Riflessioni I I. NUOVO PAPA Se noi operai consideriamo bene: le più belle vittorie sono quelle che portiamo su noi stessi. Ma sino adesso ciò che si manifesta intorno a noi e nel mondo esterno di quello cattolico politico statale, che infine sono stati messi ai ferri corti dalla rivoluzione Cino-Bolscevica. Ora si vedono capi laici arcipreti e tutto un capitolo di tonsurati in giro per il mondo e mendicare consensi da quei popoli già irrequieti: ma con gl'intrighi e ritorsioni di sempre. Questa volta toccò al presidente Kennedy di far la spola fra Londra, Roma e Berlino, dove impreca per arginare il comunismo e mantenere per lo meno ancora lo statu quo, dato che toccare un pezzo della macchino di stato non solo può guastare la funzione del suo complicato meccanismo, ma come una scossa tellurica può scuotere le colonne maestre dalle sue fondamenta ed affrettare l'assesto internazionale. La metafisica ideologica socialista, con l'incalzare delle nuove generazioni, allevate ormai senza i vecchi sacramenti ed li teismo dogmatico, malgrado gli sforzi della clerico-borghesia, chiesa e stato, possono essere avvolti nello stesso pericolo della dissoluzione e della scomparsa dalla faccia della terra. Perchè polverizzando vecchi e novi testamenti, la naturale rivelazione sarà l'umanità libera ed eguale dal rozzo e stupido giuoco mitologico, che sino adesso ha semi paralizzato le più sensitive facoltà umane dell'intelletto. Ed ora lascerà il tempo che trova, anche quella insipida e anacronistica rettorica di Giovanni Battista Montini, che fra lo spasimo idolatra e superstizioso, incoronato il 1 Luglio nella piazza di San Pietro a Roma, dandosi il nome di Paolo VI. Come il suo lontano predecessore paolo V, che corrispondeva al nome del Genovese, Camillo Borghese, il che giunto alla soglia della tiara, dopo la morte di Leone XI, Paolo V, che si era proposto di rialzare la morale autoritaria del cattolicesimo, canonizzò San Carlo, approvò gli ordini del carmine e di san Lazzaro; ha voluto che tutti gli ordini dei mendicanti s'insegnasse loro Ebraico, Greco e Latino, per tener fronte alle università di Germania. Come legale qual'era pretese tutti i diritti della santa sede e diede l'ultima mano alla bolla in (coena domini) che suole citarsi come il massimo d'arroganza papale. Scomunicò gli eretici di ogni nome e chi li difendeva. Condannava corsari e pirati nel Mediterraneo che spogliavano navi cristiane naufragate. Rincarlva gli antichi balzelli ai popoli, stabiliva pene rigorose per chi dava munizioni ai turchi, citava ecclesiastici al foro laico, imponeva al clero, occupava e inquiettava i territori della chiesa, compresi Sicilia, Corsica e Sardegna. A Napoli fu condannato li libraio alla galera perchè aveva pubblicato l'opera del Baronio contro la monarchia siciliana. Paolo V, mandava scomuniche e moniti, ma trovandosi contrastato più energicamente che non si aspettasse, cautamente le temperò mostrandosi più benigno nelle opere e nelle arti. La storia ci ricorda che Paolo V favoriva eccessivamente il nepotismo. Ma questo fatto essendo vecchia consuetudine di tutti gli ecclesiastici, non sarebbe niente di fronte ai misfatti della chiesa, solo ricordando Calisto III, cioè Alessandro Borgia, papa, ed il suo figlio Cesare, che nel 1456, per voler riordinare la chiesa si rivelò tirannico ed uno dei più crudeli assassini, poichè tenne anche Nicolò Machiavelli per segretario, ecc. Ma i tempi oggi sono molto cambiati e Paolo VI, anche volendo non può fare tanto come il suo lontano predecessore perchè allora i roghi che bruciavano vivi gli eretici erano sempre accesi. Sotto Innocenzo III, nel 1215, e di Gregorio IX, nel 1229, l'inquisizione divenne istituzione papale, mentre prima dipendeva dai vescovi. Luigi da Geram, che a Madrid ne scrisse la storia, afferma che nella sola Spagna dal 1488 al 1788, in 3 secoli ne furono bruciati vivi centomila. Questa è senza contare il resto del mondo dove comandavano i cattolici, ed anche senza con tare le varie notti di San Bartolomeo, che nel 1566, Pio V, papa, di nome Michele Ghislieri di Bosco, presso Alessandria, se la intendeva con Carlo IX e la sua madre Caterina de' medici che premeditatamente fecero strage In tutta la Francia distruggendo a diecine di migliaia famiglie intere degli Ugonotti, e tutto questo si faceva m nome di dio e dalla sua onnipotenza. Adesso è più che certo che Paolo VI, vedendo ciò che bolle nelle officine chi• miche e meccaniche dell'era atomica credo che anche questo pontefice sia portato a piò miti consigli. La lezione dell'anti sil• labo, impartita prima di morire da Giovanni XXIII, è veramente sintomatica per aprire l'ortodossia ad una specie di socialismo che può fare cambiare mestiere anche ai preti, dato che inesorabilmente la nuova religione sarà quella dell'umanità attiva, fattiva e pensante. Cosi come gli anarchici fin da un secolo fa lo avevano preconizzato. Ed ecco che per noi operai la più grande e generosa vittoria è quella che riportiamo su noi stessi: col conoscere e sapere e distruggere le cose inutili siano esse materiali o spirituali, per poi edificare dalla base, la società umana sul principio reciproco d'una fraterna solidarietà universale, senza preti nè soldati nè padroni. S. Satta New York, 1963 24 CONTROCORRENTE - Gtugno 1963
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