Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

Archivio UNA INTERVISTA La rivista Italiana "L'EPOCA" del 15 settembre 1957, pubblicò una intervista col nostro direttore. Il motivo di quell'intervista l'aveva offerto la richiesta fatta dal Comitato per la riabilitazione di Sacco e Vanz,etti di porre una lapide commemorativa nel Boston Common. A quella richiesta era abbinata l'altra di rivendicare i nomi di Sacco e Vanzetti dall'accusa infamante di criminalità e di assassinio. L'eco di quel gesto richiamò l'attenzione del mondo sulla tragedia di Charlestown che era costata la vita a Nicola Sacco e a Bartolomeo Vanzetti. Nantas Salvalaggio, un giornalista abi.le e intelligente volle ricostruire la tragedia a modo suo, per la rivista EPOCA. F'acendolo non poteva limitarsi ai ~tagli scheletrici dell'esecuzione. Per rendere il quadro più comprensibile estese l'indagine fino ad analizzare le condizioni in cui erano vissuti I lavoratori italiani negli anni che precedettero l'arresto di Sacco e Vanzet,ti. Alcuni compagni ci esortarono allora a ripubblicare quella Intervista in CONTROCORRENTE; perchè i nostri lettori che non vedono L'EPOCA potessero prenderne visione. La riproduciamo oggi. Il documento non ha perso l'attualità. Per questo lo ripubblichiamo. Boston, Mass., settembre 1957 Questa è la celJa della morte. Su questa sedia elettrica furono giustiziati Sacco e Vanzetti, anarchici italiani, la notte del 23 agosto 1927... " Il secondino con gesti meccanici, la sua voce è incolore. Non diversamente le guide dei musei indicano ai turisti il letto di Napoleone, o la •poltrona di Garibaldi. La stanza delle esecuzioni delJa Charlestown Prison è squallida e nuda. Le bianche pareti riflettono la luce accecante delJe molte lampade. Tiro fuori di tasca una copia del New York Graphic, che porta la data di trent'anni fa. In prima pagina, è la corrispondenza di Jack Grey dalla camera delJa morte. Insieme con Sinclair Lewis e Albert Einstein, Grey rivendicò fino all'ultimo l'innocenza del due italiani. Ma ormai era inutile. Carne aveva scritto Anatole France, Sacco e Vanzettl non furono giustiziati per la rapina di South Bmintree, che non avevano mai commesso; essi furono soppressi " per un reato di pensiero". Ecco gli ultimi istanti di Nicola Sacco, nelJa testimonianza di Jack Grey: "Subito dopo che i guardiani lo ebbero legato alla sedia elettrica, egli con voce chiara e ferma, libero da ogni emozione, disse: "Addio o mia compagna, o figli miei, e tutti i miei amici". E dopo un po' aggiunse: "Buona sera, signori! Addio, mamma. Viva l'Anarchiaf ". "Il boia afferrò la leva e si volse al direttore del carcere. Il direttore diede il segnale. La leva calò con violenza, e allora si udi il muggire della corrente elettrica, e un torrente di saliva usci dalla bocca del morituro. Le mani di Sacco, che s'erano agitate nervosamente sui braccioli, si fermarono. Le vene cominciarono a gonfiarsi, tanto che lo temetti dovessero scoppiare e spruzzare il sangue su di noi ". Erano dodici minuti dopo mezzanotte. Venne quindi la volta di Bartolomeo Vanzettl. Egli entrò nella camera della morte con la testa alta, l'aria calma e tranquilla. "Signori" egli disse al guardiani che lo legavano "vi perdono per tutto di male che ml avete fatto. Io sono innocente. Non ho mai amm~zato nessuno. Addio signori!., Trent'anni sono trascorsi dalla notte In cui si concluse uno dei più sconcertanti casi giudiziari di questo secolo. Sacco e Vanzetti, per milioni di persone, furono le vittime dell'isteria anti-radicale che invase la classe dirigente ameri®na dopo la prima guerra mondiale. In tutto Il mondo, allora, si accesero manifestazioni popolari di protestia. A Londra, nel 1927, quarantra persone rimasero ferite in uno scontro con la polizia. Vi furono ctisordini a Parigi e a Ginevra. La bandiera americana fu bruciata davanti al consolato degli Stia.ti Uniti a Cssablanoa. Si tennero comizi a Berlino, a Varsavia, a Buenos .Acires, a Tokio, ad Avana, a Brest e a Marsiglia. Solo l'Italia, il Paese in cui Sacco e Vanzetti erano nati, restò Indifferente e silenziosa. Il regime, da cinque anni, pensava soprattutto all'ordine e ai treni in orario. Da stampa era invitata a " minimizzare " l'eco delle polemiche. Dopotutto, non erano Sacco e Vanzetti quel che il giudice Webster Thayer sosteneva: nemici della società, " anarchlcl bastardi"? Per la libertà di Sacco e Vanzetti si batterono Bernard Shaw, Romaln Rolland e Albert Einstein. [Ma tacquero D'Annunzio e Pirandello. Per l'Imaginifico, i due poveri emigranti non erano abbastanza "nietschlani ". Qualche gjorno fa s'è scritto sul giornali che un gruppo dl intellettuali d'America ha fatto appello al governatore dello Stato del Massachusetts perchè la memoria di Sacco e Vanzettl sia riabilitata. Le firme del camitato di difesa erano quasi esclusivamente di americani, !latta eccezione per Aldino Felicani, tipografo. Fellcanl era intimo amico di Sacco e Vanzettl al tempo del loro arresto, avvenuto Il 5 maggio 1920. Egli resta, in un certo senso, Il loro erede spirituale. Felicanl mi ha mostrato gli articoli che Vanzettl scrisse nell'inverno del 1919 per un giornale anarchico che non usci 6 CONTROCORRENTE - Febbraio 1963

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