~ONTl~~O J"IJNE 1963
rRED C:OOK FRED J. COOK e' l'autore dell'importante articolo che pubblichiamo in questo numero di CONTROCORRENTE sul caso Sacco-Vanzetti - "Le mancanti impronte digitali ". Qu-esto articolo apparve originariamente in THE NATION del 22 dicembre 1962. Mr Cook -e' riconosciuto uno dei piu' abili giornalisti degli Stati Uniti. Si occupa di problemi di carattere sociale. E' competente. Coraggioso. Non esita a dare carattere scandalistico al materiale eh-e egli getta fra le gambe del pubblico. Anzi preferisce dare al materiale risultato dalle 1;ue inchieste il tono della rivelazion-e e dello scandalo. E' forse la migliore maniera di farsi leggere e richiamare l'attenzione del pubblico sui problemi discussi. Mr. Cook si -e' graduato in giornalismo alla Rutgers University del New J crs-ey e ha fatto del giornalismo la sua professione. Dopo avere speso i primi anni di tirocinio in alcuni giornali del New Jersey, passo' alla staff del "World-Telegram" di New York. Durante la sua attivita' giornalistica nella grande metropoli, Mr. Cook rivelo' attitudini speciali nel raccogliere mat-eriale adatto per la denuncia di macchine politiche e di istituzioni corrotte. Questa sua attitudine lo spinse a cercare una pubblicazione che gli permettesse di portar-e davanti al pubblico i risultati dei suoi studi e delle sue ricerche. Aveva bisogno di una tribuna che non gli mettess-e la mordacchia. Fu cosi' che fini' nel gruppo editoriale della ben nota rivista liberale 'l'lIE NATION. Questa rivista era nota per le sue campagne in difesa degli id-eali democratici e contro la corruzione esistente nei partiti e fra i politicanti sudicioni che si annidano nelle sfere governative di alto e basso rango. Durante il corso degli anni Mr. Cook ha pubblicato notevoli studi rn numeri speciali di THE NATION. Ne ricordiamo alcuni di sfuggita: - "THE WARFARE STATE" "THE PENTAGON" - "THE CORRUPT SOCIETY" - "THE ULTRAS" Come e' risaputo, l'elemento intellettuale e liberale americano, ha in piu' occasioni manifestato il proprio risentim-ento contro il tribunale di Dedham che emetteva la sentenza di morte contro Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Anche THE NATION, fino dai primi giorni della persecuzione contro Sacco e Vanzetti si schi-ero' con i gruppi che ne agitavano l'innocenza. Piu' di una volta abbiamo pubblicato nomi riveriti e illustri, ben conosciuti e stimati nomi di persone impegnate a tener viva nella vita sociale e culturale americana, la lotta in difesa dello spirito e della vita st-essa. Quei nomi erano usati per significare che gli intellettuali piu' noti di questo grande paese reclamavano la riabilitazione di du-e anarchici innocenti, bruciati sulla sedia elettrica per un delitto che non avevano commesso. Ci piace ricordare che fra quei nomi erano inclusi Eleonora Roosev-elt, Dorothy Canfield Fisher, Arthur Schlesinger, dell'Harvard University e di legioni di professori di tutte le piu' importanti universita' d'America. Nomi resonanti, conosciuti in Am-erica e nel mondo, come Anatole France, Romain Rolland, Bertrand Russell, Bernard Shaw, Albert Einstein, tutti insorti contro il delitto piu' crudele della storia. Quel delitto atroce aveva fatto singhiozzare l'umanita' in ogni piu' remoto angolo della terra. Nessuna sorpresa dunque eh-e Mr. Cook abbia sentito il bisogno, dopo quarantanni, di esaminare il caso per conto suo. L'analisi che presenta in questo articolo magistrale non lascia nessun dubbio sul suo risentimento contro un delitto eh-e solleva tutt'ora rabbia e indignazione contro le auto- , ita' che organizzarono il complotto e mandarono Sacco e Vanzetti alla sedia elettrica. Siamo lieti di poter annoverare Mr. Cook fra coloro che non sanno perdonare allo stato del Massachusetts di aver fatto strame della giustizia. a. f.
RIVISTA DI CRITICA E DI BATTAGLIA Fondala nel 1938 - Direttore: ALDINO FELICANI indirizzo: CONTROCORRENTE, 157 Mllk Street, Boston 9, Mass. CONTROCORRENTE ls p,bllslled bl,monthly.M•II adchn: 157 Mllk SL, B05too.Aldl111Ftllcanl, Editor and Publlsho.r. Offlu ol pwll.ilon 157 'Mllk Strnt, Boston9, Mm. Stcond,class,,.., prMl,v,s authorlztd at B05IOII,Mass. Subwlptlon $) a ,..,, Vol. 19-No. 6 (New Serles #36) BOSTON, MASS. May-June, 1963 Corriere Italiano TUTTO IN Il mese di giugno è tradizionalmente riservato alle spose. Non ho mai avuto l'abitudine di leggere nei giornali la colonna matrimoniale e quindi dei movimento delle sposine nulla so; e, per quanto mi sia forzato durante i passati mesi a ignorare piccoli e grandi avvenimenti, alcuni si sono ugualmente fissati nella mente e divengono soggetto di questo scritto. PAPA VA E PAPA VIENE. - Giovanni XXIII ha, come si dice - reso l'anima al suo dio. La sua malattia e morte ha commosso il mondo cristiano e non cristiano. La tecnica pubblicitaria impiegata durante il pontificato di Giovanni e magistralmente sfruttata nel corso del male che lo ha ucciso, se applicata in circostanze diverse, riuscirebbe finanche ad eleggere Barry Goldwater alla presidenza degli Stati Uniti e rifarebbe di Giuseppe Stalin un santone di primissima classe. E' stato generalmente accettato che Papa Giovanni era un brav'uomo. Questo non voglio contestare. Non v'è nessuna ragione perchè anche un Papa non possa essere "buono". Dai primi giorni della sua ascensione al trono della chiesa, Papa Roncalll si è dato deliberatamente a frantumare certe centenarie convenzioni qual fossero vecchi detriti da gettare nella fossa dei relitti e, particolarmente con le due Enci• eliche, "Mater et Magistra" e "Pacem In Terris ", ha aggiornato la chiesa cattolica alla realtà del tempo; mentre col suo apparente liberalismo durante la prima fase del Concilio Ecumenico, ha riportato 11 cattolicesimo verso le fonti originali del cristianesimo, rialzandone Incalcolabilmente il prestigio. Se le sue azioni sono state ispirate a beneficare i popoli della terra, non è certo mancato il calcolo di tirare acqua al mulino ecclesiastico. C'è per chi Giovanni è morto e per chi, - il cardinale Ottaviani ad esempio -, egli è morto diavolo. Meglio lasciare agli esperti il valutare le virtù e le manchevolezze del deceduto. UN MESE * * * "Cosa pensi del nuovo Papa? " è stata la domanda corrente su le labbra di molti subito dopo la nomina. A chi mi ha interpellato, ho risposto: "Cosa posso io dire. Tutto quel che so di papa Montini, è ciò che leggo nei giornali. A legger tutto ci vorrebbero delle settima• ne, dei mesi, per poi finire a capirne meno di prima. Si afferma che il cardinale Montini se l'è Intesa assai bene con Pio XII, e cosi pure con Giovanni XXIII. Il primo è stato il duro e aristocratico Papa attaccato alle vecchie tradizioni della chiesa, opposto ad ogni movimento innovatore; mentre Roncalli