il' consenso e la comprensione dei componenti il gruppo stesso. " Behavior can be regulated " dice Mencken: " La condotta può essere regolata". Io vorrei dire: la condotta " deve " essere regolata e tale regolamentazione deve essere un affare di carattere pubblico, compreso e seguito da tutti. C'è fra gli anarchici qualcuno disposto a chiarire la loro posizione di gruppo di fronte a questo problema? Accettano essi l'idea che una regola di condotta germogliata da situazioni pavticolari, elaborata da una comunità per scopi di ordine pratico o per motivi ideali, deve essere considerata come un'obbligazione morale per tutti gli individui del gruppo? III - Cuba. ~ueste quattro magiche lettere ancora sprizzano fiamme di passioni ed accendono discussioni furiose tra le diverse nazioni, tra gli abitanti dello stesso paese, tra gli affiliati di uno stesso schieramento politico, tra gli emigrati di uno stesso gruppo etnico in terre straniere. "Povera umanità sofferente e stupida!" sentivo dire spesso da un mio parente già avanti negli anni quando io ero una bambina. Allora ridevamo tra noi ragazzi, quando sentivamo ripeterglielo con quel tono accurato a conclusione di avvenimenti della vita giornaliera, non certo piacevoli ma neppure così drammatici da giustificare tanto sconforto. Ma lui aveva ragione! Questa povera umanità soffre, si strazia, va a brandelli e pur sempre sta li, a ripetere gli stessi errori, andando e riandando sempre incontro alle stesse sofferenze, agli stessi strazi. Gli anarchici litigano su Cuba, i socialisti fanno lo stesso; gli americani perdono il loro senso umoristico quando si tocca quel soggetto; i giovani sono prontissimi ad abbandonare spose, lavoro, famiglie, case, per divenire soldati di ventura a favore del nord o del sud America; i vecchi pontificano con teorie sociali e con storia rabberciata alla men peggio per adattarla alle esigenze del proprio schieramento, o meglio per farla servire da coperchio alle magagne dei loro padroni. Povera umanità! Quanto più si rotola tra le spirali di misere passioni, tanto più si crede di elevarsi ad altezze superiori. Se una buona volta si potesse guardare con più saggezza in questa tragicommedia interminabile e funesta della storia umana, quante miserie, quante sofferenze potrebbero essere evitate. Ci sono gruppi di presunti progressisti, amanti della giustizia e della libertà per tutti, che si ostinano a vedere in Castro il demagogo di turno, uno dei tanti dittatorelli sadici che fioriscono al dolce clima dei Caraibi, quali emissari di forze più ,potenti e più sadiche di loro. Tutti i dittatori sono terribilmente monotoni ed odiosi; siamo d'accordo. Ma sarebbe meglio se si cercasse di capire prima di spaccare giudizi sul barbuto di turno. Cuba è un altro campanelJo di allarme per tutti gli altri popoli della terra. Non c'è da indugiare; bisogna fare la propria scelta! Se teoricamente pensiamo che ci piacerebbe vivere liberi da ogni· dittatura, nella vita pratica però siamo tutti soggetti ad una legge ferrea di stato. Solo nell'ambito della sfera individuale privafa' possiamo fare le nostre scelte. . Che significa di,re oggi: "Per nessuna dittatura ... Malatesta disse .... Castro è.... Castro non è .... Tutti gli uomini moderni vivono sotto un genere o un altro di dittatuva e quando la mitraglia assorda non si sfoglia la margherita: A noi non interessa affatto di esaminare fino a che punto Castro è riprovevole quale comunista o quale dittatore; bensl vorremmo capire in quale direzione muoverci per commettere i minori errori possibili nel fare le nostre scelte. " Il mondo ci darebbe meno problemi se funzionasse unito e sulla base di criteri simili". Questo sembra essere il pensiero dei padroni del vapore. Questa unità mondiale desiderata dai capi, è veramente del tutto negativa per i popoli e le masse dei diseredati? Significa veramente che essi soffrirebbero di più e sarebbero ,più schiavi in un mondo unito? Non mi pare. Almeno per un poco si eviterebbero le guerre per la conquista dei mercati, o per mettere le mani su risorse naturali che fanno gola e che non appartengono ai comandanti. Ma lasciamo andare le possibilità future che possond prendere tante direzioni di sviluppo e ritorniamo a Cuba. Ancora una volta forze buone e generose, spinte dagli eventi, sono andate a finire probabilmente al servizio di quelli che si voleva combattere. E purtroppo continuerà ad essere cosi finchè gli uomini non si persuaderanno di usare la ragione per capire ed agire sensatamente; invece di usarla per giusti• ficare le proprie miserie ed i propri istinti più bassi. Vorrei convincere i miei simili, nel loro stesso interesse, di non distorcere continuamente ideali e fatti, specialmente poi quando non ne ritraggono alcun beneficio pratico; di non servire una causa, di non prendere partito, di non scalmanarsi e sopratutto di non ammazzare e di non lasciarsi ammazzare, quando tutti gli elementi per giudicare e capire una situazione non sono chiari e provati. Prima di agire, di parlare, di schierarsi, vorrei che tutti pensassero con serietà, calma e chiarezza di mente e decidessero di dare un contributo di fatto, o un'adesione verbale, qualora ne Yedessero concretamente il lato buono. Certamente tante cose andrebbero ancora sbagliate, perchè gli uomini conoscono bene ormai l'arte di fare apparire quello che non è; facilmente perciò potremmo essere tratti in inganno nel ~are le nostre scelte con assennatezza. Ma molto male sarebbe evitato. Il principio di un'umanità migliore (altri a loro gusto potranno dire il principio dell'anarchia, o il principio del regno di Dio in terra, o checchè altro credono) CONTROCORRENTE - Febbraio 1963 15
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