gioni, anche del Cristianesimo, la fllosofia tomistica è spinosa più della mia. Inoltre un'idea veramente rivoluzionaria, prima di essere ben compresa, perchè è nuova, sembra astrusa. Bisogna dunque esser cauti nel dare giudizi. Riportiamo l'anarchia alle sue origini: lo idealismo. Dobbiamo ricondurre la figliuola smarrita al padre spiritualismo. Se noi ci ostiniamo di lasciarla com'è, senza tener conto dell'esperienza di quasi un secolo, noi faremo opera negativa e tanto nefasta, da farci di nuovo pericolare nel dispotismo. Bisogna riconoscere che il periodo PUNTO DI VISTA Noi che siamo sempre la pluralità degli esseri umani, quelli che non abbiamo avuto lin dalla prima età una istruzione sufficiente; mi riferisco particolarmente alla classe operaia, che a principio del secolo, sia per l'apatia del popolo, sia per la noncuranza delle autorità, ed anche per la miseria economica don1estica, si può dire che siamo fortunati quelli che abbiamo potuto frequentare sia pure le scuole elementari. Eppure, con tutto ciò, strada facendo nella vita, adesso nella età inoltrata ci accorgiamo che messi difronte alla immensità delle cose e degli eventi che cambiano e si molt,plicano periodicamente, non avendo potuto farci una coltura acquisita e sistematica ora ci viene di fflcile esprimerci con una semplice e chiara narrativa, i pensieri ideali e quelli intrinsechi al proprio animo. Ma si dice che tutto il male non viene per nuocere perchè alla mancanza di erudizione e di pedagogia didattica, in qualche modo si può supplire con aguzzare la men te e conservare in moto una specie di memoria dinamica. Ricordo l'anticlericalismo di Guido Podrecca, con le sue famose caricature del1' Asino paziente e bastonato, che sortiva a Roma; ricordo le pubblicazioni dell'Avanti che con Enrico Ferri, Claudio Treves ed Arturo Labriola, incominciava a diffondersi nel popolo la parola socialista. E poi seguivano gl'intemerati ed infaticabili, i lottatori sociali come Felice Cavallotti e tanti altri che facevano conferenze pubbliche. Finchè in una calda sera di Domenica il 29 Luglio 1900 per destarci dal torpore si sentì l'eco dei colpi della rivoltella di G. Bresci, che freddò sua maestà Umberto I, re d'Italia. Questo per scontare i due grandi crimini: prima quello del l.o Marzo 1896 per la disfatta di Adua e poi quell'altro fratricida, avvenuto a Milano, 1898 con il carnefice Bava Beccaris, generale piemontese che per ordine reale prese a cannonate il popolo affamato. Solo allora negli strati popolari abbiamo sentito parlare degli anarchici, che secondo vennero descritti dalla stampa borghese, erano dei tenebrosi terroristi, dei malvianarcoide di Facla fu la causa che facilitò l'avvento del fascismo. L'umanità ritorna ai vecchi valori a condizione 1però che siano epurali di quegli errori che vi erano connessi. L'anarchia deve passare dal piano critico a quello costruttivo, altrimenti è destinala a perire, oppure a restare una eterna aspirazione inconcludente. n che è sentito da tutti quelli che vorrebbero con sincerità ardente abbracciare questa idea. Perchè creare intorno a noi il deserto? Giovanni Tummolo TriC'.,le 7 aprii<' 19G3 DELSECOLO xx venti e disturbatori del quieto vivere. Alla infamia di questi falsari e truffatori si aggiungeva la teoria di C. Lombroso che nel 1897 sortì con l'edizione dell'uomo delinquente e manco a dirlo, fu idolatrato dai benpensanti e usurai. Quando qualificò gli anarchici soggetti passionali, pazzi morali e delinquenti nati, ciò che Pietro Gori nella sua opera di criminologia sociale ha valorosamente rintuzzato i teorici di quella scuola, con ribattere di fronte ai tribunali, affermava che la società prepara il delitto cd il delinquente non fa altro che eseguirlo. Difatti, il 29 Settembre 1911, il governo italiano si macchiò d'infamia e sangue con la guerra di Tripoli. Sono lì a testimoniare la macabra linea degli arabi impiccati nella ,piazza del mercato del pane, solo rei di essersi difesi dai reparti di bersaglieri che sbarcarono a Sciara Sciat. Ed ecco, appena finita la strage coloniale, il malfermo governo italiano, fece salti nel buio. li primo nel 24 Maggio 1915 che trascinata dagli alleati alla fornace della guerra dove si distinsero i due spregevoli avventurieri Mussolini e D'Annunzio, che dal diplomatico francese furono accaparrati con un milione di franchi per avere spinto alla guerra e alla perdizione la nazione italiana, con il bilancio di seicentocinquanta mila morti, e il doppio mutilati. Il secondo sallo nel buio fu il patto di acciaio col megalomane tedesco Adolfo Hitler che nel Settembre 1939 aggredl la Polonia ·nel corridoio di Danzica e Mussolini, lusingato dai successi che otteneva il suo compare, nel 1940 si credeva di fare una passeggiata nell'antica Grecia e conquistarsi Atene, ripetendo le glorie degli Imperatori Romani che nel 147 A.C. quella patria di eroi era diventata una provincia romana, ma l'esercito fascista fu vergognosamente debellato in pochi giorni dai greci, con l'aiuto inglese e americano. Poi, rivangare sempre le aggressioni fasciste mi repugna al cuore ed alla mente. Solo dirò che la cruenta battaglia di violenza ebbe nell'aprile 1945 il suo epilogo con i partigiani che passarono per le armi prima i gerarchi fascisti e poi Mussolini e la sua Petacci, e tutti assieme furono porCONTROCORRENTE - Aprile 1963 21
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