è stato il Papa contadino bonaccione, lungimirante e democraticamente disposto. Per eleggere Montini al papato sono stati necessari I voti della corrente cardi· nalizia fedele alla Curia romana oltre a quelli della corrente innovatrice. Il che dimostra che il nuovo Papa è l'insieme di un po' di tutto, e quel ch'è certo, egli seguirà, - politicamente scaltro qual'è, - una politica che sopratutto rafforzerà il dominio ecclesiastico su le masse popolari, apportando alla chiesa nuove reclute e nuove ricchezze. Quando mai la ricchezza non è stata sinonimo di conservazione sociale? * * * GOVERNO CHE NON GOVERNA. C'è o non c'è oggi un governo in Italia? Chi dice di si e chi dice di no. Certo è che il paese da molti mesi non ha avuto un governo che si potesse veramente definire tale. Eppure, ad eccezione dei politi· canti di mestiere, nessuno è sembrato accorgersi del fatto. Le cose non sono andate nè meglio nè peggio di quanto là v'era un governo che pretendeva governare. La serie degli scandali finanziari e d'altra natura è continuata ininterrotta. Da Fiumicino al doganiere Mastella che ha pelato lo Stato di un miliardo di lire; dalle frodi su le patenti dei medicinali a quelle delle
banane. . . aì trìonfl legali della maffla. Alla cassazione di Roma sono state confermate le condanne contro gli antifascisti che nel giugno del 1960 a Genova stroncarono con la loro azione di piazza il tentativo tambroniano a ripristinare il fascismo. Intanto qualche tempo prima i mafiosi-banditi frati di Mazzarino venivano assolti; (ora in appello condannati) -; assoluzione in appello dei mafiosi dapprima condannati all'ergastolo per l'assassinio del sindacalista Carnevale. Migliaia di assassinati e scomparsi in Sicilia per opera della mafia. Alla polizia di un paese che poliziescamente controlla ogni suo abitante, - cittadino o non, - non è mai stato possibile scovare i perpetratori di tanti delitti. Ora che d'un colpo dalla " onorata società" sono stati massacrati cinque agenti di polizia, due militari e due civili, le dormienti autorità hanno iniziata la battuta di caccia agli assassini. Vedremo se anche questa volta il tutto finirà col non trovare l'elefante nella bacinella d'acqua. Dopo le elezioni del 28 aprile in cui la maggioranza dei partiti han perduto voti ai comuunisti, socia! democratici e liberali, da tutte le destre si è levato un coro di recriminazioni contro Giovanni XXIII. Lo accusavano di aver dato aiuto e conforto alla causa comunista. Se il Roncalli non si fosse quasi subito dopo ammalato gravemente, chisà se a qualcuno non fosse venuta l'idea di attaccare falce e martello alla bandiera papalina. Oggi che l'Italia si arrabatta con un governo non governo in seguito al mancato accordo tra partiti socialista e demo-cristiano, per evitare, a detta di Nenni, lo scioglimento delle nuove camere, indizio di nuove elezioni e probabile altro salto in avanti del partito comunista e della destra " liberale"; partiti e fazioni nei partiti si accusano a vicenda per la situazione politica tragico-comica in cui trovasi il paese. Ogni soluzione della crisi è rimandata a dopo il congresso socialista che si terrà in ottobre. Intanto al governo rimarrà il governo che non governa. Ma, dato che la situazione è quella che è, non sarebbe il caso di provare a governare senza governo. Come si volta e gira la frittata, il risultato sembra esser lo stesso. CHI SI RIVEDE! - A voler disbrogliare la matassa e solvere di colpo lo intrigato imbroglio, è accorso non altro che Randolfo Pacciardi. Dopo l'affare dell'aeroporto di Fiumicino e la silenziosa soluzione del processo Pacciardi-Paese-Sera, dell'onorevole ex ministro non se n'è sentito più parlare. Per un momento/è sembrato che la batoste elettorali prese dal povero partito repubblicano avessero eliminato anche lui. Invece, risultato eletto per una delle tante anomalie delle pastette elettorali che favoreggiano la rielezione di certi uomini, l'onorevole ha ripreso fiato. Alle destre parlamentari della democrazia cristiana convenute a Venezia, il "repubblicano" ha indirizzato una lettera contenente la sua proposta di regalare all'Italia un governo tipo gollista, (presidenziale ail'americana, dice lui). Certe innegabili benemerenze del passato continuano a tenere in vita un enigma la di cui vera ftsonomia è ormai ben nota. * .. ~ * PEZZI GROSSI IN VIAGGIO. I potentati della politica internazionale han viaggiato tutti verso Berlino. E' stata una specie di gara di popolarità apparentemente vinta dal presidente Kennedy. Inoltre, pare certo che Kennedy dopo essere arrivato, guardato e parlato, abbia vinto qual• che altra cosa più sostanziosa dell'accoglienza clamorosa dei tedeschi occidentali. In Inghilterra il presidente ha trovato un governo sotto accusa perchè dello scandalo Keeler-Profumo; un governo dal prestigio ridotto a povera cosa. In accordo con MacMillan o MacMillan in accordo col ppresidente, il progetto per l'armamento atomico multi-nazionale della NATO è stato accantonato. E' stato un progetto che non ha trovato In dal suo nascere eccessivo entusiasmo presso alcun paese partecipe alla alleanza atlantica. In Italia Kennedy ha trovato un altro governo senza autorizzazione a governare e tanto meno a prendere impegni militari di carattere internazionale. Se positivo è stato il suo incontro con Paolo VI, il positivismo potrà essere stato soltanto tale da accrescere la sua popolarità " at home ". Il ricevimento popolare romano ha brillato per la sua indifferenza, mentre l'addio rumoroso del popolo napoletano è stato un caloroso tributo. In sostanza, tutto som• mato e sottratto, i risultati politici della visita in ltalia ammontano ad un netto zero. Il viaggio in Irlanda, come è stato detto, personalmente sentimentale, non ha mancato di valore propagandistico che gli sarà di aiuto negli S.U. In Germania però, a Bonn, le cose sono andate alquanto differentemente e il lato positivo assai più rilevante di quanto appare esteriormente. Kennedy è stato celiato per aver condotto nella Germania occidentale, e particolarmente a Berlino, una specie di campagna elettorale. De Gaulle che ha seguito subito su le orme di Kennedy, ha disdegnato di recarsi a Berlino dicendo di non essersi recato in Germania per partecipare ad una contesa elettorale. Comunque, i suoi colloqui con Adenauer, il designato futuro Cancelliere Erhart e altri membri del governo federale, si sono conclusi in un quasi completo fallimento. Tutta la stampa francese ammette Ja sconfitta degolliana e altrettanto fa la stampa tedesca. Kennedy è riuscito a fendere l'unione franco-germanica e gli eventi dei prossimi mesi ci diranno assai più. 4 CONTROCORRENTE - Giugno 1963
