Il Vaticano e il fascismo I L PAPA CHE CI VOLEVA Per impedire lo scoppio della guerra - racconta Giovannetti - pare che Pio XII abbia perfino avuto l'idea di recarsi In volo a Berlino e a Varsavia. " Passò anche per la mente del Papa, in quei giorni, l'idea di recarsi in aereo a Uerlino e a Varsavia, per tentare un componimento della vertenza? Un comunicato ufficiale, pubblicato sull'Osservatore Xomano del 15 settembre 1939, riferendo tale notizia come divulgata da alcuni giornali inglesi, tra cui il M(l!1cheste1· a,wrctian, si limitava ad affermare che il Santo Padre si era incessantemente adoperato fino all'ultimo minuto per scongiurare le ostilità, "non solo con l'azione conosciuta dal pubblico, ma anche con passi confidenziali e di ordine pratico". Volendo accertare quale fondamento avesse la ipotesi del Giovannelli, sono andato a ripescare, nello Osserv<itore Rom<tno, il comunicato a cui si riferisce: l'Osseruntore scrisse solo che "qualche giornale Inglese, per esempio il Manl'hester Guarcli<m, aveva reso noto, che, negli ultimi giorni prima dello scoppio della guerra, erano stati inviati al Santo Padre vari telegrammi con la preghiera di visitare immediatamente e personalmente il cancelliere del Reich, sig. Hitler, e i popoli tedesco e polacco, al !ìne di impedire una cnrneficina internazionale". Così vengono "dolcemente sollecitali i testi " dagli storici vaticani. E la cosa ancor più divertente è che il Messaggero del 20 settembre (invece di pubblicare il tradizionale articolo commemorativo sulla "breccia di Porta Pia") ha pubblicato una lunga ed entusiastica recensione del libro del Giovannetti con questo titolo a cinque colonne: "Pio XII allo scoppio della guerra voleva recarsi a Berlino". Ecco le successive fasi della evoluzione da un fatto alla leggenda: 1.o tempo: l'Osservatore Romano comunica che del giornali inglesi hanno pubblicato la notizia che Pio xrr è stato da diverse parli pregato di recarsi a Berlino; 2.o tempo: mons. Giovannetti fa l'ipotesi che Pio XII abbia avuto l'idea di recarsi In aereo a Berlino; 3.o ten,po: il Messaggero afferma che Pio XII voleva recarsi in aereo a Berlino. Manca ancora un passo per arrivare a: "Pio XII si recò in volo a Berlino"; poi I nostri nipoti potranno ammirare, tra i quadri che illustrano nelle chiese le virtù eroiche del Papi, Pio XII che anatemizza Il Fuhrer, come Leone I, che, levando alta la croce davanti ad Attila sbigottito, arresta l'Invasione degli Unni. Anche se Pio xrr, nell'agosto del 1939, fosse veramente andato a Berlino, questo suo gesto non avrebbe potuto certo riscattare il suo passato filo-fascista e filo-nazista. Il giorno dopo la sua nomina, il G marzo 1939, Galeazzo Ciano scrisse nel suo Du,rio, che il duce era molto contento della scelta, ed il 18 marzo, al ritorno dalla prima udienza concessagli da Pio XII, annotò: "Credo che con questo Pontefice le cose potranno andare bene". Ciano aveva ragione: era prevedibile che le cose sarebbero andate molto meglio che col suo predecessore, il quale aveva proibito agli ecclesiastici ed alle organizzazioni cattoliche di svolge1·e qualsiasi attività politica antifascista; eveva fatto pregare nelle chiese per la salvezza del duce; aveva, con i Palli Lateranensi canonizzato il fascismo; aveva manifestato una "perenne riconoscenza " all'Uomo inviato dalla Provvidenza; aveva esaltato in una enciclica gli ordinamenti corporativi; aveva fatto dare tutto l'appoggio delle madonne, dei santi, delle gerarchie ecclesiastiche, dei giornali diocesani, alla impresa etiopica e alla guerra civile in Spagna; ma era un impulsivo: in diverse occasioni aveva avuto degli scatti di nervi ed aveva fatto delle sfuriate, perchè Mussolini non si accontentava di servire da braccio secolare della Santa Madre Chiesa, voleva sottrarre i giovani all'educazione del preti, si rifiutava di riconoscere che l'unico vero regime totalitario - "totalitario di fatto e di diritto" - era soltanto quello della Chiesa. Con Pio XII, freddo e navigatissimo diplomatico, non c'erano da temere reazioni del genere. Una importante testimonianza della soddisfazione dei fascisti per la nomina di Pio XII si può trovare ora anche nel libro del Giovannetti, là dove ricorda che Buffarini Guidi, sottosegretario agli interni (fucilato alla !ìne della guerra, per sentenza della Corte d'Assise di Milano), parlando il 20 agosto 1939 col nunzio ebbe a dirgli: "E' proprio il Papa che ci voleva". Contenti loro, contenti tutti ... purchè, ben s'intende, fossero contenti anche i nazisti. Ed I nazisti erano, pure loro, soddisfatti che la scelta rosse caduta sul Pacelli. In data 2 marzo 1939, Ciano annotò nel Diario che " il Pacelli era il cardinale favorito dai tedeschi", ed il 21 maggio scrisse di aver discusso a lungo, a Berlino, sul rapporti fra lo Stato e la Chiesa col braccio destro del Fuhrer: "Vi è simpatia per il nuovo Pontefice - gli aveva detto Himmler - e si ritiene possibile un modus ,·ivendl ". Era una speranza più che fondata. Infatti Pio XII, in data 6 marzo 1939, " nella cara memoria dei lunghi anni trascorsi, in qualità di nunzio apostolico in Germania, aveva inviato una cordialissima lettera al Fuhrer per annunciargli In sua elezione. Nonostante le violazioni del concordato del CONTROCORRENTE - Aprile 1963 9
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