reazione le loro migliori energie, sia qui che In Italia. Per tutte queste considerazi·oni i compagni dovrebbero stringersi attorno a questa voce libera da cricche e pastoie. "CONTROCORRENTE " dovrebbe essere messa in condizione d'i dedicare -spazio a tutti i problemi che meritano di essere agitati, specialmente quelli che non SO'l'lOsempre popolari con i compagni che seguono linee di condotta prestabilite da aggruppamenti centrali. Saluti vivissimi. LUIGI COSTANTINI Swampscott, Mass. --*-- Innocenzo I II Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni, nipote di Clemente III) è considerato dalla Ohiesa come "uno dei più grandi papi " che la storia ricordi. Indubbiamente Innocenzo III ha dei titoli validi per eccellere e per res~are famoso, resta però da stabilire di che genere è la sua " grandezza ". Il lettore giudichi e, siccome la Chiesa lo desidera, calcoli il valore degli altrii papi in base alla "grandezza" di Innocezo III: 1) Ordinò la strage degli Albigeri, ossia la prima delle grandi stragi di cristiani dissidenti promosse dai papi; 2) bandi la tragicomica " Crociata" che, sotto le specioso pretesto di fare ,piazza pulita degli infedeli della Terra Santa, doveva invece servire alla Repubblica Veneta (padrona delle navi) a ingrandire il proprio potere. A tal fine fu fatto sterminio di cristianissimi ungheresi, a Zara, e di cattolicissimi greci, a Gerusalemme; 3) il terzo titolo per definire "grand·e" Innocenzo è senza dubbio costituito dalla sua azione nei confronti del ,popolo inglese. Innocenzo III, naturalment€', considerava l'Inghilterra un "feudo della Chiesa", come ogni altra parte del mondo... Entrato in contrasto con il Re Giovanni, per avergli voluto imporre un vescovo sgradito, lanciò !'interdetto contro il paese. Giovanni fu costretto dal profondo avvilimento dei propri sudditi a cercare un accomodamento, e il Papa lo costrinse nel 1213 a sottomettersi, facendogli riconoscere l'Inghilterra e l'Irlanda come feudi della Cl\iesa e obbligandolo al pagamento di un forte tributo •annuo. Il legato pontificio· Pandolfo si installò, poi, in I<nghilterra con atteggiamenti da conquistatore e da padrone. Giovanni, da parte sua non si preoccupò affatto delle vessazidni a cui era sottoposto il suo ,popolo da parte di Pandolfo, poichè non avrebbe ,potuto distinguerle dalle vessazioni del suo regno feroce e prepotente. Infine i nobili e il popolo inglesi si ribellarono. Innocenzo III non poteva faire altro che inviare una papale maledizione contro le aspirazioni di giustizia dell'In1ghilterra e rimproverò i baroni inglesi per la loro " nefasta presunzione " e per essersi messi in armi contro " un vassallo della Chiesa". Nella Bolla di maledizione deflnl la " Magna Charta " un " documento ispirato dal diavolo " e proibì al suo vassallo, Giovanni, di accedere alle ingiuste pretese in essa contenute. Scomunicò i baroni quando si rifiutarono di deporre le armi e sospese il vescovo Laughton che si rifiutò di promulgare la sua sentenza. Quando i baroni ofrirono la corona a Luigi, figlio di FHlppo di Francia, scomunicò anche Luigi. Cosi, in dieci anni, Innocenzo II~ suscitò, con la sua prepotenza, un tale od10 contro il papato nel popolo inglese, che la Chiesa non potè più contare sulla sua fedeltà. Ndn ce n'è abbastanza per giudicare Innocenzo III un "grande papa"? G. F. --*-- La Civilta' Cattolica A coloro che accusano noi di voler ricondurre l'Italia in condizic,ni ba.rbariche e che ogni cinque minuti proclamamo di voler salvare col cler'icalismo la civiltll, dedichiamo queste •poche parole 01 un car'dinale, Egidio da Viterbo, contelll!))Oraneo di papa Alessandro VI. Trattandosi di un ciardinale, i clericali sono tenuti a prestargli fede, anche se la descri7Jione che egli fa delle tragiche condizioni dello Stato Pontificio, non giova certamente alla t.esi della " bimillenaria civntà ". "Tenebra fitta e tempestosa notte - dice il cardinale - avvolgevano tutte le cose: mail nelle città dello Stato ecclesiastico s'è visto, come ora, esempio di rLvoluzioni ,più tremende, di saccheggi maggiori, di più sanguinosi a!SSassinill. Mai si aveva più impunemente rubato per le vie; mal di tanti !delitti Roma nO'l'ls'era riempita; mai cosi audacemente vi aveva gavazzato moltitudine di ladri.. . Non eri sicuro nella tua casa, non nel tuo letto, non se ti chiudevi in una torre. Di diritto non si parlava più; imperavano l'oro, la violenza, l'impudicizia". Questo accadeva sotto il diretto governo dei papi, ma i sovrani che dicevano di !'Spirarsi all'esempio di Roma, non erano de. meglio. Fadciam-0 un sa.lt-0 di qualche secolo: circa cent'anni fa al bacchettonissimo Govemo borbonico si opponeva con tutte le sue forze all'introduzione di nuovi Impianti industriali. n mardhese Patrizi aveva chie'Sto <il permesso di costruire liue mulini sulle rive del Sebeto e, dopo molte terglversaziooil, riusci a ottsterlo, ma In cambio do~ impegnarsi a !M" dire un certo numero di messe ;per l'anima dei paesani. Il decreto 24 CONTROCORRENTE-Ottobre 1963
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