* * * Le donne della pace riunite a Mosca han guerreggiato tra loro. I litigi sono stati causati dall'intromissione della solita propaganda anti americana nel consesso "pacifista". E' stato come una bibita rinfrescante ad un morente di sete il sentire delle donne dichiaratamente comuniste protestare contro il disgustevole procedimento. Apparentemente incomincia a destarsi la compattezza dovuta alla ferma disciplina con la quale il " comunismo" ha fin'ora controllato i suoi seguaci. Neppure Krusciov ha avuto grande fortuna col suo viaggio nella " repubblica democratica". Varie differenze han fatto capolino tra i convenuti dai paesi satelliti e la Romania ha addirittura fatto affronto a Nikita con l'assenza dei suoi alti funzionari. C'è chi insinua che questo paese al quale i dittatori di Mosca impongono una economia agricola e negano l'industrializzazione, va orientandosi verso la Cina in un tentativo di ricatto. In questi giorni, sempre a Mosca, delegati cinesi e sovietici si riuniscono per discutere le differenze ideologiche tra i due paesi. DiCferenze dietro le quali si nascondono altre di natura assai più seria, come ad esempio, il timore della Russia di avere un vicino troppo possente. Staremo a vedere se " borscht" e riso riusciranno a sposarsi e produrre un felice matrimonio. l'opinione degli altri • • • • Dalla vecchia Inghilterra, attraverso la Manica e gli altri mari, si è sparso nel mondo un salace " profumo ". Tutto perchè il signor Profumo ha avuto la debolezza di mentire al parlamento. Proprio lui, quel ministro della guerra avrebbe dovuto apparire forte e coraggioso, se non addirittura eroico. per salvare la sua alta carica e carriera, pur rischiando di perdere la moglie, sarebbe bastato ch'egli, quando citato per le sue relazioni di carne con la magnifica Christie Keeler, avesse mostrato ai parroccuti parlamentari una fotografia della signorina abbigliata soltanto delle sue possessioni naturali, e con voce da vero condottiero di eroi, detto: "Gent!emen/ ! !, si, ecco l'evidenza della mia colpevolezza, il corpo del mio reato. Cosa avrebbe fatto, come si sarebbe comportato ognuno di voi che si sente ancora uomo, se confrontato da tanta abbondanza, da tanto splendore? Chi di voi ha perduto la virilità, lanci la prima pietra". Entusiastici e unanimi applausi lo avrebbero salutato e levato in trionfo. Probabilmente oggi, invece di essere un uomo in disgrazia, occuperebbe il posto che MacMillan sarebbe stato costretto a lasciare. Morale: la moralità dell'ipocrisia e della menzogna è più immorale della moralità dei moralisti. Nomade COSAFARECONTRGOLISCANDAL Il nuovo presidente del Consiglio, on. Leone, si è richiamato, nelle recenti dichiarazioni alle due Camere, ai "deprecati scandali " degli ultimi mesi per rinnovare l'impegno ad una coraggiosa riforma della ammini.strazione. Ce n'è bisogno. Cominciamo da una statistica. Fra le tante statistiche esistenti, ve n'è anche qualcuna circa i peculati, le ruberie e gli atti di corruzione nell'ambito delle Pubbliche Amministrazioni. Ecco, a titolo di curiosità, alcuni dati che mi càpitano sott'occhio: settembre 1961, 26 denunce per i delitti suddetti, tutte contro persone note; settembre '62, 16 denunce, di cui 15 contro persone note, e 1 contro ignoti; gennaio 1963, 3ll denunce, tutte contro persone note. Ho riportato la distinzione tra delinquenti "noti " ed "ignoti, " non per pignoleria, ma per trarne la conseguenza, ovvia del resto, che le statistiche si riferiscono quasi sempre a denunce contro soggetti presi con le mani nel sacco, e, quindi, noti; però, a lato ai venticinque delitti (in media) al mese, denunciati perchè praticamente accertati, ce ne saranno, forse, delle centinaia che non sono stati denunciati perchè del delitto nessuno si è accorto. Ciò è confermato dal fatto che famosi peculatori, (Ghelardi: per un miliardo; Mastrella: idem) e tanti altri, hanno continuato per anni a falsificare documenti e a rubare, senza che alcuno aprisse gli occhi; il noto Ghelardi, di Savona, continuò la sua attività per ben venti anni, con una media di sottrazione di fondi per 50 milioni all'anno. Perciò non si potrà mai fare, purtroppo, un conto preciso dei miliardi rubati allo Stato, agli enti locali, a quelli parastatali, ai contribuenti e ai cittadini tutti; si tratta però, certamente, di cifra ingente, e il fenomeno è tanto più doloroso, in quanto altri miliardi si spendono per controlli; e si spendono se non proprio senza frutto, almeno in parte senza alcun frutto. Sicchè ci si potrebbe chiedere, quali somme si potrebbero risparmiare, se la spesa di esse non giova a nulla. Se è difficile la diagnosi del male, più difficile è la cura. Non c'è nemmeno la consolazione di prendersela... con le guerre mondiali: l'ultima guerra è di circa venti anni fa, e sino a poco fa c'è stato anche il miracolo economico; non dico che i vari impiegati peculatori potessero nuotare (onestamente) nell'abbondanza, ma non è neppur vero che soffrissero la fame. CONTROCORRENTE - Giugno 1963 5
Si è fatto qualcosa In questi ultimi tempi, per moralizzare (o tentare di moralizzare) la pubblica amministrazione? Non direi. Per Fiumicino, si fece un'inchiesta parlamentare, che, tra gettoni e atti stampati, sarà costata parecchio; tra le proposte, fu avanzata e approvata quella di riformare la legge sulla contabilità di Stato; e fu anche proposto, e giustamente, di dare maggior voce a maggiori poteri ad organi collegiali (consultivi e di controllo) imparziali e giustamente stimati (Consigli di Stato, Corte dei conti): ma cosa si è fatto per realizzare la prima o la seconda proposta? Ora, abbiamo i casi di Mastrella e di Bartoli Avveduti; e tanti altri di minor rilievo economico, ma pur sempre gravi; vogliamo fare altre inchieste parlamentari? A che pro? C'è qualche ministro, qualche direttore generale che riconosca di avere sbagliato, sia pure soltanto per trascuraggine od imprudenza? Sembra di no: sono tutti valenti, tutti coscienziosi, tutti. .. avveduti. Il Paese, i partiti, gli eletti, si preoccupano di una cosa sola: la lotta e la prevalenza politica. Non è stato forse detto (autorevolmente) che le Regioni, benchè costosissime, ed amministrativamente più dannose che utili, si possono e si debbono fare, purchè sia assicurata, in esse, la prevalenza... del centro-sinistra? E come può andar bene l'Amministrazione, se i più alti dirigenti si scelgono col solo criterio della tendenza politica; se nessuno si cura che essi siano esperti del ramo, attivi e di buon senso; se abbiano dato prova, o non, di saper reggere una amministrazione? Ma questo è appena il punto di partenza; il brutto viene dopo, e sta nel fatto che questi ministri, scelti per investitura di parte, non solo non fanno niente per il regolare andamento dell'amministrazione (e di solito i sottosegretari di Stato, invece