Controcorrente - anno XX - n. 37 - lug.-ago. 1963

GLIANARCHIDC'IAMERICLAOTTAN PERRIABILITASRAECCEOVANZETT Inquella,chee' forsela loroultimabattaglia,hanno alleatepersonalitad''ognicetoe ·religion-eUnresiduo anticlericalismoi,mbastitodi luoghi comuni- 'La singolarefiguradi AldinoFelicanic, hericordancora le terribilicondiziondi ei nostriemigrati ai primidel secolo Il pomeriggio del 15 aprile 1920, a South iBraintree, nel Massachusetts, venivano uccisi e derubati di oltre 15 mila dollari Frederick Parmenter e Alessandro Berardelli, due impiegati della '"Siate and Morril Shoe Co.", una fabbrica di scarpe. La tragedia si svolse fulminea e commosse l'opinione pubblica che assisteva impotente, da qualche tempo, ad una recrudescenza di rapine e di delitti. L'assemblea statale e numerose imprese private colsero l'occasione per stanziare forti taglie di ricompensa a chi ponesse un freno alla nuova ondata delinquenziale. Una macchia nera Venti giorni dopo la rapina la polizia imprigionava due anarchici di Boston, I quali, al termine di un processo durato sette anni, furono uccisi sulla sedia elettrica: si chiamavano Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Quel processo resta ancora oggi una delle macchie più nere della giustizia americana. "L'opinione pubblica di tutto il mondo ritiene che l'esecuzione ebbe luogo non per le evidenze provanti il crimine, ma più per il delitto di professare opinioni estreme". E' l'Enciclopedia Britannica che scrive cosi. Nel primi anni del secolo non mancavano negli Stati Uniti i motivi per una proficua predicazione del verbo anarchico e socialista massimalista. Le condizioni di vita e di lavoro dei prestatori di opera erano umilianti. Si lavorava più di 60 ore settimanali, senza assicurazioni sociali e diritti contrattuali, i dirigenti sindacali erano scacciati dalle fabbriche e sovente minacciati di morte dalle guardie aziendali. Gli emigranti italiani, che avevano abbandonato Il loro paese con la speranza di trovare un lavoro onesto nella nuova terra, erano i più insofferenti verso il regime sociale del tempo. Quando si scriverà il capitolo dell'emigrazione italiana nella storia degli Stati Uniti la " grande emigrazione" saranno rese pubbliche le responsabilità di coloro che si sono disinteressati dell'assistenza ai nuovi arrivati, di coloro che vi hanno speculato sopra guadagnando denaro alla stessa stregua del mercato dei negri. E' certo che quando il capitolo sarà scritto, dovrà contenere questi elementi per spiegare lo scivolamento massiccio degli emigrati italiani verso il più facile mondo della malavita americana. Per molti anni, negli Stati Uniti, è stata praticata una sorta di discriminazione razziale nei confronti degli emigrati italiani. La questione è stata successivamente risolta sul fronte della temerarietà e della operosità. Quest'ultimo è stato il fronte sul quale si è raggiunta la soluzione definitiva della questione; ma la grande opinione pubblica americana ricorda più facilmente le rivoltellate sparate dagli emigranti italiani per conservarsi il diritto di residenza nel nuovo mondo. A Boston, una sera del settembre scorso, sotto una pioggia insistente, in mezzo a mille piccole stradette poco americane, ero alla ricerca di Aldino Felicani, un anarchico italiano di cui ha parlato sovente Gaetano Salvemini e che è oggetto di continui attacchi da parte di Giuseppe Prezzolini su "Il borghese". L'ho trovato in una vecchia tipografia, vecchio, lui, ma pieno di ricordi, di passione umanitaria, di acciacchi. Aldino Fellcanl risiede a Boston da circa mezzo secolo e dall'ufficio della sua tipografia artigiana dirige una delle ultime riviste anarchiche," Controcorrente", con una tira tura di 2.500 copie mensili, delle quali 500 vengono inviate in Italia. 10 CONTROCORRENTE - Agosto 1963

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