Controcorrente - anno XIX - n. 36 - mag.-giu. 1963

e della propria. E' superfluo annotare che noi siamo con gli ultimi. Giovanni XXIII è morto. Gli succede Paolo VI. In appena tre settimane, dalla partenza ... e dall'arrivo ... il timone della chiesa è passato da papa Roncalli a papa Montlni. Centinaia di migliaia di persone si sono accalcate nel sagrato della basilica vaticana, prima a pregare per la salute di Roncalli, e dopo ad affannarsi a osannare e battere le mani per la nomina di Montini. Fra i tanti che hanno trepidato per la salute del papa, piazza S. Pietro ha ospitato l'onorevole Giuliana Nenni, figlia del " leader " socialista Pietro. Dopo la morte di Giovanni non sono mancate le espressioni di cordoglio di Kruscev, di Tito, del presidente della Polonia, del capo del partito comunista dell'Ungheria e di tutti i satelliti minori. La Cina e la Albania sono state l'eccezione. Cuba, in segno di lutto ufficiale ha fatto issare la bandiera a mezz'asta per tre giorni. Lo stesso è avvenuto per l'elezione del nuovo papa. Ai telegrammi di cordoglio dei capi comunisti, hanno fatto seguito quelli di felicitazioni al nuovo detentore delle chiavi di Pietro. Per non essere di meno, i comunisti americani, hanno emesso il comunicato che ci piace riportare: "E' apparente che nell'eleggere il Cardinale Montini a Papa, Paolo VI, gli 80 Cardinali hanno interpretato i desideri dei 500 milioni di cattolici per la continuazione della realistica politica liberale di Papa Giovanni XXIII, di cui la pace e l'uguaglianza dei popoli formavano le pietre angolari. Noi, come la grande maggioranza dei popoli del mondo, attendiamo la continuazione di tale politica di miglioramento delle relazioni fra cattolici e comunisti nell'interesse di tutta l'umanità". Soddisfatti loro, soddisfatti tutti... E questo, dalle radici alle cime, il trionfo ... della più malefica e sconcia ipocrisia del secolo. Affidando l'anima al papa, i comunisti pensano di volersi assicurare un posto in paradiso ... Il Dipartimento Federale del Lavoro, ha resi pubblici i dati inerenti il piano pensione delle unioni e dei datori di lavoro. Nella sola città di New York, le Unioni hanno fondi per 8 Miliardi di dollari. Per l'intera nazione, sempre secondo statistiche attribuite all'anno 1960, il totale ammontava ad oltre 33 Miliardi di dollari. Questi fondi, parte sono amministrati dalle Unioni, e parte dai rappresentanti de le industrie e dei datori di lavoro. In alcuni casi esiste un'amministrazione formata da " trustees " delle Unioni e delle industrie. E' questa una cosi vasta impresa finanziaria che sbalordisce, e nel medesimo tempo riporta la mente ai tempi passati, quando nessuno poteva prevedere una cosi colossale trasformazione nel campo delle organizzazioni operaie. Oggi esse fanno investimenti in beni immobili, controllano e possiedono istituti bancari alla pari di qualunque altra istituzione borghese del genere. Le organizzazioni del lavoro stanno copiando alla lettera i sistemi vigenti della struttura capitalistica, ne seguono le mosse uniformandosi sempre più all'ambiente corrente, con il lasciarsi lisciare e controllare e dominare dagli industriali, che non perdono occasione per abbonirle con bocconcini zuccherati, onde poter continuare indisturbati il loro programma di sfruttamento e di dominio. Cosi continuando, arriveremo all'instaurazione di una qualche altra forma di sindacalismo controllato e amministrato dal potere costituito, e sarà tutto dire. Ed è proprio quello che desidera e vuole il neo-capitalismo. I reali di Grecia si sono recati in visita ufficiale a Londra. Mentre si recavano, in compagnia della regina Elisabetta in un teatro, sono stati accolti al loro passaggio con fischi e urla di disprezzo, da una folla eccitata e decisa a far comprendere ai due coronati le nefandezze del loro dispotismo. Altre dimostrazioni si sono avute la sera precedente, in segno di protesta per i Duemila detenuti politici in Grecia, di persone contrarie all'attuale governo. Il giorno seguente, il governo greco ha scarcerato 20 di questi arbitrari detenuti, ma i protestatari di Londra hanno continuato a ingiuriare contro i dispotici reali, ricordando loro che non ci sarà tregua fino a quando tutti gli altri prigionieri politici non saranno liberati. Non vi è scelta da fare. Le teste coronate... sono tutte dello stesso stampo. Dispotici, arbitrari, prepotenti e tiranni. Fortunatamente ce ne sono rimasti pochi. Il governo Britannico è stato scosso dalle fondamenta. John Dionigi Profumo ha dato le dimissioni dal governo, dove ricopriva la carica di Ministro della guerra, e dal parlamento, Elisabetta lo ha destituito dal consiglio del sigillo privato, a conseguenza di una sua relazione intima con la modella Christine Keeler, la quale contemporaneamente manteneva strettissime relazioni con l'addetto navale sovietico Eugenio Ivanov. La figura chiave nello scandalo Profumo è l'osteopatico dell'alta società Dottore Stephen Ward, intimo dei più noti personaggi del mondo aristocratico e della politica inglese, che vanno da Churchill a Lord Astor. Nello scandalo sono coinvolte altre personalità non meno note, e altre numerose Misses. Si parla di prostituzione, di aborti, di spionaggio, di fanciulle di facili costumi, di "ragazze squillo". L'alta società britannica è costernata al massimo. Il dottore Ward è accusato come lenone, sfruttatore di donnine allegre, manutengolo, e già sotto processo, sarà l'unico CONTROCORRENTE - Giugno 1963 27

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