di attendere all'amministrazione, curano I loro interessi politici), ma si oppongono, praticamente, a che la vigilanza sia fatta - in modo regolare e spassionato - dai loro dipendenti: scelgono male i loro direttori generali (preoccupandosi più che altro delle loro simpatie politiche) e se e quando, si tratta di scegliere o di trasferire, alla periferia, I vari Mastrella, si ispirano alle medesime preoccupazioni politiche; le pressioni sindacali fanno il resto. Segretari particolari e capi di gabinetto salgono non di rado ad alti posti, per ciò che hanno fatti di. .. indebiti favori politici. Le missioni, ad esempio. Ci sono centinaia, anzi migliaia, di ispettori (anche di enti parastatali) che vanno su e già per l'Italia, per controllare appalti, gestioni, scuole, spese. Queste missioni costano un occhio; ma il mal costume dilaga e il controllore si fa pagare i pranzi dal controllato; il conto dell'albergo è spesso pagato dall'Ente vigilando, e il controllore, per essere sicuro della buona e comoda accoglienza, avverte del suo arrivo, per telefono, il controllato. Il quale perciò porta a casa le carte sporche e lascia in ufficio quelle pulite. Lo stesso è per gli incarichi per reggere gli enti: po!itique à'abO-rd. E cosi si spiega il " cumulismo " e la pessima amministrazione: chi è nominato per favore, si dovrà pur sdebitare verso il suo partito. Non parlo delle spese elettorali addossate agli enti, tipo lngic, o ad appaltatori vari: non per nulla - si dice - sono stati prorogati, un anno e mezzo fa, gli appalti delle imposte di consumo, col pretesto di una riforma che è tutt'altro che prossima. Per gli anti locali, Il quadro è anche peggiore. Per essere consigliere comunale, e magari assessore, basta saper mettere la propria firma; e con il complicato tecnicismo di oggi, I dirigenti, poi, dovrebbero essere responsabili e sono Ignorantissimi; hanno gli occhi e non vedono, come dice il Vangelo. Hanno l'indennità di carica, tutti, ma la carica è di solito presa come una sinecura, salve le preoccupazioni e le ingerenze politiche; e la disonestà amministrativa è frequente e rimane Ignota, anche perchè l'impiegato infedele si accaparra la simpatia o almeno l'omertà del proprio dirigente con I pranzi o con le bottiglie di liquori, ai quali seguono, poi, doni più sostanziosi. Ci sarebbe, come rimedio, l'eventualità di controlli governativi, prafettizi ecc. ecc.: ma al controlli il clima politico è decisamente avverso, e non si sente predicare e richiedere, con l"accrescimento delle autonomie, che la soppressione dei controlli o il trasferimento di essi a ... presidenti regionali dello stesso partito. Se vogliamo salvare questa democrazia ammalata, vogliamo curarla? SI o no? Vogliamo fare in modo che nelle pubbliche amministrazioni si rafforzi, anche con lo esempio che viene dall'alto, la competenza e la rettitudine? " 11 Resto del Carltno " 6 luglio 1963 Michele La Torre ALCUNE CENTINAIA di lettori ricevono regolarmente copie della rivista. Non si sono premurati di rispondere ai nostri appelli. Se tutti coloro che ricevono si facessero vivi non vi sarebbero ragioni di preoccupazioni. Non cl sarebbe deficit. Diciamo senza esagerazione che se tutti pagassero l'abbonamento potremmo cambiare la frequenza della pubblicazione - potremmo farla mensile. Ai nostri amici rinnoviamo l'appello di cooperare. Se ogni lettore che vuol vedere la rivista divenire efficace, supplisse il nome di due o più amici, perchè fosse loro mandata la rivista, e ciò fosse fatto metodicamente, assiduamente, la rivista potrebbe divenire un mezzo di propaganda effettiva ed influente. I nostri lettori, volendolo, potrebbero davvero aggiungere prestigio ed Influenza a CONTROCORRENTE. E potrebbero rendergli la vita sicura. 6 CONTROCORRENTE - Giugno 1963
Archivio: Sacco-Vanzetti LE MANCANTIMI PRONTDEIGITAL Trentacinque anni fa, poco dopo la mezzanotte, il 23 agosto 1927, " il bravo calzolaio " ed il " povero pescivendolo " - Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti - andarono incontro alla loro morte sulla sedia elettrica del Massachusetts in un supplizio che sconvolse la coscienza del mondo civile. Fu proprio la gravità di tale operato che rese l'uso della sedia elettrica nello stato del Massachusetts sempre più raro, fin quasi ad un completo abbandono e che, anche oggi, dopo più di trent'anni, riesce ancora a dividere in aspra controversia sia coloro che sono rimasti scossi dalla tragedia che quelli che non sono riusciti a concepire che l'autorità abbia potuto esser mai cosi cieca, cosi erronea, cosi pervertita. Lo scontro tra il conservatore che si appiglia alla santità delle istituzioni e il liberale che sostiene la santità dell'uomo quasi certamente verrà rinfocolato e maggiormente stimolato da un nuovo libro scritto da Francis Russell, "Tragedia a Dedham: la storia di Sacco e Vanzetti ", un'opera che può venir descritta un capolavoro di ambiguità. In esso si trovano quasi tutti i motivi per la profonda fiducia di tanti nell'innocenza di Sacco e Vanzetti; anche l'opinione di Russell, che se egli fosse stato uno dei giurati, probabilmente egli si sarebbe pronunziato a favore della loro condanna. L'autore proclama che, dopo una sua esperienza come membro di una giuria di Dedham, non si sarebbe mai fidato delle opinioni degli esperti i quali generalmente testimoniano a favore di coloro che li pagano; d'altra parte egli si affida ultimamente all'opinione degli esperti di balistica, la cui par-~ialità a favore della polizia fu già rivelata, per concludere che Sacco era colpevole, Vanzetti innocente. Il verdetto di Russel! è l'ultimo di una serie che, negli ultimi mesi ha riesaminato il caso Sacco-Vanzettl da un punto di vista principalmente conservativo. La prima di queste recenti apologie a favore dei funzionari e le istituzioni del Massachusetts apparve nel 1960, nel libro " Sacco e Vanzetti: l'omicidio e il mito" di Robert M. Montgomery, un consulente legale di lunga esperienza per compagnie di Boston, il quale concluse che di tutte le menzogne "il mito di Sacco e Vanzetti è la più colossale". William F. Buckley Jr., del "National Review ", accettando come sacra scrittura il libro di Montgomery, proclamò in un articolo pubblicato nell'" American Legion Magazine " che ii processo fu impar-~iale e che Sacco e Vanzetti erano colpevoli. In contrasto James Grossman riteneva in un articolo pubblicato sul "Commentary ", nel gennaio 1962, Sacco colpevole, Vanzetti innocente. Ora Francis Russell, in base agli esami balistici fatti Articolo di Fred J. Cook con la Colt calibro .32 trovata indosso a Sacco quando questi fu arrestato, giunge alla stessa conclusione che egli qualifica in tal modo: egli è certo che la pistola di Sacco era una delle due usate durante