Controcorrente - anno XIX - n. 36 - mag.-giu. 1963

Archivio: Sacco-Vanzetti LE MANCANTIMI PRONTDEIGITAL Trentacinque anni fa, poco dopo la mezzanotte, il 23 agosto 1927, " il bravo calzolaio " ed il " povero pescivendolo " - Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti - andarono incontro alla loro morte sulla sedia elettrica del Massachusetts in un supplizio che sconvolse la coscienza del mondo civile. Fu proprio la gravità di tale operato che rese l'uso della sedia elettrica nello stato del Massachusetts sempre più raro, fin quasi ad un completo abbandono e che, anche oggi, dopo più di trent'anni, riesce ancora a dividere in aspra controversia sia coloro che sono rimasti scossi dalla tragedia che quelli che non sono riusciti a concepire che l'autorità abbia potuto esser mai cosi cieca, cosi erronea, cosi pervertita. Lo scontro tra il conservatore che si appiglia alla santità delle istituzioni e il liberale che sostiene la santità dell'uomo quasi certamente verrà rinfocolato e maggiormente stimolato da un nuovo libro scritto da Francis Russell, "Tragedia a Dedham: la storia di Sacco e Vanzetti ", un'opera che può venir descritta un capolavoro di ambiguità. In esso si trovano quasi tutti i motivi per la profonda fiducia di tanti nell'innocenza di Sacco e Vanzetti; anche l'opinione di Russell, che se egli fosse stato uno dei giurati, probabilmente egli si sarebbe pronunziato a favore della loro condanna. L'autore proclama che, dopo una sua esperienza come membro di una giuria di Dedham, non si sarebbe mai fidato delle opinioni degli esperti i quali generalmente testimoniano a favore di coloro che li pagano; d'altra parte egli si affida ultimamente all'opinione degli esperti di balistica, la cui par-~ialità a favore della polizia fu già rivelata, per concludere che Sacco era colpevole, Vanzetti innocente. Il verdetto di Russel! è l'ultimo di una serie che, negli ultimi mesi ha riesaminato il caso Sacco-Vanzettl da un punto di vista principalmente conservativo. La prima di queste recenti apologie a favore dei funzionari e le istituzioni del Massachusetts apparve nel 1960, nel libro " Sacco e Vanzetti: l'omicidio e il mito" di Robert M. Montgomery, un consulente legale di lunga esperienza per compagnie di Boston, il quale concluse che di tutte le menzogne "il mito di Sacco e Vanzetti è la più colossale". William F. Buckley Jr., del "National Review ", accettando come sacra scrittura il libro di Montgomery, proclamò in un articolo pubblicato nell'" American Legion Magazine " che ii processo fu impar-~iale e che Sacco e Vanzetti erano colpevoli. In contrasto James Grossman riteneva in un articolo pubblicato sul "Commentary ", nel gennaio 1962, Sacco colpevole, Vanzetti innocente. Ora Francis Russell, in base agli esami balistici fatti Articolo di Fred J. Cook con la Colt calibro .32 trovata indosso a Sacco quando questi fu arrestato, giunge alla stessa conclusione che egli qualifica in tal modo: egli è certo che la pistola di Sacco era una delle due usate durante la brutale rapina ed omicidio di South Braintree, e che anche se lo stesso Sacco non vi avesse partecipato, egli avrebbe dovuto almeno conoscere chi ne fu responsabile. Queste nuove rivalutazioni mostrano che il caso Sacco e Vanzetti, anche dopo trentacinque anni, non è stato dimenticato. I quesiti fondamentali che si posero allora si ripropongono nuovamente. Furono due uomini completamente innocenti giustiziati perchè una società conservatrice li condannò per le loro idee radicali? Fu la giustizia torta ed abusata da coloro che dovevano amministrarla non tanto per ciò che Sacco e Yanzetti avevano fatto, quanto per il fatto che le loro idee potevano farli sembrare persone capaci di tale crimine, cioè rendendoli automaticamente colpevoli ? Porsi queste domande vale dire rifar venire a galla i vecchi dubbi e rinfocolare, anche ai nostri giorni, il desiderio di trovare le risposte. I. Il Caso Sacco e Vanzetti non può esser capito senza conoscerne lo sfondo. Non era, come la propaganda ad ispirazione comunista voleva fare intendere, un complotto macchinato da una società capitalistica per eliminare due pericolosi anarchici immigrati. Al contrario, agli inizi la società capitalistica del Massachusetts non era neppure a conoscenza dell'esistenza di due uomini chiamati Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. <L'intero caso Sacco e Vanzetti sorse per una combinazione di idea e circostanza avendo origine nella mente di un uomo, il capo della polizia della città di Bridgewater, Michael E. Stewart. 'La prima traccia che contribui alla formazione della teoria di Stewart ebbe origine da un mancato tentativo di rapina. Il 24 dicembre 1919, quattro uomini armati tentarono un'imboscata a Bridgewater per impadronirsi di un furgone contenente delle paghe. Fu un'Impresa da dilettanti, un tentativo da strapazzo. Il conducente riusci a passare a scossoni con il veicolo dall'altra parte delle rotaie; fortunatamente un tram venne ad interporsi tra il furgone ed I banditi; e i tre briganti, che dalla strada avevano lanciato una sparatoria contro il veicolo, saltarono dentro la loro macchina nera e fuggirono. Lasciarono due tenui tracce: l'uomo a capo della sparatoria aveva dei baffi neri; le targhe della CONTROCORRENTE - Giugno 1963 7

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