Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

A Piombo I Giuseppe Saragat segretario del partito socialista democratico italiano, è recentemente venuto in America come ospite del governo statunitense per una serie di scambi e di idee con gli esponenti dell'amministrazione nazionale. Ai ricevimenti ufficiali, i colloqui e le colazioni di prammatica, e la promessa al presidente della camera dei deputati John MacCormack di fargli avere una fotografia del Papa da questi tanto desiderata, non poteva mancare la visita a Pope. Dopo aver ricevuto i ·personali saluti e il benvenuto in America da Fortune Pope, direttore del Progresso Italo-Americano, Saragat ha ricambiato l'affettuoso saluto, per poi dire a tutti noi... "Mi valgo di questo giornale, "Il Progresso" per portare un saluto ai suol lettori e agli americani di origine italiana". Saragat si è allineato con gli ammansiti papaveri e sotto papaveri del sindacalismo nostrano facendosi portare per mano al santuario popiano ove i focosi rivoluzionari e antifascisti di un tempo hanno recitato li mea culpa, facendo cosi una magrissima figura. Nessuna sorpresa. Se in Italia si bacia la mano del papa di Roma a New York si può stringere quella di Pope. Il colmo dei colmi, quando entra in scena li sottosegretario per l'emigrazione Giuseppe Lupis. Ci raccontano che dopo aver chiesto notizie a Pope, ha con simpatia espresso ancora una volta la sua personale soddisfazione per li contlnnuo sviluppo del "Progresso", e non solamente per quando concerne la sua nuova veste tipografica e il contenuto sempre più aggiornato, ma soprattutto per quella che egli ha voluto definire ... "la continua campagna di un grande giornale degno di una grande tradizione". A far ridere ci sono sempre i buffoni di ruolo. Nel caso, oltre a ridere c'è da piangere e da vomitare. Quando l'attuale mezza eccellenza Giuseppe Lupis faceva il.. .. " Publisher, and Managing Editor " della rivjsta mensile "Il Mondo" che si pubblicava a New York, quando in Italia dominava il fascismo, allora il " Progresso" veniva deflruto dalle colonne della menzionata rivista. " Mussolini former New York mouthplece, Il Progresso Italo-Americano" and "a notorious former Axis organo whose publlsher, Generoso Pope, obstructed any deviation by the organization from the Fascist Une in the name of pseudo patronism ... " (Luglio 1943). E nel febbraio dello stesso anno e dalle stesse colonne, si domandava a Pope, quale fine avevano fatto i Cinquanta Mila Dollari scomparsi dall'acconto speciale dei fondi dell'Ospedale Italiano di cui Pope era Trustee, quando li fascista console Vecchlotti, venne fatto ritornare in Italia dal governo americano. E più ancora si domandava a Pope dove erano andate a finire le migliaia di dollari dell'oro raccolto durante la guerra contro l'Etiopia, in compagnia del console fascista, la cui propaganda era affidata alle colonne del " Progresso". Per oggi ci limitiamo a ricordare questi singolari episodi per dimostrare la fragilità, l'inconsistenza e l'elasticità dei giocolieri della politica, e per mettere in vetrina quest'altra esemplare maschera in veste di mezzo-ministro, che a distanza di soli venti anni ora definisce il " Progresso", da lui stesso infinite volte denunciato come fascista e come portavoce del ducio in America... "un grande giornale degno di una grande tradizione ". Si vede che la mezza-feluca ha bisogno delle bretelle, ha perso l'equilibrio e Il carattere, che dimostra di non aver mai avuto, disposto come è a tutti i compromessi, a tutte le rinuncie. Quelli che credettero e credono ancora seriamente nella lotta contro i fascisti di ieri e d'oggi, comunque camuffati, non possono fare altro che scaracchiarci sopra, e augurarsi che questo nuovo esemplare di incoerenza politica sia promosso a portiere di gabinetto .... dove si fa uso del secchio, della ramazza e del cloroformio. Se Salvemini fosse vivo,. direbbe di fare uso della chiavica. La crisi del Congo, del Laos e del Vlet Nam si fa sempre più aspra. Nessuno finora è riuscito a ricondurre quei paesi alla riconciliazione dei vari gruppi che si contendono il potere, e la desiderata tregua è molto, molto lontana. Sia l'America che la Russia, l'Inghilterra e le Nazioni Unite in prima linea, con il loro intervento, non hanno prodotto nulla di positivo che potesse valere come base di riconciliazione e di intesa da far sperare nella soluzione della caotica situazione colà esistente. E' più che evidente invece in questi ultimi giorni che I negoziati finora espletati hanno raggiunto lo scopo opposto, e tutto fa prevedere che la situazione sta cambiando in peggio, e un nuovo e più serio pericolo critico è in corso, armi alla mano, cosa che potrebbe sfociare in più disastrose complicazioni internazionali. La migliore soluzione, nei tanti ingarbugliati problemi asiatici, e di tutti i popoli in generale, ,sarebbe quella di lasciarli liberi di decidere e risolvere del proprio destino e dei propri problemi, senza interferenze di destra o di sinistra, di oriente e di occidente, permettendo cosl ad ognuno di essi di riassettare la propria casa a proprio piacimento e soddisfazione, e semmai tendere loro una mano amica, se non fraterna, e non quella Inguantata che nasconde la frusta e il pugnale, come si è praticato finora. Politica questa che tradotta In parole povere, tanto se azionata palesemente o occultamente, significa sfruttamento, controllo, dominio, dai quali la gente del 26 CONTROCORRENTE - Febbraio 1963

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