la brutale rapina ed omicidio di South Braintree, e che anche se lo stesso Sacco non vi avesse partecipato, egli avrebbe dovuto almeno conoscere chi ne fu responsabile. Queste nuove rivalutazioni mostrano che il caso Sacco e Vanzetti, anche dopo trentacinque anni, non è stato dimenticato. I quesiti fondamentali che si posero allora si ripropongono nuovamente. Furono due uomini completamente innocenti giustiziati perchè una società conservatrice li condannò per le loro idee radicali? Fu la giustizia torta ed abusata da coloro che dovevano amministrarla non tanto per ciò che Sacco e Yanzetti avevano fatto, quanto per il fatto che le loro idee potevano farli sembrare persone capaci di tale crimine, cioè rendendoli automaticamente colpevoli ? Porsi queste domande vale dire rifar venire a galla i vecchi dubbi e rinfocolare, anche ai nostri giorni, il desiderio di trovare le risposte. I. Il Caso Sacco e Vanzetti non può esser capito senza conoscerne lo sfondo. Non era, come la propaganda ad ispirazione comunista voleva fare intendere, un complotto macchinato da una società capitalistica per eliminare due pericolosi anarchici immigrati. Al contrario, agli inizi la società capitalistica del Massachusetts non era neppure a conoscenza dell'esistenza di due uomini chiamati Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. <L'intero caso Sacco e Vanzetti sorse per una combinazione di idea e circostanza avendo origine nella mente di un uomo, il capo della polizia della città di Bridgewater, Michael E. Stewart. 'La prima traccia che contribui alla formazione della teoria di Stewart ebbe origine da un mancato tentativo di rapina. Il 24 dicembre 1919, quattro uomini armati tentarono un'imboscata a Bridgewater per impadronirsi di un furgone contenente delle paghe. Fu un'Impresa da dilettanti, un tentativo da strapazzo. Il conducente riusci a passare a scossoni con il veicolo dall'altra parte delle rotaie; fortunatamente un tram venne ad interporsi tra il furgone ed I banditi; e i tre briganti, che dalla strada avevano lanciato una sparatoria contro il veicolo, saltarono dentro la loro macchina nera e fuggirono. Lasciarono due tenui tracce: l'uomo a capo della sparatoria aveva dei baffi neri; le targhe della CONTROCORRENTE - Giugno 1963 7
automobile impiegata per l'imboscata (il numero fu frettolosamente scritto da un testimone) erano state rubate dal garage di Hassam a Needham. Il capo della polizia Stewart seguiva ancora la vaga traccia lasciata dalla rapina a Bridgewater quando, nel mezzo delle sue meditazioni, il 15 aprile 1920, un crimine molto più atroce ebbe luogo a South Braintree. Cinque uomini in una Buick per passeggeri (Stewart già si era formata la teoria che la macchina impiegata a Bridgewater fosse una Buick rubata a Needham, sebbene due testimoni l'avessero chiaramente identificata come una Hudson) abbatterono al suolo a colpo di fuoco l'addetto alle paghe e una guardia che porta vano una somma di 15,776.51 dollari alla Slater & Morrill, una fabbrica di scarpe a South Braintree. I rapinatori riuscirono a fuggire sparando all'impazzata per la città e spargendo chiodini lungo la strada per impedire l'inseguimento. Per una singolare circostanza, il crimine di South Braintree avvenne nel momento preciso in cui il capo della polizia Stewart, gli agenti Pinkerton e ispettori dell'immigrazione misero alla luce dei fatti curiosi che Stewart ritenne fossero possibilmente collegati alla rapina di Bridgewater. Gli agenti Pinkerton avevano scoperto un dubbio testimone il quale pretendeva di aver inventato una macchina per risolvere i crimini. Sarebbe bastato, secondo l'inventore, un'occhiata in questo strano aggeggio per scoprire chi commise qualsiasi crimine. I Pinkerton, gente scettica, non erano granchè interessati alla macchina, ma diedero piuttosto importanza alla diceria che l'inventore aveva udito presso la comunità italiana. Secondo quest'informazione, gli uomini che parteciparono alla tentata rapina di Bridgewater erano degli anarchici italiani che solevano vivere in un casolare vicino al cantiere Fore River in Quincy. In quei tempi era facile immaginare gli anarchici autori di ogni crimine. Il ministro della giustizia A. Mitchell Palmer aveva diretto le sue infami rappresaglie contro i Rossi, mettendo in pericolo nelle sue retate generali ogni sorta di innocenti passanti. Gli anarchici avevano risposto facendo saltare in aria numerose case di funzionari, mentre la deportazione dei radicali divenne un avvenimento quasi quotidiano. Era una frenesia nella quale partecipò anche il capo della polizia Stewart. Egli aveva aiutato Il Servizio d'Immigrazione nell'arresto di sei Italiani accusati di aver distribuito opuscoli che incoraggiavano il rovesciamento del governo. Uno di questi si chiamava Ferruccio Coacci. Coacci era stato impiegato presso la fabbrica Slater & Morrill a South Braintree, ma, dopo esser stato rilasciato sotto cauzione in attesa della deportazione, aveva lasciato il suo lavoro. Si sarebbe dovuto presentare davanti agli agenti dell'immigrazione a East Boston Il 15 aprile, 1920, il giorno della rapina di South Braintree, ma non venne. In seguito telefonò ai funzionari che sua moglie si era ammalata e che egli era rimasto a casa ad assisterla. L'Immigrazione si mise in contatto con Stewart e il capo mandò uno dei suoi uomini assieme a un ispettore a raggiungere un indirizzo di West Bridgewater presso Il quale abitava Coacci. A questo punto incominciò la serie degli avvenimenti che destarono i sospetti del capo Stewart. La famiglia di Coacci viveva precedentemente a Quincy e si era trasferita solo di recente a West Bridgewater, occupando parte di una casa presa in affitto da un altro Italiano, Mike J3oda. Quando l'ispettore dell'immigrazione e lo agente di polizia giunsero sul posto fu evidente che la moglie di Coacci non era cosi ammalata da richiedere la sua assenza da Boston il 15 aprile. Quando Il funzionario dell'immigrazione offri di posporre la deportazione per una settimana, Coacci non ne voleva sentire. Aeva fatto i bagagli ed era pronto a partire; egli disse di voler tornare in Italia in tempo per vedere il padre ammalato; ed egli parti con l'addetto all'immigrazione lasciando sulla soglia la moglie e i figli in pianto. Quando il capo Ste,vart venne a sapere dal suo agente del suo strano modo di agire, egli sviluppò la sua storia. "Qualcosa mi colpi " egli disse In seguito in un'intervista nel 1952. "Le date coincidevano, il 15 aprile la scadenza della cauzione per Coacci, la rapina e la finta malattia. Il sospetto, sorto immediatamente, venne presto riafforza to. La Buick per la fuga usata nell'impresa criminale di South Braintree fu trovata abbandonata in un bosco a due sole miglia di distanza dalla