intero, ma specialmente tutti quegli anarchici che continuano invece a creder duro come ferro al "sincero antifascismo" del comunismo moscovita e son "simpatica ... mente" disposti ad affiancarlo nella di lui azione contro un regime del quale, al tempo stesso, si studiano invece d'apprenderne e d'imitarne i metodi antiproletarl ed anlilibertari. A quando una buona apertura d'occhi degli anarchici, almeno di quelli "della base"? "L'ICONOCLASTA" • 35 Pagina di Diario I. NOTA - Rovlatando fra vee<:hle carte abbiamo trovato delle pagine di dlarto 1cr1tle meno eecolo ra. Le abbia.mo trovate di un certo lnterease. Ne riproduciamo alcune. Non per ,Il loro vaJore lette• rarlo, ma perche' d:umo pennellate di un ambiente dimenticato, molto cambia.LO. MASSIMO LORIS e' un peeudontmo da me usato per coae acr1tte e pubblicate In alcuni gtomalt dl quel periodo. La. proalma pagina di dlarlo rtprodurra' la. de!:crtzlone fatta da Giuseppe Glacoea. den•ambtente ttallano di New York ("La Piccola. Italia") - a. t. New York, N. Y. 25 Luglio 1914 New York è una città fantastica. I suol grattacieli, il suo porto, ove approdano piroscafi provenienti da ogni angolo della terra, i mezzi di comunicazione e di trasporto, frequenti e rapidi, impressionano anche chi è abituato a vivere nella grande città italiana. L'aspetto fisico della città è brutto. Le ferrovie elevate che serpeggiano nelle Interminabili Avenue dell'East e del West della città sono quanto di più. antiestetico si possa immaginare. Le abitazioni che fiancheggiano le ferrovie elevate sono sporche e non possono essere diversamente. Il traffico continuo, Interminabile, dei treni che si inseguono a breve intervallo, rendono la pulizia esteriore delle case quasi Impossibile. Le ferrovie sotterranee a prima vista sono ancora peggiori. Chi vi scende per la prima volta si sente a disagio per l'aria umida che si respira. La presenza di una folla Immensa che di continuo vi si accalca, In ogni ora, di giorno e di notte, ,fa dissipare li senso di disagio che uno prova nello scendervi. La sensazione che uno prova giungendo a New York dal vecchio mondo è di confusione e di smarrimento. La prima curiosità di un Italiano appena arrivato è di conoscere ove la massa Italiana è concentrata e vive. La prima visita è diretta a Mulberry Street, Elizabeth Street, Mott Street, Spring Street, e le strade popolate da gruppi che provengono da tutte le regioni d'Italia. Sarebbe pretenzione tentarne la descrizione. E' un ambiente mai visto. La sensazione che uno prova è una stretta al cuore. Si sente subito che occorrerà del tempo, molto tempo, per ambientarsi. La tanto decantata e discussa Piccola Italia lascia molto a desiderare. Vivono nella metropoli oltre mezzo milione di italiani. Tutti I quartieri ove gli italiani risiedono si assomigliano. Banche, bancherelle, agenzie di navigazione, negozi di generi alimentari, restauranti, botteghe di ogni genere con insegne che ricordano il paese d'origine di chi le gestisce. Nelle strade sono allineate le carrettelle ove sono esibiti prodotti " importati" e " domestici" di ogni genere. Colpiscono l'occhio la sporcizia e il disordine. Vita gaia nondimeno e continuo ciarlio di gruppi di umanità sempre presenti, sempre in moto, sempre affaccendati, asslllati dal problema dell'esistenza . Ml sono avvicinato ad un crocchio. Sono curioso di sentire dalla viva voce del connazionali che cosa si pensa in questo ambiente veramente nuovo. Dalle osservazioni fugaci e spontanee si deduce che i problemi che assillano I proletari sono gli stessi di quelli che abbiamo lasciato dietro di noi, in Italia. Il problema della vita non è diverso qui. V'è disoccupazione. Prede>- mina l'incertezza. C'è in preparazione una " festa " con processione e fuochi artificiali. La gente è eccitata per l'evento. Lo zelo patriottico e paesano, è evidente. La " festa " è una riminiscenza viva del paese d'origine. E' una maniera per tener vivo il pregiudizio e il costume del paese. L'occasione della festività dà all'ambiente un aspetto allegro. Sono frequenti I negozi ove sono in mostra I giornali Italiani. Ne noto I titoli. "Il Progresso Italo-Americano", " Il Giornale Italiano", "Il Telegra[o ", " Il Bollettino della Sera ". Le prime pagine sono affollate di titoli cubitali. Se si deve giudicare dai titoli New York è Infestata dalla malavita. Lascio le altre impressioni nella penna. Non mancherà occasione di ripararne. MASSIMO LORIS • 36 - Lasagnone Da comunicati pubblicati dalla stampa coloniale e trasmessi anche direttamente da un'agenzia giornalistica di Roma, apprendiamo che vari politicanti e arrivisti si contendono l'onore di ricevere a Boston l'ultimo rampollo coronato, ed ora spodestato, della rapace casa sabauda, il Lasagnone, cioè Umberto II, cretino ex re, il quale pesò gravemente sull'erario italiano e, con le sue azioni insulse, sulla coscienza della flagellata nazione. Zimbello di Mussolini, al cui fianco si disse orgoglioso di combattere (ma si guardò dal partecipare personalmente alla più lieve battaglia nella disastrosa guerra scatenata dal trovo duce e dal matto sanguinario di Berlino), Il re cretino ed emulo del suo bisnonno in liete avventure, ha già visitato New York, ricevuto dal Cardinale Spellrnan e, dicono I giornali, da altre personalità. Lasagnone, accompagnato da vari blasonati I quali sognano il restauro della bacata monarchia, si ripromette di visitare Filadelfia, Boston. Che cosa vuole questo ex reuccio? I CO· municatl dicono che si tratta di un viaggio CONTROCORRENTE -Ottobre 1963 9
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