Controcorrente - anno XIX - n. 35 - mar.-apr. 1963

Parri che indaga sulle circostanze che portarono al governo da lui presieduto, alla inevitabile crisi, e alle battaglie che seguirono sino alla proclamazione della Costituzione. L'unità della storia italiana - dice Parri - si è fondata, sin dal Risorgimento, sull'azione delle forze popolari; e fu ancora la corrente democratica e popolare che, anche durante il fascismo, non si perdè, ma continuò a operare nella clandestinità e all'estero, e che animò poi la riscossa portando alla Liberazione. Questa storia non è ancora finita e che i giovani vogliano conoscerla è un segno cli vitalità, una promessa per l'avvenire. Tra le leslimonianze più interessanti, citiamo quella di G. Parodi sull'occupazione delle fabbriche, quella di G. Gentili Filippetli sulla crisi del Comune socialista di Milano, di A. Greppi su Turati e la Kuliscioff, di Zangrandi sui giovani e il fascismo, di B. Ceva sul processo di "Giustizia e Libertà" nel 1931-32, di Filippo Sacchi sulla stampa e il cinema nel ventennio, e di Giorgio Spini sugli Alleati e la Resistenza. Sono due volumetti preziosi che, come già le " Lezioni ,mll'antifa.sci.smo" di Roma (ed. Laterza) e i "Tl'ent'an11i cli storie, itc,- lir,na ·• di Torino (ed. Einaudi), non dovrebbero mancare in nessuna biblioteca. Chè se chi ha vissuto quegli anni di battaglia ritroverà in quei testi l'atmosfera e imparerà cose che forse ignol'ava o che ha cli· menlicato, per molti giovani la lettura sarà come l'apertura verso un mondo e perso valori quasi completamente sconosciuti da cui potranno trarre quei grandi orientamenti e quella guida sicura che la scuola purtroppo non dà o dà in maniera insufficiente. ADA MARCITF.SJNI GOBETTI "Resi,çtenza." BUROCRAZIA STUPIDA Lavoro italiano nel mondo, Roma Egregio Direttore, Questi sono fatti. Venticinque anni in Francia vivendo del mio lavoro manuale, rimasto italiano. Vedovo dal 4-4-62 dopo quaranta anni di separazione legale (senza divorzio, impossibile riformare una famiglia, il solo tentativo fatto, aborti lo dopo sette anni di convivenza. Iniziate le pratiche per sposare una italiana il 1.o dicembre 62, e questo presso il consolato italiano di Marsiglia. (Consolato generale). A tutto oggi 8-5-63 (sei mesi) sei mesi io e Maria siamo ancora in attesa del beneplacito ciel Consolato. E' uno scandalo, è inumano, è la beffa all'emigrato italiano all'estero che, viceversa, in Italia in quindici giorni (pubblicazioni fatte) può sposare. Io ho 76 anni. Il Consolato aspetta forse che io sia morto per evitarsi la noia? Le prime due firme al Consolato, mie e di Maria (due testimoni uomini, le donne escluse!!) sono state apposte il 17 ... marzo! Pagati i canoni immediatamente per le pubblicazioni. 52 giorni. E' uno scandalo, è inumano, è contro il diritto più elementare dell'uomo. Le ragioni addotte ... Questo è dettaglio, ma il Consolato ha preteso un certificato cli cittadinanza italiana. Ora, lo stesso Consolato (ufficio pensioni) per farmi pagare da Roma la modesta .pensione per le mie TRE MEDAGLIE AL VALORE MILITARE, (italiano con qualche titolo a mio vantaggio oltre all'essere uscito dal Politecnico di Milano, e conoscere nove lingue, e ... giornalista e scrittore) il Consolato ogni anno è soddisfatto (a provare la mia nazionalità) della copia della mia carta di soggiorno in Francia dove è la nazionalità. Per le nozze ha voluto un certilicato di italianità da \'enezia. Perchè? Solite burocratiche complicazioni! Venezia me lo ha rifiutato due volte!!! (io avendo portato sessanta volte il leone cli San Marco sulle fusoliere del mio aeroplano oltre le linee!!!) la terza volta dietro insistenze in alto lo ha concesso con limitazione di data al censimento, nel qual tempo fui cancellato dalle liste stesse perchè ... assente!) Ma non è tutto. Padova dove avevo sposato, mi nega il certificato di vedovanza, pur con tanto di certificato vistato dalla procura generale!!! atto di morte della moglie. Ma non è tutto. Padova, in un secondo tempo rifiuta di fare le pubblicazioni matrimoniali, perchè in altro tempo mi ero trasferito prima a Milano e poi a Venezia. Il Consolato di sua iniziativa invita ora Milano a fare le pubblicazioni. Che c'entri Milano è mistero, da che l'ultima residenza è stata Venezia, dalla quale ho emigrato clandestino prima in Yugoslavia poi in Francia, dopo un doppio tentato omicidio da parte fascista (la compagna con una pallottola parte a parte nel collo sparata a tre metri di distanza, io, il cranio fessurato da un colpo cli randello) emigrato dopo che il Questore di Venezia On seguito appunto al mancalo omicidio) mi aveva per ... compenso diffidato dal rimanere nella frazione dove avevo i miei interessi: cinque case ed una fabbrica con una ventina di operaie, il tutto poi devastato dai fascisti locali. I nove assalitori... evidentemente amnistiati. Tutto ciò è pazzesco. E' l'italiano in Italia durante il fascismo, ed è l'italiano all'estero (per forza) che vive del suo lavoro, oggi 1963. 24 CONTROCORRENTE - Aprile 1963

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