Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

le proprie posizioni sociali, ad arrestare il fatale processo storico. Ai liberali spetta il dovere di operare qui perchè, attraverso comprensione e aiuto intelligente, la trasformazione sociale di molte nazioni socialmente e tecnicamente arretrate avvenga per quanto possibile con metodi di evoluzione pacifica, e che i nuovi dirigenti non siano costretti, come avvenne per Cuba, a rivolgersi per appoggio al comunismo, con risultati sanguinosi per innocenti, vittime di situazioni create non da loro, con asservimento di intere popolazioni ad interessi a loro estranei. • • • Senza dubbio alcuno, il problema della separazione fra stato e chiesa è di interesse fondamentale per le forze liberali e comunque politicamente moderne. Ma io credo che un errore di immensa portata sarebbe commesso se, avviliti da un insuccesso in un piano d'azione particolare, i progressivi americani si richiudessero entro un limitato orizzonte, e non riconoscessero che il futuro della nazione, e probabilmente anche la pace del mondo, richiede ancora il loro appoggio in campi assai più vasti. zione sia attribuita la capacità di risolvere tutti i problemi dell'umanità, aprendo le porte ad un'epoca paradisiaca, deve essere considerato fallace e utopistico. Senza dubbio, il mio è un punto di ,ista pragmatistico; ma sono convinto che ogni momento dello sviluppo sociale deve affrontarsi colla convinzione che nessun uomo è perfetto, ma tutti sono perfettibili, che nessuna istituzione umana potrà soddisfare i bisogni per cui fu creata, che anzi, nell'Istante stesso in cui essa comincia a funzionare, provoca nuove situazioni, imprevedibili evoluzioni nei rapporti fra gli uomini, e che essa reca in sè stessa i germi della propria distruzione, Ci si può chiedere quale deve essere il ,programma dei liberali. Francamente, sopratutto in vista della probabile rapidissima evoluzione che attende la storia umana, non credo sia possibile formulare un programma in termini definiti. Anzi, ogni definito programma sociale, alla cui attuaUna sola riserva deve distinguere i liberali: la convinzione che l'uomo, consciamente o inconsciamente, cercherà sempre una più ampia soddisfazione di un bisogno fondamentale: l'espansione del suo senso di essere libero, nel rispetto della libertà dei suoi simili. E perciò al liberale spetta la persistente difesa dei diritti di ogni Individuo di esplicare le proprie attività spirl- ,tuali e civili in un clima di tolleranza e di mutua comprensione, riconoscendo che soltanto attraverso la collaborazione di tutti gli umani, attraverso il libero dibattito di opinioni, attraverso il rifiuto di accedere a posizioni di pregiudizio può il progresso avvenire ridurre i conflitti a proporzioni tollerabili per ogni essere. Davide Jona Lettera Italiana Caro Fellcani, mi è giunto soltanto oggi il n. 32, dell'ottobre 1962, di " Controcorrente", ed ho veduto che hai pubbHcato una mia lettera in data 14 aprile 1962. Non avrei trovato niente di strano in ciò, anche se la lettera era personale e non scritta per essere pubblicata, se non avessi notato uno "scopo" non serio da parte tua: quello di farmi apparire solidale con te e con la tua rivista, dopo il noto incidente occorsotl con la pubblicazione compiacente li uno scritto libelllstico di una certa signora Serano. Con tutta sincerità permettimi di disapprovare il tuo "costume giornalistico". Avrei continuato ad apprezzare il tuo lavoro (che, in parte, è buono e utile) se tu non avessi usato colonne preziose della tua rivista come ricettacolo di sfoghi e di umori personali, oltre che disgustosi, assolutamente controproducenti ai fini di " igiene morale politica", cui tutta la nostra pubblicistica dovrebbe tendere. Non intendo far sermoni a nessuno, ma certe cose vanno dette con tutta franchezza. Chi ha la responsabilità redazionale di una rivista o di un giornale di avanguardia rivoluzionaria, ha anche dei precisi doveri, che sono quelli di mantenere la pubblicazione che si redige ad un livello che sovrasti le animasità meschine, le gelosie e le Invidie da femminucce, le irritabilità di un quarto d'ora di colica epatica. Tu, caro Felicani, ti sei dato un compito molto importante: quello della battaglia a viso aperto e senza quartiere per gli ideali di rinnovamento politico e sociale, e questo compito va svolto e questi Ideali vanno serviti con molta dignità, serenamente e civilmente. Sono sicuro che queste cose ti avrebbe detto, se ancora fosse nel mondo dei vivi, un grande amico di "Controcorrente": Gaetano Salvemini. TI prego di considerare seriamente questa mia convinzione mentre attendi al tuo lavoro di pubblicista. Se la tua onestà è pari alla tua "spregiudicatezza", ti prego di pubblicare nel prossimo numero di "Controcorrente" la presente lettera, cosl come hai fatto per quella precedente. Con tanti auguri per la tua salute e molto cordialmente, Ancona, 25 Gennaio 1963 LUCIANO FARINELLI NOTA - Pubblichiamo la. lettera. de.l compagno FarJnelU. Confessiamo di rlsenttre l'epiteto " llbel· llstlco" diretto alla compagna Serano. Abbiamo pubbltcato le lettere finora ricevute pur riconoscendo che nessuno degli autori hn. sollevato obiezioni serie. Vogliamo evitare che si crei la leggenda del " libello ". Questo e' un Insulto gratuito che rtgettiamo con sdegno. CONTROCORRENTE non ha mal pubblicato llbellJ contro nessuno. Se al vogliono avere delucidazioni su crtUche che sono pubblicate nella rivista, al chleda. all'autore d1 chiarire. D1 lnauttt ne abbiamo piene te tasche. CONTROCORRENTE - Febbraio 1963 5

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