casa dove abitavano Boda e Coacci. Il numero della macchina indicava che era la Buick che era stata rubata a Needham a novembre, l'automobile - il capo Stewart ne era già convinto - che era stata usata durante la rapina fallita a Bridgewater. Le targhe che Il veicolo •aveva per circolare a South Braintree erano anche state rubate a Needham, come quelle attaccate alla macchina durante la rapina di Bridgewater. Null'altro occorreva per convincere il capo Stewart che le rapine di Bridgewater e South Braintree erano imprese compiute dalla stessa banda - e che Coacci vi aveva probabilmente partecipato in entrambe. Sfortunatamente Coacci era in alto mare, ma Boda stava ancora a West Bridgewater, quindi raggiungibile, e il capo Stewart incominciò ad andare a trovarlo e ad esaminarlo. Non essendogli gradite queste attenzioni Boda si diede alla larga. Ma lasciò dietro di sè una traccia: una vecchia automobile Overland molto scassata. Stewart, immaginando che Boda sarebbe tornato a riprenderla, si mise d'accordo con l'uomo addetto al garage per avvisarlo del suo arrivo. Era un piano che tirò in ballo due persone sospette i nomi delle quali erano allora ignoti allo Stewart. La notte del 5 maggio 8 CONTROCORRENTE - Giugno 1963
1920, Boda venne a riprendersi la sua Overland. Era seduto nel carrozzino attaccato alla motocicletta guidata da un certo Riccardo Orclanl; si muovevano dietro due persone misteriose dall'aspetto straniero. L'uomo addetto al garage esitò a consegnare la macchina a Boda polchè mancavano le ,targhe, e Boda e Orclani si allontanarono nel buio. I due sconosciuti se ne andarono via a piedi, attraversarono un ponte ferroviario e salirono su un tram. Stewart, messo all'erta da una telefonata, li fece fermare. Erano Sacco e Vanzettl. Il. Incominciò allora Il tentativo di forzare l'evidenza per adottarla alla teoria di Stewart. Cinque uomini avevano partecipato agli omicidi di South Bralntree e Stewart ora aveva cinque nomi sospetti: Coaccl, Boda, Orclanl, Sacco e Vanzetti. La teoria era basata sulla tesi che i cinque uomini erano coinvolti sia nel crimine di Bridgewater che quello di South Bralntree ,e le autorità si accinsero a provare la validità di quest'idea. Sacco e Vanzettl, quando furono arrestati, erano entrambi armati, Sacco con una Colt calibro .32, vanzettl con una Harrington & Richardson .38. La Colt di Sacco aveva otto pallottole nel rullo ,una In canna; nella sua tasca furono trovati ventitre proiettili di varie marche. Quella di Vanzetti era anche carica, e la polizia gli trovò in tasca 4 cartucce di fucile. Indubbiamente, durante il primo interrogatorio, sia Sacco che \'anzettl mentirono. Vanzettl insisteva che essi erano andati a Bridgewater la sera del loro arresto a visitare un amico che egli potè Identificare solamente come "Poppy ", il cui corretto nome ed indirizzo egli ammise di Ignorare. CONTROCORRENTE - Gtugno 1963 9
Sia Vanzetti che Sacco negarono di conoscere Boda e Coacci; Sacco disse di saper nulla della motocicletta; cercò di giustificare la rivoltella alla cintola e le cartucce adducendo che aveva pensato di poter divertirsi con gli amici sparando al bersaglio nel bosco. Il pubblico ministero in seguito basò la sua •arringa sulla tesi che queste evidenti bugie tradivano "la consapevolezza della colpa", mentre tutto ciò che avrebbero potuto significare era la consapevolezza della paura. Le retate contro gli anarchici continuavano. Due giorni prima l'arresto di Sacco e Vanzetti, un anarchico di loro conoscenza Andrea Salsedo, era andato incontro alla sua fine gettandosi dalla finestra di uno degli uffici del ministero della giustizia a New York, dove era stato trattenuto in completa segregazione. Sacco e Vanzetti in seguito affermarono che, dopo la morte di Salsedo e la continua persecuzione contro gli anarchici, erano stati consigliati a raccogliere e nascondere o distruggere qualsiasi opuscolo radicale in mano loro o dei loro amici che potesse incriminarli. Era per questo motivo, essi dissero, che avevano cercato la macchina di Boda e che avevano mentito quando furono sottoposti all'Interrogatorio, poichè pensavano che la polizia li perseguitasse come anarchici ed essi non volevano coinvolgere I loro amici. E' una spiegazione alquanto plausibile come quella del " senso della colpa " lanciata dall'accusa. La teoria di Stewart, pur sembrando convincente nell'astratto, incominciò ad incontrar difficoltà quasi dall'istante in cui venne confrontata con i fatti. Uno dei primi e più significativi contrasti si manifestò nel caso di Orciani. Il conducente della motocicletta fu fermato il 6 maggio 1920, il giorno dopo l'arresto di Sacco e Vanzetti. I testimoni l'identificarono chiaramente quale uno dei partecipanti alle rapine di Bridgewater e South l8raintree, ed egli ebbe un ruolo principal<:1 nella teoria di Stewart. Stewart ha sempre insistito (anche l'accusa l'implicò ad un certo punto durante il processo di Sacco e VanzettD che Orciani era uno del rapinatori che uccisero la guardia di South Braintree, Alessandro Berardelli; che egli aveva afferrato la pistola di Berardelli, una Harrlngton & Richardson, e che questa era proprio la pistola trovata in tasca di Vanzetti quando egli venne arrestato! In questa ricostruzione del crimine, Orciani era certamente un personaggio chiave e quindi è utile vedere ciò che gli accadde. Arrestato il 6 maggio, egli venne liberato il 12. Perchè? Perchè il foglio di presenza nella fonderia in cui egli lavorava gli forni un doppio alibi perfetto; questo mostrava che egli era al suo posto di lavoro sia il 24 dicembre 1919, che il 15 aprile 1920, le date delle rapine di Brldgewater e South Braintree. Qui, sin dall'inizio, un segnale d'allarme fu lanciato contro la teoria di Stewart. Senza Orciani, la teoria poteva includere solo quattro dei cinque uomini; e se Orciani, un personaggio di vitale importanza nei calcoli di Stewart, potè con un foglio di presenza mandare a monte questa teoria, ne è logico dedurre che l'intero processo, del quale egli faceva parte integrante, era enormemente dubbio. Ma quando le forze della legge si affidano a una teoria e vi mettono in ballo la loro reputazione, la logica va in disuso; la razionalizzazione giustifica ciò che non può venir •altrimenti sostenuto. Stewart aveva la perfetta razionalizzazione, alla quale egli si è sempre appigliato. Qualcuno, egli teorizzò, " deve " aver marcato l'ora d'ingresso per Orciani allo scopo di fornirgli un alibi - e " deve" averlo fatto in entrambi i giorni. E' una teoria che Francis Russell sembra aver accettato "in toto"; eppure non può reggere di fronte alla ragione. Chiunque conosce quanto possa fare la polizia per provare una teoria attraente e rivendicare la loro abilità sa bene che nessuno sforzo