Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

INMARGINAEDUNAVERTENZ Il compagno Hugo Rolland ci ha rimesso, per la pubblicazione il testo di tre lettere in relazione della sua vertenza con "Umanità Nova" a la FAI. Le pubblichiamo senz'altro. • • • A Piero Riggio e Giuseppe Rose Con preghiera di dar corso alla richiesta contenuta in questa lettera. 15 marzo 1963 Il 25 marzo 1962 "Umanità Nova", pubblicava in terza pagina un articolo intitolato: "Sacco e Vanzetti" è un argomento serio ". In esso, senza fare il mio nome, si facevano apprezzamenti, commenti e insinuazioni calunniose a mio riguardo. L'estensore di quello scritto, senza darsi la pena di fare accertamenti sul fatto di cui trattava, basava i suoi attacchi sulla pubblicazione cervellotica di presunte interviste da me concesse a vari quotidiani, in seguito a una mia visita alla Signorina Vincenzina Vanzetti e al presidente del Comitato di riabilitazione, Signor Mario Favro. Nel numero del 6 maggio 1962 UN pubblicava una " messa-a-punto" del Signor Favro con la quale mi si scagionava completamente da quanto era stato pubblicato e a me attribuito; perchè non solo in quella occasione, ma mai, e in nessun luogo concessi interviste a giornalisti. Alla lettera del Favro UN faceva seguire un commento che riaffermava quanto aveva pubblicato il 25 marzo e facendo altri appre.zzamenti e insinuazioni non meno diffamatori delle prime. Nel numero 29 di Controcorrente (Aprile '62> lo raccontai la storia del mio viaggio a Cuneo e Villafalletto, astenendomi da ogni commento su quanto UN aveva pubblicato; ingenuamente credevo che correttezza e decenza giornalistica, più un senso di onestà morale e civile, potessero indurre il direttore del giornale a rettificare quanto aveva pubblicato contro di me. Dopo la pubblicazione del 25 marzo '62, mia moglie ed io, avendo da tempo deciso di stabilirci in Italia, dovemmo recarci negli Stati Uniti per vendere la nostra casa al fine di poter pagare quella che avevamo acquistata a Firenze. Avevamo versato un acconto sul prezzo della compera, e in base al contratto firmato, se non volevamo perdere l'ammontare anticipato, dovevamo ad una certa data (il primo agosto seguente) saldare il tutto. Avevamo poco tempo a nostra disposizione. Vendere una casa non è come vendere una mela. Avevamo inoltre altri affari personali da sistemare, più render visita a figli, nipotini, congiunti diversi e uno stuolo di amici e compagni sparsi in tutto il grande paese. Prima di partire per gli Stati Uniti, tre "amici" di Carrara e Avenza si erano preso l'incarico di tentare una ragionevole composizione della vertenza provocata da UN. Mentre ero ancora negli Stati Uniti altri compagni ed amici mi dissero che stavano interessandosi presso Borghi, invitandolo a rettificare la propria attitudine a mio riguardo. Quei compagni furono completamente ignorati, (e &enza che i lettori potessero capire a quale proposito e&si gli avevano scritto e a proposito di che egli rispondeva loro. Borghi ricorse a divaganti scappatoie che niente avevano a che fare col S-Oggetto sul quale, ripeto, i compagni lettori erano messi in condizione di non capirci nulla. CUN 29 luglio '62 - Dell'essere e non essere). AI mio ritorno in Italia (1 Agosto '62) mi accorsi subito che i miei amici di Carrara-Avenza nulla avevano concluso circa le promesse fattemi. Uno non l'ho più riveduto; un secondo, facile nel promettere, non seppe trovare nemmeno una parola di scusa; il terzo, troppo occupato in altra faccenda e per giunta ammalato, si scusò con sincerità e mi suggeri di rivolgermi alla Commissione di Corrispondenza della FAI. Non seguii il suggerimento perchè, pensai, sarebbe stato come rivolgermi a Borghi stesso. Ora, in seguito a degli articoli da me pubblicati con critiche rivolte all'attitudine filo-comunista di alcuni redattori del giornale "Umanità Nova", si ricorre ancora allo stratagemma dell'agnello che intorbida l'acqua al lupo. Mi si accusa di aver " diffamato" la FAI, io facevo del mio meglio per scagionarla dalla responsabilità circa la stesura dell'infelice Manifesto del numero 42 di UN: di evidentissimo stile borghiano. Oltre agli abusi di un tizio che scrive dalla California usando un pseudonimo mentre accusa me di farlo, nonchè al commento diffamatorio della " Redazione" (UN 10-2-63), venne poi la diffida ugualmente diffamatoria della FAI (3-3-63). In base ai fatti su citati io chiedo a voi due di nominare un Giuri d'onore del quale voi stessi fareste parte, per accertare se le accuse contenute negli scritti di UN e nella "bolla " della FAI sono basate o meno sulla verità. Non credo sia proprio un tribunale anarchico quello che rifiuterà all'accusato di ricorrere in appello. Io mi dichiaro fi•i da questo momento a disposizione vostra o di chi sia altri. Son pronto ad ogni tempo, in qualsiasi luogo possa essere soeltlo, dinanzi a chi si vogUa, a rendere conto del mio operato, sia àel passato che del presente . . . Nell'attesa, credetemi cordialmente vostro HUGO ROLLANO P. S. Di questa lettera potrete fare l'uso che meglio credete. Per parte mia la renderò pubblica tramite "Controcorrente" di Boston. • • • A PIERO RIGGIO E GIUSEPPE ROSE Cari Amici, ho una lettera datata li 27 marzo .con In CONTROCORRENTE - Febbraio 1963 21

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