I - La tattica della scorrevolezza Il mondo della ,politica è in fermento. Le zone di occupazione con i vari comandi degli alleati di ieri - vincitori comuni della. guerra - ma avversari irriducibili nella pace, sono ancora lì a guardarsi in cagnesco a Berlino e lungo le due frontiere dei due blocchi che a zig-zag attraversano il globo. Eppure qualcosa di più vivo e di più promettente si muove all'orizzonte. Anche i_più ottusi ed i più caparbi mangiacomunisti se ne incominciano a rendere conto e si domandano: Che cosa un anticomunista, profondamente convinto, deve fare in questa era di cambiamenti? Quando Kruscev è volenteroso di fare rallentare la tensione mondiale per la minaccia di una guerra termo nucleare, cedendo finalmente alla richiesta dell'ispezione internazionale alle istallazioni atomiche russe, può un anticomunista dire: Rifiutate di parlare con quell'uomo? - E quando Kruscev diventa amichevole e dice che per ora non metterà di nuovo ai ferri corti la soluzione del problema di Berlino, possono i patrioti am!?ricani giustificare i colpi di mitraglia che falciando vittime stanno istoriando quel muro? Bisogna convenire con certi campioni della libertà e del patriottismo americano che il periodo delle vacche grasse sta per terminare per loro. Uno di essi, che già sente la puzza di tempi difficili, grida all'orrore di questa nuova "sliding tactic" di Kruscev e mette sull'avviso i confratelli, citando l'esempio del Congo. (1) Ritirandosi dal combattimento diretto, egli dice, la Russia ha reso Tshombe inutile ed inesplicabile. Cosi nessuno si è rammaricato quando il secessionista del Katanga "Hard core anti Comunist" è andato a finire a gambe all'aria. Che cosa puo' essere fatto per conservare gli americani in guardia contro la franabilità della posizione anti comunista fino ad oggi invece, solida roccaforte degli opportunisti? Coloro che sgomenti si pongono questa domanda, non si sono saputo dare una risposta ·perchè quella ovvia la trovano non di loro gusto. Ma vale la pena ripetergliela, chissà, forse la troveranno più palatabile col sentirsela ripetere: Essere più onestamente umani e liberali, ossia meno fanaticamente partigiani di questo o quello; formarsi un'attitudine più costruttiva e generosa verso i propri simili, a qualunque parte del globo essi appartengono; dire •addio ai mestieri di avvoltoi morali o di macellai umani. .. ed altre piccole bazzecole del genere possono tutte essere ottimi rimedi per facilmente aggiustarsi ad una nuova epoca storica in cui americani e russi non saranno sempre pronti a sbranarsi l'un l'altro. (1) Reds Win In -Era Of Sliding Tactic by John Chamberlain, on Phoenix G-azette - Jan. 30, 1963. Il - La morale non puo' divenire legge Quando leggo mi piace di annotarmi pensieri significativi, espressi con chiarezza e brevità. Recentemente mi è capitato sott'occhio un pensiero di L. Mencken che credo sia noto tra i libertari meglio informati per la sua posizione di ribelle e di pensatore solitario e coraggioso. Eccolo: "La moralità non può essere legiferata, la condotta può essere regolata". Vorrei che gli amici della libertà e del progresso apprezzassero tutta la profondità filosofica e sociale di questa decina di parole. I romani, universalmente conosciuti come i padri del diritto, s'illusero di potere comprendere i principi astratti ed eterni della morale e di poterli suggellare nella "Legge". I greci, con Socrate in prima fila, sentirono la venerabilità delle leggi, quali espressioni di valori universali insopprimibili. Ma gli abusi e gli orrori commessi in nome delle leggi hanno del tutto alienato in noi uomini moderni la riverenza che gli antichi nutrivano per la "Lex ". Anche gli assertori più convinti della santità e dell'utilità delle leggi, sanno che esse sono mutevoli, contingenti e tutt'altro che sacre. Troppo spesso attraverso i secoli gli uomini si sono lascia ti sopraffare da debolezze e passioni inferiori nel legiferare e perciò i codici più che esprimere ricerca di valori superiori e duraturi, esprimono miserie, grettezze, egoismi ingiustificati. I filosofi stessi ci hanno detto che la mente umana, così come ora si presenta e lavora, non può raggiungere conclusioni definitive su ciò che è morale e su ciò che è il bene in se stesso. Tutto ciò spiega la ragione dell'atteggiamento cinico degli uomini moderni di fronte alla legge, cinismo che talvolta non è chiara.rriente cosciente, ma che risulta evidente dalle implicazioni pratiche anche dei più ortodossi che ben sanno come le leggi non esprimano moralità. "Morality cannot be legislated " dice Mencken e questa sua asserzione mi fa venire in mente l'aforismo del Bovio: "La storia va verso l'anarchia". Infatti cos'altro significa che la moralità non può essere espressa e rinchiusa in una legge? Significa che l'illusione dei romani e dei loro continuatori è crollata, perchè le leggi nessuno più le ritiene sacre. Esse non sono nè universali, nè eterne e quindi gli anarchici che non le accettano, che le discutono o le combattono, hanno ragione. Io credo che l'umanità si avvierebbe ad essere più felice e più giusta se tutti si convincessero della necessità di rispettare come "sacre" le regole di condotta che un gruppo si pone per scopi pratici o per finalità ideologiche, tenendo altresl ben presente nella mente che tali regole, qualora non sembrino più attuali ed utili possano essere. ridiscusse, modificate o c11mbiate con CONTROCORRENTE - Febbraio 1963
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