missione del soprannaturale su quanto è di più naturale, di più umano nella nostra razza, offende profondamente la coscienza del laico, del miscredente, che ha dell'uomo e della donna una ben maggiore valutazione e, crei o non crei, mira a dare ben altro prodotto alla alleanza fra i sessi, in un appoggio comune, nella parola che confor.ta, nella armonia di due cervelli: dove esistono delle cellule che producono pensieri mille miglia superiori all'ovulo ed allo spermatozoio che preducono un animale. La lussuria cattolica che da un lato apre le porte ai due, passati sotto le forche caudine, e dall'altra, col pudore rincara la merce femminile a che il prezzo ne aumenti sul mercato, è tutta una maglia di La resistenza ipocrisia e di immaginazione malata, nella quale l'uomo ingenuo, ignorante, primitivo, si lascia impaniare come il passero, nella rete. Maria ed io non daremo l'ostracismo ad alcuna forma umana; ma, ne siano certi gli amici, ma non vivremo per mangiare, e se mangeremo sarà per vivere. L'evoluzione ha portata la materia a forme di potenza e di comprensione ben oltre i bisbigli nei confessionali, e le sed,ie gestatorie. La redenzione sfugge al mito di un cristo crocefisso, essa avanza nel dolore quotidiano dell'uomo, arbitro e creatore del suo domani. Domenico Pastorello LEQUATTRGOIORNATDEI NAPOLI Parlare della Lotta per la Liberazione Nazionale senza far cenno a quel moto spontaneo che a Napoli ne tsegnò l'inizio, sarebbe oome voler discorrere delle tradizioni repubblicane d'Italia trascurando di Individuare nella Repubblica Partenopea del 1799 una delle fonti ideali di esse. Dal 28 settembre al 1.o ottobre del 1943 l'insurrezione a Napoli fu spontanea e generale, tanto erano stati i soprusi e le persecuzioni dei tedeschi Invasori, i quali Iniziarono la loro attività di rappresaglia sin dal giorno 12 quando una folla inerme di vecchi, donne e bambini, rastrellata nella popolare zona fra via Mezzocannone e Piazzetta Nilo, venne ammassata innanzi allo scalone dell'edificio centrale dell'Università. Un marinaio italiano, il cui nome rimane ancora ignoto, venne crivellato di colpi. Era accusato di atti di sabotaggio per Il solo fatto d'essere stato trovato in possesso d'un ordigno esploolvo ... inesploso. Da un testimone oculare (C. Barbagallo: "Napoli contro i nazisti") apprendiamo che "l'infelice fu obbligato a salire la scalinata dell'Università, e per la lamiera contorta rovente circondata dalle fiamme, costretto a pen·etrare nell'atrio. Vi era quasi riuscito, quando un tedesco lo tirò indietro, e gli ordinò di restare sulla soglia con le spalle al cancello di fuoco. Il gi,ovane gridava sempre e noi, costretti a 1Stare in ginocchio, agghiacciavamo di terrore; alcuni imploravano grazia per lo sventurato. Nove tedeschi, con i fucili puntati sul giovane, si disposero alla base della gradinata. Poi si udirono un ordine e una raffica. Il corpo straziato si abbattè al suolo. Ma non bastava: un ufficiale tedesco, preso uno dei fucili, mirò alla fronte del morto, e tirò anche lui!" Questo fu il primo episodio di barbarie che dette Inizio alla dolorosa serie di trucidazioni indiscriminate. Scolpiti sul marmo sulla facciata del Palazzo della Borsa in Piazza Bovio, i nomi di altri sei martiri, tutti marinai, stanno oltre a testimoniare. Quattordici carabinieri vennero poi trucidati su una via provinciale (dopo che furono obbligati essi stessi a scavami la fossa) per avere strenuamente difeso il palazzo del telefoni dall'assalto di reparti germanici. E di giorno in giorno, di ora in ora, il terrore nazista inaspriva vieppiù, lanciando sempre nuove minacce ai cittadini "conformemente alle leggi di guerra", crune osava affermare il Colonnello School attraverso i suoi terrificanti proclami, e come tuonava il "Roma" del quale !S'era impossessato il comando tedesco attraverso i degni compari fascisti. La penuria di viveri e la scarsezza d'affluenza di farina nella città rendeva la vita della popolazione, affamata, estremamente difficile. Crisi alimentare, quindi, paurosa. A colmo di ciò il 22 settembre il Crunando tedesco lanciava un proclama ool quale si istituiva il "1Servizio del lavoro obbligatorio", per cui i cittadini avrebbero dovuto presentarsi entro il giorno 25. A taN? data, però, su trentamila obbligati a presentarsi, soltanto centocinquanta obbedirono all'ordine. Fu allora che le S.S. intensificarono le razzie, brutalmente eseguite in ogni remoto angolo ed In ogni casa di Napoli. 24 CONTROCORRENTE - Febbraio 1963
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