sarebbe stato risparmiato nel rastrellamento della fonderia di Norwood, dove lavorava Orciani, per trovare l'eventuale complice e smascherare il suo alibi. E infatti fu proprio ciò che avvenne e lo sforzo non ebbe successo. Tom O'Connor, il dinamico giornalista basso e tarchiato che per primo scopri il modo in cui Stewart aveva formato la sua teoria (vedi "Nuovi aspetti di una vecchia storia ", The Nation, 22 settembre 1926) ben richiama lo sforzo della polizia. "La fonderia nella quale lavorava Orciani era relativamente piccola (scrive O'Connor). Probabilmente impiegava da venti a venticinque persone, e la polizia interrogò i proprietari e il superiore di Orciani nel tentativo di provare che qualcuno aveva fornito a Orciani l'alibi del foglio di presenza. Ma non ebbero successo. Comunque, sarebbe stata una cosa quasi impossibile non notare la mancanza di una persona in un posto cosi piccolo. A differenza, per esempio, di un cantiere navale dove lavorano migliaia di uomini. Ma la polizia tentò con tale vigore di trovar la prova per la sua teoria, che le maestranze se ne risentirono. Ml ricordo che in un'occasione - dimentico In quale momento particolare - gli operai minacciarono di lasciare il loro impiego in massa e di dimostrare a favore di Orciani. Vi potete immaginare un'intera fabbrica in rivolta a favore di un immigrato italiano colpevole per di giunta?" L'immigrazione dei funzionari, una volta spronata, si mise all'opera. La liberazione dell'Orciani, pur causando un gran vuoto nell'interpretazione degli eventi fornita da Stewart, non scosse la fiducia nella totale veracità della versione dei fatti. Testimoni avevano identificato in Vanzetti il rapinatore che era corso nella strada e aveva scaricato le due canne di un schioppo sul veicolo per le paghe a Bridgewater. E Vanzetti fu processato a Plymouth. Fu solo dopo lunghi anni, quasi alla vigilia delle esecuzioni, che l'infaticabile CONTROCORRENTE - Giugno 1963
Tom O'Connor fece una importante scoperta che virtualmente annientò la credibilità dei testimoni nell'intero processo Sacco e Yanzetti. Il giornalista venne a sapere che gli agenti Pinkerton avevano partecipato attivamente nelle indagini sin dall'inizio, e seguendo questa traccia, mise alla luce dei rapporti originali preparati da questi ispettori sui quali i funzionari avevano mantenuto un discreto silenzio. Un'occhiata a questi rapporti mostrò la ragione di tale reticenza: i primi ricordi dei testimoni subito dopo l'avvenimento coincidevano ben poco con le testimonianze fornite per l'accusa durante il processo. Un testimone, che dapprima aveva detto di O non aver visto bene" e non aveva potuto descrivere il volto del bandito con il fucile, in tribunale presentò una descrizione dettagliata e perfetta. Diversi altri avevano originariamente descritto i baffi dell'omicida neri e rasi corti. '.)ra I baffi di Vanzetti non erano affatto corti; I suoi erano probabilmente tra i più lussureggianti che siano mai cresciuti e scendevano giù fino agli angoli delle sue labbra. E cosi, durante il processo una nuova parola si aggiunse al lessico dei testimoni. E straordinario l'uso che si fece del termine "ben tagliati". I baffi, dicevano tutti, sembravano essere stati tagliati. Nessuno mai provò che Vanzetti si fosse indugiato in tali tosature, ma in tale circostanza, trattandosi di anarchici, di stranieri radicali, la suggestione si sostituì facilmente alle prove. Vanzetti non assunse la propria difesa nel processo di Plymouth, affidandosi interamente a testimoni d'alibi. Questi sono in genere altrettanto sospetti e Inutili, a meno che in alcune rare occasioni vi sia qualche positivo, controllabile punto di riferimento. Tale era il caso di Vanzetti. Il 24 dicembre, per antica tradizione, gli immigrati italiani cucinavano anguille, e quello era un giorno ricco d'affari per il pescivendolo Vanzetti. Il giorno della rapina di Bridgewater, infatti, Vanzetti aveva tanti di quegli ordini per le anguille che egli impiegò il figlio tredicenne della sua padrona di casa, Beltrando Brini, per aiutarlo nelle consegne lungo le strade di Plymouth. Brini testimoniò a favore di Vanzetti; ed ancor oggi, dopo più di quarant'anni dall'avvenimento, in un'Intervista con Franc;s Russell, egli dà l'Impressione di perfetta buona fede. Prove documentate, scoperte in seguito, aiutano il Brini anch'esse nello stabilire che Vanzettl non poteva aver partecipato alla rapina di Bridgewater. Poco prima delle esecuzioni, il pomposo distributore di Cadillac e governatore Alvan T. Fuller, pieno di Incredulo sarcasmo verso l'alibi di Vanzettl, notò che la difesa non aveva un minimo elemento di prova documentata. Accettando la sfida, gli investigatori per la difesa rastrellarono le banchine di Boston; e finalmente, tra i commercianti del pesce con i quali Vanzettl aveva a che fare, ne trovarono uno i cui registri avevano annotato una spedizione di anguille al pescivendolo; questa coincideva perfettamente con il bisogno di \'anzetti di soddisfare le richieste tradizionali della sua clientela italiana per il 24 dicembre. Da queste scoperte dopo il processo, non vi può esser dubbio sull'innocenza di Vanzetti in connessione con la faccenda di Bridgewater. Le implicazioni da ciò sono devastanti, poichè la teoria di Stewart, sulla quale era basata l'intera accusa, era fondata sull'ipotesi che gli eventi di Bridgewater e South Braintree erano collegati e che gli stessi cinque uomini - Coacci, Boda, Orciani, Sacco e Vanzetti - erano responsabili per entrambi. Per prima cosa Orciani aveva provocato una gran falla nella teoria; Vanzetti ne causa un'altra nell'affare di Bridgewater. Bisogna rendere tributo al fanaticismo col quale la burocrazia, che una volta compromessa, difende il proprio errore, sostenne la teoria nella sua perfetta integrità. Vanzetti fu dichiarato colpevole nel processo di Plymouth. La sua nemesi, il giudice Webster Thayer, lo condannò dai dodici fino ai quindici anni di lavoro forzato. Il primo ostacolo per l'accusa venne eliminato. Vi era ora il secondo processo per gli omicidi avvenuti a South Braintree; già si mostrava innanzi il cammino verso la sedia elettrica. III. Il processo nel tribunale di Dedham fu una replica di quello di Plymouth, solo In scala più vasta, più tragica e più pregiudizievole. Le vite stesse di Sacco e Vanzetti erano in ballo. In ballo era anche la reputazione della burocrazia del Massachusetts. Nella "Tragedia a Dedham ", Francis Russell mette alla luce quest'ultimo elemento. La sua tesi è che l'affare, fino a quel momento, non aveva attratto molta attenzione presso la stampa del Massachusetts, e che quindi, se l'accusa sostenuta da Frederick Gunn Katzmann avesse perso, la sua reputazione non ne avrebbe sofferto molto. Questo è un ragionamento fallace. Un processo d'omicidio è il massimo dramma del Tribunale americano. Esso crea una straordinaria atlnosfera di tensione. Solo i gladiatori che combattevano per la vita e la morte nella arena di Roma potevano creare un simile dramma. L'accusa chiede la vita di un uomo; non può chiederla a meno che non vi sia completamente Impegnata - "deve" credere di essere nel giusto. Ogni spettatore sa che la vita stessa è In ballo, e quindi ogni parola e ogni testimonio acquistano un'importanza mai raggiunta in altre circostanze. L'aria stessa durante I momenti più vitali diviene tesa ed elettrlcizzata, carica di passioni, rigida nella suprema contesa; e gli avvocati rivali e i testimoni sono prigionieri di quest'atmosfera che fa diventare il processo, durante la sua durata, !I massimo avvenimento della loro CONTROCORRENTE - Giugno 1963 11
