'GENTE 31 - Valachi e la Mafia Da circa un mese assistiamo ad uno spettacolo di esibizionismo che fa venire il mal di stomaco. Il maggiore protagonista, J oseph Valachi, un " informer " confesso membro della Mafia. Questo schifoso spione gongola nella sua delazione quotidiana, Si sente nella sua gloria. Per diversi giorni ha continuato ad informare sulle attività dei suoi ex compagni di delitto e di rappresaglia, e di smercio di stupefacenti e di traffico di narcotici e di prostituzione. . . Questa ininterrotta denunzia dei suoi associati in delitto, messa in scena dal Comitato Senatoriale di Investigazione governativa, ha tenuto incatenata 1attenzione del pubblico sulle rivelazioni incredibili e fantastiche. Lo spettacolo è stato trasmesso attraverso la televisione. E' stato visto da tutta l'America. Lo spione ha fornito una lunga interminabile lista di nuovi nomi di delinquenti italiani che sarebbero parte della tenebrosa associazione, questa volta presentata sotto il nome di "Cosa Nostra". L'Agenzia federale è costituita da veri mafiosi, i quali hanno messo in scena questo spettacolo col quale mirano a raccogliere il plauso del pubblico per il loro zelo nel supplire informazioni e dettagli sulle attività della tenebrosa associazione della Mafia. Ancora una volta si tenta di terrorizzare il pubblico col ripetere episodi noti, rincarando la dose per rendere efficace la diffamazione contro la gente di nazionalità italiana. La recitazione delle circostanze e dei fattacci è stata tale che il pubblico in generale deve pensare che la comunità italiana deve essere ostracizzata perchè tollera l'esistenza di una associazione a delinquere che mina la fondazione dell'ordine sociale. Questa continuata diffamazione contro gli italiani non dovrebbe essere permessa da coloro che sono in posizione di poter controllare le agenzie dello stato attraverso le quali questa indiscriminata diffamazione è resa possibile. Questo continuo martellare sulle attività della Mafia facendola credere un prodotto esclusivamente italiano, non dovrebbe essere permesso. Gli italiani non sono tutti mafiosi. In nome della decenza e del buon senso si dovrebbe provvedere a riparare a questa ingiustizia. La storia della comunità ltaiana che vive in questo paese è nota. Una storia fatta di lavoro duro, di sacrifici e di abnegazione. Essa è tutt'altro che perfetta. Nessun'altra comunità è perfetta. Non è giusto far credere che la comunità italiana sia infestata di tutta la delinquenza che le si vuole attribuire. Nessun'altra comunità è stata oggetto della diffamazione e del discredito come lo sono gli Italiani. Questa maldicenza tendente a dimostrare che gli Italiani sono delinquenti dovrebbe cessare. Sarebbe ora. Gli italiani sono sempre stati disposti - in ogni epoca - di cooperare alla erezione di tutte le grandi cose che l'America ha costruito nel corso degli anni, e l'hanno resa famosa e rispettata. E' ora che l'italiano non sia ritenuto come appartenente ad una razza inferiore. Egli ha guadagnato - con la sua operosità - il diritto di essere trattato con rispetto e dignità. Non crediamo che questo sia chiedere troppo. Non c'è bisogno di essere nazionalisti per risentire questo trattamento che non fa senso e che offende atrocemente, oltraggiando con cinico sadismo un gruppo etnico di milioni di gente operosa alla quale si vuole ostinatamente attribuire l'infame monopolio della criminalità: un marchio che, purtroppo, tocca tutte le razze! a. f. • 32 - Caccia alla patacca La voce del popolo, quella ch'è indice dell'opinione in generale, sussurra che siamo alla vigilia di una nuova Infornata di cavalieri e di commendatori con l'inizio del nuovo regime consolare, quello di Giorgio Carega. Egli è nuovo di Boston, ma sta sudando pià della solita camicia In una corsa che gli sta togliendo Il respiro per accattivarsi le simpatie dei "prominenti". Venire a contatto con questa gente è parte della funzione di un Console, cosi come è parte anche il venire a contatto col " popolino", quello dei bravi e modesti lavoratori, i quali fanno generose rimesse ai loro congiunti in Italia e, qui, comprano il formaggio pecorino, i pomodori impaccati in Italia, · gli olii etc. Abbiamo alluso al pecorino o formaggio romano perchè apprendiamo dalla cronaca di un giornale italiano di Boston che il dottor Carega ne parlò al ricevimento fattogli dai prominenti, con a capo una manata di cavalieri e di aspiranti cavalieri. Si dice che il Console sia in procinto di avallare la cambiale lasciatagli dal suo predecessore prima di andarsene in Francia a mangiare gambe di rospi. Cioè la cambiale coi nomi dei vari candidati alla patacca. Il furbo Trinchieri avrà forse detto e sè stesso: il diluvio venga dopo di me! Non conosciamo il nuovo Console e con tutta probabilità non avremo mai motivi di farne conoscenza diretta, ma apprendiamo dai giornali che egli si schierò coi Partigiani. Dunque, egli non fu coi fascisti. Ne prendiamo atto e perciò lo ammoniamo a non fare qualche passo sbagliato che susciterebbe reazione sfavorevole fra la gente che non va facendo dichiarazioni di patriottismo onde ottenere una crocetta. Sarebbe un peccato per lui, per noi, per la stragrande maggioranza della colonia, se il Console dovesse proporre riconoscimenti ufficiali a certi fascistoni sfacciati della risma di Vinzo Vomito, o di un oleoso annunziatore radiofonico, di spacciatori di biglietti d'imbarco e di altri sicofanti, Incluso qualche sedicente campione del lavoro organizzato. O pseudo "dottori u e "professori ". O " nobiltà" di dubbio stemma. O prezzolati giornalisti, ed in questo gruppo includiamo tanto gli scriba a tanto la pagina che I CONTROCORRENTE - Ottobre 1963 7
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