Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

con me una pistola per anni, ma non per questo ho commes.so alcun crimine". Nei giorni seguenti rividi Aldino Felicani nella sua tipografia, <al numero 157 di Milk Street. Consultai un enorme archivio di lettere, docwnenti, ritagli di giornali, fotografie. Il dramma di Sacco e Vanzetti ha le sue radici nell'ondata di reazione anti-radicale che sconvolse la classe abbiente americana. Mentre i grassatori, i ladri e gli " omkidi-su-commissione" agivano con una insolita libertà, la polizia era mobilitata contro i radicali, gli anarchici e i liberali al grido fatidico di " morte ai rossi". All'alba del 3 maggio 1920, l' anarchico italiano Andrea Salsedo fu trovato morto nel cortile del Departnumt o/ Justice of New York. La polizia affermerà che Salsedo si è suicid•ato; che si è lanciato dal 14.o piano. Ma nessuno dei suoi compagni vi crederà mal. E' piuttosto importante, in ogni modo, il fatto che Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti siano stia.ti arrestati il 5 di maggio, ossia ventiquattro ore dopo la morte di Salsedo. In base alle indagini condotte più tardi dagli avvocati della difesa, si è potuto appurare che l'a ;polizia voleva impedire, con !'•arresto di Sacco, Vanzetti e parecchi altri,_Ja rappresaglia degli anarchici italiani. BARTOLOMEO VANZETTI Condotti al commissariato, Sacco e \' anzetti furono interrogati sulle loro idee politiche, sulle riunioni del partito, sui loro giornali, sindacati, eccetera. A nessuno dei poliziotti, nei primi due giorni di detenzione, venne in mente di accusare i due anarchici del delitto di South Braintree. Solo in un secondo tempo, Sacco e Vanzetti vennero processati come gli autori della rapina e dell'omicidio dei due capo-mastri Frederick Parmenter e Alessandro Berardelli. Inutilmente Sacco dimostrò che, la sera del delitto, egli si trovava nella fabbrica di calzature di Stoughton, di cui era operaio e guardiano allo stesso tempo. Invano Vanzetti produsse decine di testimoni, secondo i quali egli aveva venduto anguille a chilometri e chilometri di distanza dal luogo del delitto. Il giudice Webster Thayer aveva deciso in cuor suo di condannare i due "wops ", a itutti i costi. "Quest'uo--- mo" egli disse di Vanzetti " anche ammesso che non sia l'autore del crimine che gli si attribuisce, è ugualmente colpevole da un punto di vista morale. Egli è infatti il nemico delle nostre istituzioni; i suoi ideali sono cognati col crimine". Sette anni Sacco e Vanzeitti rimasero in carcere. Tutti gli appelli furono vani. Eppure gran parte dell'opinione pubblica s'era convinta alla fine della ingiustificata condanna. Giornali che in un primo tempo s'erano piegati alla corrente xenofoba, antiradicale e anti-europea, s'erano coraggiosamente ricreduti e invocavano un nuovo processo. " Vi erano forti sospetti " scrive Paul Sann nel suo Lawless Decade " che il piccolo giudice yankee nutrisse più di un lieve disprezzo per i due imputati. Mentre respingeva appelli su appelli, egli definiva Sacco e Vanzetti, al " golf club" di Boston, "Dagos" e "figli di buona donna". ("Dagos " è una parola non precisamente gentile con la quale si indicano uomini dalla pelle e dalla capigliatura scure, latini e sud-americani in genere.) Durante una partita di rugby a Dartmouth, un reporter udi il giudice Thayer che diceva a un amico: " Hai visto come ho conciato quei bastardi di anarchici?"!' Fino al giorno dell'esecuzione, Sacco e Vanzetti ostentarono una grande serenità. Le ultime parole di Bartolomeo Vanzettl sono considerate da scrittori americani come un "classico". "Non solo io sono innocente di questi due delitti" egli disse alla vigilia della sua morte "ma non ho mai commesso un crimine in tutta la mia vita. Non ho mai rubato e non ho mal ucciso e non mi son mai macchiato le mani del sangue di un altro uomo; e ho combattuto ,il crimine, e io stesso mi son sacrificato per eliminare i crimini che la legge legittima e santifica. "Ciò che ho da dire è questo: non augurerei a un cane o a un verme, o al più basso e sfortunato animale della terra, non augurerei a nessuna creatura ciò che ho dovuto soffrire per crimini che non ho commesso. Ma è mia convinzione di aver sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perchè sono un radloale, e in verità sono un radicale. Ho sofferto perchè 8 CONTROCORRENTE - Febbraio 1963

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