vita. In queste circostanze essi si contendono sangue. Supporre altrimenti val dire ignorare la realtà. Non occorre essere presenti nel tribunale di Dedham per rendersi conto che un Katzmann giusto e giudizioso una volta impegnato nella contesa è una creazione dell'immaginazione di Russell. Infatti, nel suo stesso libro, le prove abbondano. I tempi e le passioni di quel periodo, che Russell descrive cosi bene, travolsero in una folata il verdetto. Se vi fosse qualche dubbio basterebbe rileggere le espressioni di intemperanza pronunciate dal giudice che presiedeva, la divinità nel processo, l'arbitro dal quale la giuria inevitabilmente trae molte allusioni. Sin dal primo giorno, divenne ovvio a osservatori nel tribunale che, nell'opinione del giudice Webster Thayer, Sacco e Vanzetti erano già stati giudicati colpevoli. Giornalisti e avvocati rimasero colpiti dai commenti intemperanti pronunciati tra una sessione e l'altra del processo. persino in tribunale la sua parzialità divenne evidente. Quando un testimone per la difesa sembrava aver segnato un punto a favore dell'imputato, il giudice si sostituiva nell'interrogatorio all'accusa, perseguitando la sfortunata vittima alla sbarra dei testimoni con delle domande insolenti. In una occasione fece un commento cosi pregiudizievole ed oltraggioso che lo fece cancellare dal verbale e poi chiese che i giornali che lo avevano trascritto lo sconfessassero. Ciò che sorpassò ogni limite, naturalmente, fu la sua ultima osservazione dopo aver negato mozioni da parte della difesa per un nuovo processo: "Avete visto cosa ne ho fatto di quei bastardi anarchici l'altro giorno?" Questo era il custode della giustizia del Massachusetts; ed è uno dei più straordinari esempi di ambiguità nel libro " Tragedia a Dedham " che Francis Russell, il quale narra tutti questi Incidenti, possa aver concluso ciononostante che Thayer " tentò di presiedere al processo imparzialmente" e preteso che l'ovvio pregiudizio del giudice non Influenzò la giuria. Russell si mostra altrettanto caritatevole verso l'accusa Katzmann, che egli descrive come uomo pomposo, ma fondamentalmente onesto. Questo è un verdetto che, a quanto sembra, potrebbe esser raggiunto solo con una definizione forzata di ciò che costituisce l'onestà. Katzmann, mettendo sotto processo la vita di due uomini, fece avvicinare un detective Pinkerton alla sbarra dei testimoni per deporre In base ad alcune "annotazioni" speciall, mai divulgando la esistenza di quei rapporti basilari, originali, che sarebbero stati cosi nocivi alla sua accusa. Egli potè profferire una domanda che fece fuorviare sia il giudice che la giuria nel credere che un colpo mortale fu sparato dalla rivoltella dl Sacco. Il capitano William Proctor, l'esperto In balistica della polizia, rivelò ln una dichiarazione giurata dopo Il processo che egli aveva "ripetutamente" detto a Katzmann, che, se interrogato con una domanda diretta, egli avrebbe risposto di non ritenere che il colpo parti dalla rivoltella di Sacco. Quind\ ~tzmann gli aveva chiesto se trovasse compatibile con i suoi esami il fatto che il colpo fu sparato dalla pistola di Sacco, e poichè sia la rivoltella di quest'ultimo che quella usata nell'omicidio erano Colts di calibro ,32, Proctor potè e rispose " SI". Ma quando Proctor presentò in seguito la sua dichiarazione giurata alla difesa, mettendo alla luce la frode, Katzmann non la negò; egli negò solamente che Proctor "ripetutamente" gli aveva detto che non riteneva che la pistola di Sacco fosse l'arma impiegata nell'omicidio. C'è da chiedersi: è questo un uomo che si può chiamare onesto? L'ambiguità di Russell è espressa pittorescamente in tali giudizi, nella sua conclusione che, se egli avesse fatto parte della giuria avrebbe votato per la condanna; invero il suo libro ben documentato presenta ripetutamente fatti che negano le sue conclusioni. Leggendolo si rimane impressi dalla confusione ed inconsistenza dell'accusa, dalla palpabile debolezza degli argomenti. Contro Vanzetti, a parte la testimonianza dei presenti al fatto, non c'era nulla; e contro Sacco, non molto. L'accusa tentò strenuamente di descrivere Vanzetti come il conducente della Buick usata per la fuga, ma la sua tesi si Infranse contro i duri fatti. Per prima cosa Vanzetti non sapeva guidare. In secondo luogo, troppi dei testimoni d'accusa descrissero il conducente come persona dal volto pallido, sottile e malaticcio - una descrizione che certamente non si adattava affatto a Vanzetti, ma che persino Katzmann dovette infine accettare come valida. Con Sacco l'accusa ebbe un po' più di fortuna, poichè aveva due elementi specifici che sembravano fornire la prova. Il primo riguardava un berretto che era stato trovato sulla scena del delitto - e Sacco soleva portare berretti del genere. Il secondo si riferiva alla molto disputata Colt calibro .32. Tentando di collegare questi due frammenti di evidenza, Katzmann Indulse In una fantasmagoria di logica che rese parti della sua arringa incompatibili l'una con l'altra. Per comprendere questa contradlzione occorre ricreare l'azione del delitto nel modo in cui fu rivelata durante il processo. L'addetto alle paghe per la ditta Slater & Morrill, certo Frederick Parmenter, e la sua guardia del corpo, Berardelli, stavano portando due cassette contenenti denaro alla fabbrica quando si trovarono a passare davanti a uno steccato contro il quale si appoggiavano due uomini bruni e tarchiati. Uno di essi portava un cappello di feltro, l'altro un berretto. Occorre a questo punto prestar particolare attenzione a quest'ultimo. Mentre gli addetti alle paghe passavano, quello col berretto si afferrò al Berardelli. Durante la lotta l'aggressore tirò fuori una pistola e sparò tre colpi addosso alla guardia. Questa si afflosciò al suolo. L'uomo 12 CONTROCORRENTE - Giugno 1963
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