aveva fatto nessuna attenzione a quella persona, non aveva badato a Sacco. La sua deposizione, come altri dettagli presentati dalla difesa, sembra veritiera. A tutto ciò occorre aggiungere un altro elemento vitale, il più importante dl tutti - le impronte digitali. Qualsiasi persona che conosce i sistemi usati dalla polizia, leggendo il libro di Russell ricco di minuziose ricerche, resta immediatamente colpita da un enorme, incredibile vuoto nelle prove fornite dalla accusa. La Buick, abbandonata subito dopo la rapina di South Braintree, fu ritrovata due giorni dopo. Poichè non vi era testimonianza che alcuno dei rapinatori portasse guanti - anzi, vi erano molti indizi che indicavano il contrario, un testimone descrivendo persino come la mano pelosa di Sacco era appoggiata sulla spalliera del sedile anteriore - vi sarebbero dovute essere delle impronte digitali. E se ve ne fossero state, queste avrebbero provato oltre ogni dubbio l'identità degli uomini nella macchina. Che cosa era successo? Con l'aiuto di Tom O'Connor il quale, come segretario per Il Comitato per la Riabilitazione di Sacco e Vanzettl, ha dedicato gran parte della sua vita a questa faccenda, feci delle ricerche negli archlvi dei giornali di quel tempo. Da questi scoprii ben presto che i periti delle impronte digitali avevano esaminato la Buick con considerevole successo. Il " Brockton Time11" del 20 aprile 1920, pubblicava: "La .macchina fu portata al garage della polizia di Brockton nella piazza del municipio, da dove fu poi trasferita a Boston dagli agenti di stato. Prima, però, furOtlQ fotografate le impronte digitali". (Caratteri In corsivo aggiunti.) Il giorno seguente, il 21 aprile, il " Brockton Times" pubblicava nuovamente: "I periti dell'ufficio identificazioni della polizia di stato erano oggi Indaffarati nel registrare le tracce delle impronte digitali e fotografie furono fatte della macchina dei banditi nella stazione della pol!zia di Brockton lunedl a mezzogiorno nel tentativo di scoprire se qualcuno dei •banditi aveva lasciato qualche traccia che Indicasse la presenza di un " professionista" di rapine armate o simili imprese ". Il contenuto di questo paragrafo sembrerebbe indicare che diverse impronte digitali erano state trovate sulla macchina. Un elemento significativo, l'articolo rivela che lo stesso capitano Proctor era allora a capo delle investigazioni. Il 25 aprile, nel " Brockton Times" si leggeva che il capitano Proctor e i suoi detectives speravano di poter scoprire degli Indiziati con le prove delle impronte digitai!. "Questa fase rappresenta uno degli elementi più importanti nel compito di Identificazione dei banditi", scriveva il "Ti.mes ". "Se le impronte digitali della macchina possono esser confrontate con successo con quelle di qualche criminale noto alla polizia, si avrebbe in mano un indizio molto Importante". E' evidente che un numero sutftclente di impronte digitali era stato rinvenuto perchè i detectlves potessero sperare con ,fiducia di poter risolvere il caso. Poi, all'improvviso, in risultato alla teoria di Stewart, Sacco e Vanzetti furono arrestati. Quel che successe in seguito rimane uno dei punti più significativi ma ignorati della faccenda. li 6 maggio, il giorno dopo gli arresti, il "Brockton Times" pubblicava che l'ispettore George C. Chase era " al palazzo governativo" a fare del confronti tra le impronte digitali di Sacco e Vanzettl " con quelle ottenute dalla macchina di South Braintree il 20 aprile agli uffici della polizia di Brockton ". Questo accenno, ovviamente, non era un " lapsus " giornalistico, poichè il giorno seguente li "Times ", negli ultimi due paragrafi di un lungo articolo riferl .molto più esplicitamente sui confronti di impronte digitali. Spiegava che aveva avuto luogo una riunione alla quale parteciparono funzionari dell'ufficio del pubblico ministero e alti funzionari della polizia, e aggiungeva: " L'ispettore George C. Chase ha completato i confronti tra le impronte digitali ottenute dopo l'arresto degli indiziati e le tracce trovate sulla macchina, sotto la direzione di Eddie Sherlock, il perito della polizia per le Identificazioni dei criminali. Nulla è stato rivelato sui risultati. Si serba il massimo segreto ... " Ed è rimasto fin d'allora un segreto. Da quel giorno ad oggi, non si è mai fatta alcuna menzione riguardo al caso Sacco e Vanzetti. Negli atti del processo e degli appelli che seguirono, racchiusi in sei volumi e due milioni e mezzo di parole, non vi è riferimento alle Impronte digitali. Sembra che nessun autore di tutti i libri e pubblicazioni sull'argomento sia stato al corrente di questo fatto delle Impronte tenuto cosi bene nascosto per lungo tempo. Francis Russell, quando venne informato della mancanza di questo elemento nel suo resoconto, lo scartò. "In quanto al rapporto celato delle impronte cosi pubblicizzato da Mr. Cook" egli scrisse, " non ve n'è traccia. Il fatto è che la macchina del fuggitivi fu guidata e maneggiata da tante di quelle persone prima che giungesse la polizia distato, che il risultato fu negativo. Qualsiasi impronta pertinente sarebbe stata già cancellata - se fosse esistita". Questa potrebbe ben essere la versione ufficiale ,ma non si accorda con gli elementi In esistenza " prima" dell'arresto di Sacco e Vanzetti. In cinque occasioni diverse, il "Brockton Times" fece particolare riferimento all'esistenza di Impronte digitali; quest'informazione, ottenuta da fonti della polizia, indicava invero che queste rappresentavano la maggiore speranza nella soluzione del caso. poi con l'arresto di Sacco e Vanzetti, vennero eseguiti "confronti" - e, dopo di ciò, silenzio. Questo deve essere giudicato Il punto più slgnflcatlvo del caso Sacco e Vanzetti; polchè, 16 CONTROCORRENTE - Gtugno 1963
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==