Controcorrente - anno XX - n. 37 - lug.-ago. 1963

Ma quando Mandovanì, la Fai, U.N. e non importa chi altri, domandano la riabilitazione di spie quali sono stati i Rosenbergs e la liberazione di Sobel, allora c'è da domandar loro il perchè non guardano prima nella loro stessa casa. Indubbiamente la condanna Inflitta al Rosenbergs è stata più che esagerata in relazione al loro crimine e nel caso Sobel esistono gravi dubbi circa la sua colpevolezza. Tuttavia, che i Rosenbergs fossero stati coinvolti nel servizio di spionaggio russo è stato pienamente provato. Ma hanno i giudici accusatori ecc. del tribunale della Fai basato i loro procedimenti e condannato con prove di fatto? Potranno dire che certe accuse non sono state originate da loro, che essi le hanno raccolte e ripetute. Aver mancato di accertarsi della veridictà delle accuse, l'aver continuato a profferirle senza averne certezza di prova, non li assolve dall'essere dei complici in diffamazione. E passo alla parte che ml riguarda personalmente. " ... sedicenti giornalisti. .. " Qui Mantovani fa uso del plurale per meglio confondere le acque e forse gli "innocenti" che gli prestan fede. La qualifica di giornalista al sottoscritto è stata data da altri; io non l'ho mai assunta. Ho sempre preferito dirmi pittore e agricoltore, qualificazioni alle quali tengo con orgoglio, come senza vergognarmi ml sarei detto calzolaio se quel mestiere io avessi praticato. Non sarei mai stato come l'ex calzolaio di Umanità Nova, li quale, malgrado certi suoi meriti intellettuali, emozionalmente è sempre rimasto un ciabattino. Domando a Mantovani il perchè mi invitò, ml pregò di scrivere per "Il Libertario" quando non ignorava dei mlei "antichi rancori " verso l'uomo che ha Imbonito il suo cervello? Se mi obbligherà pubblicherò qualcuna delle sue lettere in soggeto. " ... fogli socialdemocratici. .. " Mantovani specifichi quali, e se non lo sa, se li lasci additare dal segugio di Berla dalla California. Mantovani usa il plurale e cosi pluralizza la sua menzogna e la sua insinuazione. E' " Controcorrente " pubblicazione socialdemocratica? Lo dica Mantovani se cosi crede. Ma lo dica senza fare il ritroso, senza maccartiggiare. Quando scrivevo per "Il Libertario" scrivevo anche per " Controcorrente " e " La Parola del Popolo " di Chicago. Mantovani non ignorava queste cose. Ma è poi "La Parola" una rivista socialdemocratica o saragattlana come alcuni la definiscono? E se anche lo fosse? E' forse Saragat, sono i socialdemocratici del delinquenti comuni, delle persone di infame reputazione, del majìosi1 Non ho mai conosciuto nè veduto Giuseppe Saragat ma ho conosciuto Borghi e alcuni membri del tribunale faista. Pur non avendolo mai conosciuto e sapendolo allo opposto polo politico dal mio, nondimeno non posso che considerare Saragat persona non meno onesta e onorabile del giudici della Fai e il loro capo spirituale. Se sono in errore, ml correggano i puritani. "La Parola" dalle colonne della quale io non ho esitato qualche volta a criticare anche Saragat, ml è sempre apparsa, più che altro, una rivista filo-comunista. Il suo castroismo l'ho scudisciato dalle colonne dì "Controcorrente" e della stessa "Parola". Per questo, in varie occasioni, da altri "scribi" della "Parola", contro di me sono state lanciate frecciate non meno velenose dì quelle faiste. Eppure, è una pubblicazione che mal ha censurato o alterato· una parola dei miei scritti. Nel qual caso, avrei immediatamente cessato ogni mia collaborazione. " •.. buttar fango sul movimento ... ", davvero? Le leggere critiche, qualcuna giustamente sarcastica mosse ai tre luminari maggiori di U.N., Borghi, Marzocchi e Mantovani, significano "buttar fango" e quindi autorizzato l virtuosi e sagaci uomini a sputar sterco. Tale la logica di Mantovani e, se qualche timorato dovesse qua e là disapprovare qualche mia risentita espressione, dico loro di rlleggere e ponderare sennatamente ciò che gli altri han detto e voluto fare di me. " ... scopo di lnconfessa6ill disegni ... " Mario ha confessato almeno uno dei suol disegni. Quello di voler conformità e unanimità di consenso. E' una lurida insinuazione originata da Borghi e la discuterò privatamente se egli accetterà la proposta da me fatta a Rose e Rlggio; oppure pubblicamente se egli non si deciderà a farsi coraggio e muovere contro di me accuse specifiche, non trincerandosi dietro generici " Nol " e facendo dimenare la coda del suoi alabardieri. " ... o di antichi rancori personali. .. " Ah! quanto è comodo questo paravento dietro cui si nasconde la santità borghiana? Quello che alla superficie può sembrare "personale", ha un fondo di carattere strettamene morale. E' una quistione di onore che coinvolge molte persone e si riflette sul Movimento il di cui onore sembra tanto preoccupare Mantovani e altri i quali, come lo struzzo, nascondono la testa nella sabbia "per non vedere". E stia pur certo Mantovani e qualsiasi altri della specie, che io non ho nessuna intenzione ad associarmi al suo lavoro. Non l'ho mai inseguito o fatto da coda, mentre è stato lui a cercare me quando ho potuto essergli utlle. Ho sempre sostenuto che gli esseri umani debbono associarsi a secondo delle affinità mentali, intellettuali, e morali che possono accomunarli nella azione. Tra gruppi dissenzienti, se composti di gente civile e rispettosa delle altrui libertà, possono sempre rimanere rapporti cordiali e dì reciproco rispetto. Quando Mantovani disse a me e ad altri che l componenti la C.d.C. nominata a Rosignano Marittimo erano degli "ignoranti incompetenti paesani di Cuocolo ", (gli stessi con l quali oggi si trova tanto bene associato) non esprimeva egli aderenza a una delle tante forme di dlscrimina2llone che tanto affliggono Il mondo? CONTROCORRENTE - Agosto 1963 19

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