la FAI. Ho accompagnato il documento con una mia lettera nella quale, oltre a dire della prossima pubblicazione di scritti in preparazione che faranno la storia documentata degli eventi che sono alla base della presente polemica, promettevo di far presto dei chiarimenti su punti da Riggio e Rose lasciati in sospeso perchè della loro inabilità a ottenere tutte le necessarie informazioni per emettere un giudizio su eventi apparentemente complicati, di un lontano passato. A Riggio e Rose io avevo chiesto la formazione di un giuri d'onore per vagliare e accertare le insinuazioni ecc. contenute in certe pubblicazioni borghiane intorno la mia persona, pubblicazioni dalle quali in seguito nacque la "diffida" della FAI. Rose e Riggio hanno creduto ampliare lo scopo della loro investigazione, ed io; pure appro\·ando, feci loro notare che avrebbero trovato poca cooperazione dall'altro lato. Proposi anche di sottomettere nomi di compagni che vissero i vecchi eventi e che quindi avrebbero potuto aiutare nella chiarificazione delle cose. Nulla mi è stato chiesto; neppure quale CONTROCORRENTE - Dicembre 1963
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==