Controcorrente - anno XX - n. 38 - set.-ott. 1963

i due pilastri sui quali ingrana l'azione riparatrice che presto o tardi dovrà felicemente concludersi. E da noi? In Italia? A Cuneo? Non crediamo di far torto a coloro che da anni dirigono o hanno diretto con ammirevole passione e commossa partecipazione il Comitato Italiano se diciamo che l'organismo è oggi - per cause che sarebbe lungo elencare - ancora troppo debole per imporsi sul piano nazionale e per creare un vero e proprio movimento d'opinione. La responsabilità di questa situazione - che non torna certo a onore della patria dei due martiri e, per quanto ci riguarda, della terra che ha dato i natali a Bartolomeo Vanzetti - va equamente divisa fra tutti noi, democratici e socialisti, base e vertici dei partiti dei lavoratori. Il Comitato italiano è sempre stato lasciato troppo a sè stesso perchè la sua attività potesse fruttificare. Con la rappresentazione del dramma teatrale "Sacco e Vanzetti" a Cuneo si sperava che qualche passo avanti sarebbe stato fatto. Invece la delusione si è aggiunta a tante delusioni precedenti. Il dramma teatrale ha avuto successo, il pubblico si è commosso ma tutto purtroppo è finito li. E' mai possibile che Cuneo - sempre -prima nella lotta al fascismo durante e dopo la guerra di Liberazione - abbia dimenticato il sacrificio di Bartolomeo Vanzetti? C)le da nessuna parte escano dirigenti di buona volontà che si affianchino a coloro che da anni tengono in piedi li comitato italiano per la riabilitazione? D'acordo he noi, per la presenza della policzia del regime, furono assai meno vive le proteste he nel 19Z7 scossero il mondo per ottenere che fosse salvata la vita a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzettl. Ma il passato patrimonio, popolare, il patrimonio della lotta antifascista sono pur sempre intimamente connesse alla vita della nostra popolazione. Si dovrebbe cioè comprendere che come l'uccisione di Sacco e Vanzetti fu un delitto dell'odio, dell'Intolleranza, In ultima analisi del fascismo cosi la battaglia per la riabilitazione dei due martiri è lotta antifascista che dovrebbe impegnare tutti gli antifascisti. C'è bisogno di un impegno cosciente perchè anche in provincia c'è chi ha ancora papura della figura grandissima di Bartolomeo Vanzetti, chi è stato male informato, chi ancora crede che Sacco e Vanzetti anarchici erano due personaggi che propagandavano il loro ideale a suon di bombette e di attentati ai monarchi. Non è questa forse la paura che ancora oggi senti amo ben viva a Villafalletto, il paese dove il martire è nato e dove riposano le sue ceneri? Sotto certi aspetti la situazione anzichè migliorare con la cacciata del fascismo è peggiorata invece. Quando le ceneri di Bartolomeo arrivarono dall'America un vero corteo le segui in mesto pellegrinaggio sino al cimitero. E pure allora c'era la dittatura, c'erano i poliziotti, non ci voleva molto a finire al confino. Oggi a Villafalletto sono pochi a reclamare che la riabilitazione di Bartolomeo cominci di li, dal suo paese. Si prenda il caso della lapide che il Comitato italiano vorrebbe sulla casa del martire e che nessuna autorità del paese, per non parlare di quelle provinciali, ha il coraggio di autorizzare, di firmare la carta che consente di mettere la lapide. E non sempre - si badi - questa paura nasconde la malafede, il livore antisocialista. Spesse volte c'è gente che ragioni male, che decide peggio solo perchè è ancora ferma a vecchi " cliches " che nessuno ha saputo distruggere. Che significato avrebbe la riabilitazione americana di Sacco e Vanzetti se qui, nella provincia di Bartolomeo, sempre presente nei suoi ricordi tino all'ultimo respiro, non avviene la riabilitazione morale tanto importante quanto queJla giudiziaria? Sono considerazioni, le nostre, che non vogliamo imporre a nessuno ma che sottoponiamo all'attenzione di tutti. Perchè ogni persona che ci legge assuma una parte responsabile. RENATO CASTELNUOVO "Lotte Nuove" Cuneo, Agosto 1963 E' difficile comprendere come il sindaco di New York, Wagner e il governatore di New York, Rockefeller, abbiano accettato di onorare l'ex re d'Italia Umberto II, con un banchetto al Waldorf Astoria di New York, il 16 ottobre 1963. I due rappresentanti deJlo stato di New York, non potevano ignorare che Umberto II, era re d'Italia quando Mussolini dichiarò guerra all'America. E non potevano ignorare neanche che Mussolini fu il compare di Hitler e che insieme furono responsabili della più grande carneficina che abbia colpita l'umanità. Essi non possono ignorare che Mussolini fu il mandante negli assassinii di Giacomo Matteotti, dei fratelli Rosselli, di don Minzoni e di altre migliaia di uomini il cui delitto era quello di avere amato la libertà. Il sindaco Wagner e Il governatore Rockefeller si sono seduti a tavola con il complice di un delinquente che desta ancora schifo e ribrezzo. Essi dovrebbero vergognarsi a parlare di democrazia e di libertà. Coloro che hanno banchettato e onorato re Umberto II, di Savoia, hanno dimostrato di non avere a cuore la causa della democrazia. Umberto II di Savoia è stato per lunghi anni complice di Mussolini, e dovrebbe essere riguardato come un delinquente. Stringergli la mano significava far causa comune con un delinquente, manutengolo del fascismo. 6 CONTROCORRENTE- Ottobre 1963

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