spa·zzali dal progresso umano. Ci sì può domandare se il prezzo pagato per un temporaneo successo, a costo del sacrificio di un passo sulla via del progresso umano, della difesa dei diritti e della dignità fondamentale di ogni umano, non sia troppo grave. D'altra parte, anche riconoscendo l'importanza di particolari programmi, non si può diminuire il pericolo imminente in una situazione, che, attraverso alla disperazione, può gettare una importante sezione della comunità nazionale nelle braccia di estremisti, che in effetto stanno organizzandosi con pericolosa rapidità, devoti a una dottrina di intransigenza razziale non meno radicale e violenta dei razzisti bianchi. E' questo un pericolo ingigantito dal probabile smarrimento dei gruppi liberali nel caso di nuovi conflitti più estesi, conseguenti allo aperto scontro fra gruppi che riconoscono nella lotta violenta, volontariamente o involontariamente, per la loro innata ideologia o come reazione alle continue delusioni la soluzione ad una condizione insopportabile o lo sfogo ai proprii bestiali istinti. • • • • Di fronte a questa situazione di tragedia gravante su tutta la nazione, nel settore del riconoscimento dei diritti civili e della basica eguaglianza politica e giuridica di tutti i cittadini, i liberali possono trarre conforto dagli sviluppi recenti nel campo della politica estera. La conclusione del patto fra gli Stati Uniti e la Russia per la sospensione degli esperimenti di esplosioni nucleari nell'atmosfera, negli oceani e in generale negli ambienti ove tali esplosioni danno origine a prodotti nocivi agli organismi viventi è solamente un timido inizio sulla via di una vera distensione nelle relazioni fra le grandi potenze. Non è per certo una garanzia che gli arsenali ora già esistenti di bombe atomiche non saranno n1ai usati; anzi l'amministrazione americana ha sentito la necessità di assicurare critici e dubbiosi che le nostre organizzazioni militari, con le bombe immagazzinate e pronte all'uso, sono in grado di annientare decine di volte tutta l'umanità, e senza dubbio il governo russo non è per ora disposto e distruggere i propri armamenti micidiali. Però la conclusione del patto rompe finalmente una dottrina e una praica di politica estera che durava da oltre tre lustri, basata su un infantile concetto dei rapporti fra potenze e su un moralistico assoluto approccio che entrambi gli esponenti dei due gruppi opposti, gli Stati Uniti e la Russia, hanno perseguito. La conclusione del patto significa che un nuovo spirito sta sviluppandosi, che è giunto il momento in cui i due colossi militari e politici riconoscono che un indirizzo in cui ognuno di essi regola le proprie azioni sulla semplice negazione di ogni proposta avanzata dall'altro è la via aperta al suicidio. Sarà forse prossimo il giorno in cui, assieme alla denuncia delle manovre oblique della Russia, il pubblico americano sarà anche condotto ad esaminare più ragionevolmente le szìoni del proprìo govèrno. Invero l'atteggiamento dei due contendenti verso gli avversari, verso i propri alleati, e verso la grande massa dei paesi che, nella neutralità, scorgono la via alla propria elevazione a nazione moderna e la garanzia alla propria indipendenza, non è stato altro che quello del bravaccio, irresponsabile e immaturo, del ragazzaccio che colla forza impone o tenta di imporre la sua volontà. Un atteggiamento che giustamente, ma troppo in ritardo, James Wadsworth, dalla amministrazione Eisenhower scelto come rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite e in moltissimi convegni internazionali, definl come " the policy of the playground procedure". Cioè un indirizzo in cui il timore di essere giudicato "chicken" è servito a far aumentare la bellicosità, in cui il risentimento di avversari e neutrali per essere disprezzati o accusati senza fondamento, molte volte alterando o nascondendo verità, è stato scontato come non degno di attenzione. Un indirizzo che, da parte nostra, ha fatto tacere o alterare fatti da parte della stampa e degli ambienti responsabili, allo stesso momento in cui si proclama va la perfidia e la violenza russe. Come avvenne per esempio, sulla testimonianza dello stesso Wadsworth, quando l'opinione pubblica americana fu eccitata all'isterismo dalla accusa che la Russia, riprendendo all'improvviso due anni fa gli esperimenti di esplosioni atomiche violasse un patto formale, che sospendeva esperimenti del genere, mentre invece un patto simile non esisteva, per il fatto che gli Stati Uniti, tre anni prima, avevano rifiutato di accedere ad una proposta russa a tale scopo. Un indirizzo che presentò all'opinione pubblica americana un solo aspetto di fatti, una sola interpretazione di patti internazionali. Come avvenne, per esempio, nel caso della Germania, sostenendo un governo ancora impregnato di spirito di rivincita ed inquinato da elementi nazisti, travisando questo compromesso come esecuzione dei patti intercorsi alla caduta di Hitler, negando la ragionevolezza delle diffidenze della Russia. Un indirizzo che, da parte russa, portò ai massacri di Ungheria, alle repressioni ed alle cruente epurazioni in molti dei satelliti, se non pure nel seno della Russia stessa, all'ostruzionismo che minacciò più volte, ed ancora minaccia, la vita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, alle prove di forza a Berlino per citare soltanto qualche caso. E' probabilmente avventato scorgere nel patto per la cessazione delle esplosioni atomiche atmosferiche e subacquee o nel tono generale di moderazione che caratterizza i rapporti fra i due colossi in questi giorni il preludio alla fine della guerra fredda. L'avvenire può ancora riservare amare sorprese. Però gli ultimi avvenimenti rivelano una volontà da entrambe le parti di chiudere un periodo in cui estrema rigidità ha portato più volte l'umanità all'orlo dell'abisso, in cui la ragionevolezza 4 CONTROCORRENTE - Ottobre 1963
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