Sacco era l'arma impiegata nel delitto. Nel 1924, sebbene il fatto venisse ignorato in quel tempo nel Massachusetts, le qualifiche di Van Amburgh vennero messe in dubbio in un caso nel Connecticut. Un prete cattolico era stato trapassato alla testa da un Proiettile in una strada di Bridgeport. Una persona sospetta fu fermata. Questi aveva un'arma dello stesso calibro e marca di quella del delitto. Van Amburgh asseri che il colpo fatale era partito dalla pistola dell'indiziato. Ma altri aspetti dell'affare incominciarono ad instillare dubbi nella mente di Homer S. Cummings, il quale in seguito divenne ministro della giustizia. Cummings, spalleggiato da rapporti contraddittori di sei altri esperti di balistica, mise a confronto Van Amburgh, lo fece tentare di appaiare le fotografie con le quali egli aveva comparato i segni su un Proiettile sperimentale con quelli sul proiettile dell'omicidio - e dimostrò che il paragone era estremamente inesatto. La persona sospetta che, in base alla prova fornita da Van Amburgh, avrebbe potuto esser mandata alla sedia elettrica, fu rilasciata. poi vi fu il maggiore Calvin Goddard, un esperto che fu uno dei primi ad usare la tecnica di confronti al microscopio nella esaminazione dei proiettili. Goddard entrò in scena men tre si facevano sforzi perchè Sacco e Vanzetti venissero sottoposti a un nuovo processo. Egli concluse dai suoi esami che il proiettile fatale per Berardelli era stato sparato solamente dalla ripoltella di Sacco. In seguito, nel 1927, Goddard fallì in un processo a Cleveland. Un contrabbandiere di bevande alcooliche era stato ucciso; un indiziato fu arrestato. La polizia di Cleveland mandò a Goddard due dei proiettili impiegati nell'omicidio e diversi altri sperimentali sparati dalla pistola della persona sospetta; Goddard espresse la sua opinione affermando che fu quella la pistola da cui partl il colpo fatale. Sfortunatamente per la sua fama di esperto, l'indiziato in seguito provò che egli aveva comprato la rivoltella un mese dopo il delitto. Tali difficoltà, se non tirano in ballo l'intera scienza balistica, mostrano almeno che la scienza è soggetta all'imparzialità ed interpretazione di coloro che conducono gli esami. Un esperto compromesso spesso cessa di essere esperto. Sebbene egli fosse conscio di questo pericolo, Francis Russell decise di tentare di giungere alla verità finale del caso SaccoVanzetti organizzando una nuova serie di esperimenti con la pistola di Sacco. Egli tentò, ma fallì, di ottenere un esperto imparziale da un'associazione nazionale di balistica. Finalmente scelse due esperti del New Jersey: Jack Weller, impresario d'una società immobiliare a Princeton e ingegnere, consulente per armi da fuoco e curatore del museo di West Point; e il tenente-colonnello Frank W. Jury (ex-uffi. ciale), già a carica del laboratorio della polizia di quello stato per l'identificazione di armi da fuoco. Jury e Weller sperimentarono con la vecchia pistola di Sacco l'undici ottobre 1961. Quindi presentarono un rapporto nel quale essi ritenevano che il proiettile fatale a Berardelli " fu sparato dalla pistola di Sacco e da nessun'altra". E' principalmente in base a questo rapporto che Russell conclude che Sacco era colpevole, \'anzetti no. Per Russell, questo nuovo verdetto sembra risolvere ogni dubbio, ma per altri vi sono ragioni per essere più scettici. Un motivo principale è che Weller e Jury furono entrambi autori di una revisione di un testo classico " Investigazione sulle armi da fuoco, identificazione e prove " pubblicato nel 1957. Nella prefazione resero tributo al colonnello Goddard "il quale ci diede generosamente il beneficio della sua esperienza unica ", e nel testo prestarono omaggio a Van Amburgh per un'opera che " fu di grande utilità alla causa della giustizia nel famoso (caso) Sacco e Vanzetti ". Una sezione del libro, che venne contribuita dalla polizia del Massachusetts, contiene fotografie con confronti di proiettili allo scopo di mostrare che il colpo fatale parti dalla pistola di Sacco. L'intera impostazione del testo in questa sezione è che le prove balistiche nell'affare Sacco e Vanzetti sono indiscutibili. Ma ciò che appare chiaramente evidente è che i due esperti scelti da Russell per condurre gli esami nel 1961 già in anticipo erano pregiudicati a favore dei due esperti circondati da maggior controversia, Van Amburgh e Goddard; essi avevano già accettato come ultima verità la versione dei fatti fornita dalla polizia. In tali circostanze, la loro imparzialità deve anche esser messa in dubbio. In fondo non rimane che un singolo elemento molto offuscato. Se si decide che Sacco era colpevole, secondo Russell, bisogna accettare " in totum " le dubbie prove balistiche; vi si deve allora dare maggior valore di qualsiasi altra cosa, di tutti gli indizi a favore di Sacco e Vanzetti. Per esempio, occorre ignorare un alibi che, anche nell'atmosfera del tribunale, si penserebbe fosse stato estremamente persuasivo a vantaggio di Sacco. Sacco aveva testimoniato che egli si era recato a Boston il 15 aprile per ottenere il passaporto per l'Italia, e al ritorno nel treno si era seduto sul sedile di fronte a uno sconosciuto che scese con lui a Stoughton. In seguito, durante il processo, Sacco riconobbe quest'uomo tra gli spettatori in aula. Questi era James Hayes, un muratore ed imprenditore di Stoneham oltre ad essere ispettore stradale. Messo alla sbarra, Hayes confermò di essersi recato a Boston il 15 aprile; egli aveva persino un orario per provarlo, poichè, quel giorno, suo fratello gli aveva dato $50 ed egli era andato a Boston per comprare dei pezzi di ricambio per la sua automobile. Testimoniò anche che sedeva in treno nel posto esatto che Sacco aveva descritto e che di fronte a lui era un uomo; ma egli non CONTROCORREN'l'E - Giugno 1963 15
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