Tale uno dei piloni sui quali si propone fondare la società nuova. Bah! • • * • Aurelio Chessa, in una lunga dissertazione intercala qualche buona proposta con la acidità che lo rode verso coloro che non ottemperano alle modalità e concezioni faiste organizzatrici - antiorganizzatrici - individualiste. Qua e là fa velate allusioni a chi, secondo lui, per lungo periodo di anni, - fino ai trenta, - nulla han fatto per il Movimento. Su questo soggetto, anch'esso parto borghiano, - mi occuperò in altro tempo. Come Mantovani e Borghi, Chessa tiene a mantenere l'anonimo dei suoi bersagliati. La chiarezza di questi filosofi innovatori è come quella di un torrente in piena. E poi si lagnano del commento duro di chi da loro è vilificato. Troppi santoni pretendono ergersi su l'inesistente trono dell'anarchismo. Per loro, abili a capovolgere le carte in tavola, i libellisti, i diffamatori, i suscitatori di discordie sono sempre "gli altri". • • • • Marzocchi, col suo intervento, vuole essere conciliante. Insiste però a tenere alta la santità e intoccabile la superiorità dei vecchi eroi che hanno affrontato la mitraglia, gli uomini di prima fila osanna ti dalla reclame che vicendevolmente si fanno nei giornali cJ:le controllano. Egli ignora, non sembra a lui possibile, che altri abbiano potuto, per lungo periodo di anni, lavorare per il Movimento anarchico con elevatezza di principi e intendimento, modestamente, senza far chiasso, senza elevarsi a eroi e senza rendersi ridicoli. Checchè di lui si possa dire, e non importa quello che ha detto, fatto e dirà di me più tardi, io lo considero un buon-bravo diavolo il quale, come Failla, non sa resistere alla " pressione" dei suoi immediati associati. Ammiro molte delle sue attività, la sua parte nella rivoluzione di Spagna, e quello che altri gfi rimproverano, - il suo arruolamento nella legione francese per combattere nazismo e fascismo. Provai anch'io, e lo dico a fronte alta, ad arruolarmi nelle forze arma te di altro paese, ma non mi fu permesso a causa "della mia età". Fu una scusa per non dirmi che mi si rigettava per i miei precedenti politici, che non abiuravo, e della mia attività nel movimento operaio di sinistra, che non sconfessavo. La sola cosa che a parer mio a Marzocchi non si addice è quella certa mancanza di modestia che non gli permette di meglio valutare le sue limitazioni. Assumendo meno pose, il suo ruolo di propagandista - che non è quello del maestro, - sarebbe assai più redditivo. • • • • Attillo IBazzochi sente il ,bisogno di fare una "cicalatina ". E la fa. Si avvale del suo diritto a baciare le mani dei Commissari della Fai e condanna tutto il resto. Lamenta "tanta miseria mai vista nel movimento ... " e fiinisce con aggiungerne dell'altra. • • • • Randolfo Vella se la prende un po' con Farinelli di Ancona, e particolarmente con la proposta della " rotazione delle cariche " nel Movimento. Di questo ne hanno anche parlato Borghi ed altri, e mi dispiace dire che la " proposta" ha cacciato Farinelli in una difficile posizione. Un Movimento limitato in numero di aderenti e di "capacità " a reggere certe cariche, non può permettersi tale lusso che sarebbe nocivo anche a qualsiasi altra organizzazione. Vella dice a Farinelli: "Prendiamo per esempio U.N. al quale sembra tu voglia alludere. Esiste oggi nel Movimento italiano un compagno che abbia cultura e una vasta esperienza di lotte anarchiche come quelle che ha Borghi? Esiste un compagno che oltre ad avere quelle qualità, sappia imprimere al nostro giornale un mordente rivoluziionario adeguato all'era atomica in cui viviamo?" Vella è incantato della "cultura" che presume in Borghi. Nell'era atomica il Movimento si trova ancora in quella dei cavalli. Vella avrebbe forse affermato una verità se avesse detto che il Movimento attraversa oggi un periodo in cui prevale la mediocrità e, volenti o nolenti, non c'è da fare scelta. Ma, è poi vero quello che dice Vella? Se così, cosa accadrà del Movimento dopo che Borghi non sarà più? Io penso che esso continuerà per un pezzo a tenersi in piedi, diretto da uomini probabilmente di cultura più elevata, senonchè come Borghi limitati nell'originalità del pensiero. Fintantochè dagli elementi giovani sorgeranno nuovi leade,·s che sapranno dare al Movimento anche un indirizzo operaista. • • • • Michele Damiani polemizza anch'egli con Farinelli. A ragione ritiene assurda l'idea che gli anarchici, contrariamente a quel che pensa Mantovani, debbano tutti conformare ai deliberati della maggioranza. Eppure, anch'egli ha apposto la sua firma alle sentenze del tribunale faista, cosi formando e conformando la maggioranza e conformandovisi. • • • * Quante contradizioni nel pensiero e nelle azioni di questi " compagni"! Hugo Rolland P.S. - Lo scritto qui accluso ha 11 solo scopo dl confutare alcune falslta' e inconsistenze con t principi anarchici, di certe affermazlonl contenute nel B.I. No. 2 della FAI. Non e' mio Intento muovere accuae contro chi si sia, e neppure difendere o assolvere altri come me fatu bersaglio di caJunnlose lnslnuaziont. La. discussione che faccio su accuse e contro accuse, la el deve '60ltanto a.I mio destderto dt gtungere alla verita' se tale cosa e' J)0881btle In un ambiente dominato dalla pa.salone preconcettata e avvelenata da dicerie artatamente messe Jn gtro. Ho fatto dello scritto un limitatissimo numero di copie che mando a Federa.ztonl e Gruppi di cui ho l'Indirizzo, a p0ch1sslm1 individui e qualche pub• bllcaztoòe anarchica. Vorrei soltanto che n mio ecrltto eerv1sse a. chiamare l'attenzione degU anarchici su una slluaztone " morale O che fa onore a nessuno. H. R. setUgnano ~ Firenze, Agosto 1963 20 CONTROCORRENTE - Agosto 1963
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