quarta Italia rivedrà una nuova epopea che non sui campi di battaglia, ma in quelli del lavoro e della libertà, con l'abbattimento di ogni tirannide, cioè combattendo sulle barricate del socialismo e della anarchia, proclamerà solenne e perpetuo il trionfo di fulgide idealità degne oggi dei tormenti del sacrificio e domani degli splendori della vittoria. La guerra agli oppressori, conclusa e vinta per sempre dalle camicie rosse, avrà allora ripetuto le glorie della sua più bella tradizione, cd avrà confermato la volontà perennemente rinnovatrice del popolo, assetato di Pace, di Giustizia, di Libertà. Pasquale Giudici IERI, OGGI, DOMANI E POI ... MORIRE A MADRID - Il lavoro cinematografico "Morire a Madrid" ha avuto i suoi elogi e le sue critiche. Elogiato per il suo carattere decisamente anti-franchista; criticato per le manchevolezze che lo rendono monco, unilateralmente comunisteggiante e storicamente non del tutto accurato. Omissioni e inesattezze che se pur non sono addebitate alle intenzioni del Regista, non fanno del "film" un quadro completo di quella grande tragedia che fu la rivoluzione e guerra civile di Spagna. Un lucido esame critico della cinematografia è stata fatta dalla compagna Federica Montseny su Espoir di Tolosa e riprodotto da Umanità Nova nel suo numero 21. Ho accennato a questo lavoro non per discuterlo, ma quale richiamo agli eventi che dalla "guerra civile " ad oggi, e chi sa a quale lontano domani, si son ripetuti e si ripeteranno con snervante monotonia, mentre a Madrid e altrove in Spagna altre vittime si spengono sotto le torture nelle galere franchiste ed altre ancora cadono sotto il fuoco dei plotoni d'esecuzione. Innumerevoli, indecifrato il numero degli eroi caduti, morti a Madrid combattendo per la libertà della Spagna e contro il fascismo internazionale. Tra i falciati dalla mitraglia fascista di tutti i colori, caddero Bonaventura Durruti e numerosi compagni suoi e nostri. Innumerevoli i generosi figli della Spagna proletaria e intellettuale; centinaia degli uomini accorsi da tutte le parti del mondo in difesa della libertà minacciata da tre tra gli uomini più turpi della storia moderna, - Franco, Hitler e Mussolini, - quelli che MORIRONO A MADRID. Molti altri son morti a Madrid da quei lontani giorni, per ordine della spietata reazione franchista. Ultimi per ora a MORIRE A MADRID sono stati i due generosi giovani anarchici Joachim Delgado Martinez e Francisco Granados. Sono stati assassinati con la tortura della "garrote ", il 17 Agosto 1963 nella prigione di Carabanchel, nella stessa dove molti altri prima di loro son caduti. 17 Agosto 1963, altra data tragica da ricordare, data scritta col sangue generoso del popolo nella storia delle infamie, dal tiranno di Spagna. Il processo è stato sommario, di tipico stile franchista, e la sentenza era scontata prima che fosse pronunziata. Contro la sentenza non vi è appello, come non vi è appello per le sentenze pronunziate in tutti i paesi a: regime dittatoriale. E son sentenze che vengono eseguite senza indugi. Nulla arresta la man del boia. Son Morti a Madrid, Joachim Delgado Martinez e Francisco Granados. Son morti i due giovani anarchici nei cuori dei quali pulsava l'amore per il popolo di Spagna e per la libertà e la pace per tutti i popoli della terra. Morti a Madrid, in omaggio a una grande idea che li struggeva, anche se la loro protesta doveva rivolgersi in un gesto illusorio. Essi han piantato una bomba nell'ufficio passaporti della centrale poliziesca di Madrid. Non hanno ucciso ma sono stati ugualmente assassinati perchè in Spagna, chiunque ardisce starnutare alla direzione di Franco e il suo regime, è passabile della pena di morte. Joachim e Francisco sono morti a Madrid soltanto per aver commesso un errore di valutazione. Essi han piantato il loro ordigno, han fatto scoppiare la loro protesta in luogo in cui trovavasi gente appartenente a tutti i ceti sociali, forse finanche qualche loro stesso amico sconosciuto, ansioso di fuggire dall'inferno franchista. La loro è stata una protesta comprensibile ma non giustamente appropriata. Lorquando i giovani anarchici di Milano rapirono il Console di Spagna per strappare alla morte un'altra delle vittime della vendetta franchista, essi trovarono unanimi consensi tra tutti gli amanti della libertà e il convivere civile. Duole che lo stesso non ha potuto essere per i giovani spagnoli. Tuttavia Franco e il suo regime si sono macchiati di un nuovo crimjne, mettendo a morte chi non ha ucciso ma soltanto per aver colpito erroneamente. Miglior fortuna a chi li seguirà. • • • • Da qualche tempo il "Consiglio Iberico di Liberazione" va conducendo una can1pagna per scoraggiare il turismo diretto verso la Spagna e il Portogallo. Vi sono stati attentati contro alcuni uffici turistici e qualche areonave delle linee iberiche. Il tutto senza serie conseguenze in danni materiali o alle vite umane e neppure al movimento turistico ai paesi iberici. L'agitazione del Consiglio di Liberazione è stata variamente commentata anche tra le militanze anarchiche. In Italia, " Umanità Nova" agita il "NON ANDATE IN SPAGNA"; il giornale "Materialismo e Libertà" dice il contrario: "ANDATE IN SPAGNA". CONTROCORRENTE- ,ottobre 1963 13
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