Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

esser considerato in Russia il capo principale dell'emigrazione spagnola... a condizione però di dar prova di comprensione e disciplina, perchè la sola vera Patria del Comunismo nel mondo intero era l'Unione Sovietica e nostro Capo Indiscutibile il geniale Stalin. Al che rispondevo invariabilmente che io sarei stato sempre e avanti tutto spagnolo e che mia Intenzione era quella di restar soltanto qualche mese in Russia e tornar poi in Spagna ad organizzarvi la guerriglia contro Franco". Povero illuso! Era ancora migliaia di miglia lontano dalla sognata Russia, e il suo destino era già segnato laggiù. I suoi "qualche mese" di residenza volontaria laggiù dovevano diventare "dieci anni" di permanenza "forzata" che lo fece passare da una galera e da un campo di concentramento all'altro e vice-versa, fra la fame, le torture e le umiliazioni le più degradanti; fra tentate evasioni e ricadute fra le mani della feroce Guepeu; resistendo a tutto grazie alla eccezionale fibra e all'ostinata volontà di sopravvivere, nonchè a quell'astuzia che si dice lo aiutasse tanto nelle azioni di guerra da lui dirette sui fronti di Spagna e che gli permise d'organizzare e mettere in pratica la sua finalmente felice evasione verso l'Iran. " Ancora in treno, prima di arrivare a Leningrado, la Guepeu esegui un minuzioso controllo dei nostri bagagli. Io non avevo con me che una piccola valigia con pochi effetti personali . .._ Un vero generale rivoluzionario! - esclamò ironicamente uno dei poliziotti. Forse aveva sperato di trovarmi addosso tutto quell'oro e quei gioielli che, secondo la radio di Franco, avevo portato via dalla Spagna. Tutti gli oggetti di valore che poterono trovare ci furono confiscati. Cominciai allora a capire che nulla più ci apparteneva e che pure noi non appartenevamo più a noi stessi.. .. " " ... Il colonnello Popov - uno degli agenti segreti della Guepeu - volle obbligarmi a fornirgli informazioni su ciascuno dei militanti imbarcati insieme a me. Voleva conoscere il loro comportamento durante la guerra civile, le loro reazioni in occasione dei famosi processi di Mosca, le loro caratteristiche personali .... L'opera di spionaggio incominciava! ". ... La stazione di Leningrado era assediata da nuvoli d'uomini sporchi e stracciati, da donne scarmigliate e bambini famelici d'aspetto. Incuriositi, volevano avvicinarsi a noi; ma subito i miliziani li scacciarono brutalmente. E alle mie indignate proteste, l'interprete che avevo conosciuto in Spagna mi disse: "In URSS tu poi scegliere fra le migliori accoglienze e la Siberia. Vedo che non sei per nulla cambiato; bisognerà che tu corregga -te stesso, altrimenti questa non è aria per te". " In treno per Mosca ci avevano già divisi In tre categorie: cosa che su noi, abituati a considerarci tutti uguali, fece subito un deprimente effetto. E dire che pretendevano di avere abolite tutte le clas• si! Ci dettero severissime Istruzioni su come comportarci lungo il viaggio e finanche su quando ci era permesso di fumare. Da quel momento si fu completamente sottomessi alla disciplina di ferro della dittatura russa". " ... Da quanto mi si disse, noi ricevemmo a Mosca un'accoglienza quale nessun'altra personalità straniera aveva mal ricevuto. C'erano ad attenderci una cinquantina di automobili e una folla immensa fxa giornalisti, fotografi e alti funzionari. . . Dati i miei fatti di guerra In Spagna, io godevo in Russia di una straordinaria popolarità. Inoltre, la stampa e la radio avevano poco prima annunciato la mia esecuzione da parte di Franco, e si voleva sfruttare l'effetto, invece, del mio arrivo a Mosca. Ebbi per un momento lo stimolo d'andare a farmi veder " vivo " per le vie principali della Capitale. Mi misi in cammino con un compagno tedesco che aveva combattuto con me in Spagna e che non mi lasciava un momento. <Egli conosceva benissimo quel che bolliva veramente nel calderone bolscevico, e se vi era ritornato era perchè vi aveva lasciato come ostaggio la compagna e due figli, e preferiva sacrificar se stesso piuttosto che saper certamente sacrificati i suol - dato che era ritenuto anarchico se non fosse tornato. - Ma appena ci movemmo, quattro agenti della Guepeu si misero alle nostre calcagna, e dovemmo rinunciare alla passeggiata". " ... Restai tre mesi in località Marino, non assentandomi che per assistere a qualche conferenza o spettacolo, sempre con l'obbligo d'applaudire Stalin a tutta fune. Intanto non vidi più il mio amico tedesco e non udii più parlarne. La Siberia aveva dovuto inghiottirlo come ha Inghiottito tutti gli antichi membri delle Brigate internazionali che riuscirono a sfidare e vincere la morte in Spagna, e come doveva poi inghiottire anche me". Traduzione riassunto di Virgilio Gozzoli (Continua) (1)-lnfatti, nel corso del libro ammette e deplora in più punti d'essersi reso spietatamente colpevole <U atti sanguinosi contro esseri accorsi 110lontariamente a difendere il di lui paese dall'aggressione del militarismo f<Ulcista, m.a ch'egli (credendo cieca• mente, fa,i.aticamente alle afferm.azwni degli stalinisti che accusavano specialmente qu,elli del POUM di essere delle spie f<Ulciste al soùio di Franco) st-im.ava smwaltro degni di soppressione sommaria e arbitraria, 11sa11docontro di essi i.l metodo che impu• tava loro: il metodo f1U1cista e nazista e stalinista. Disgraziato! E furono poi proprio i sIwi istigatori: i vari Togliatti, le varie Passionarie e tanti tanti u a.Ztri cani", quelli che dove-van ben presto fargli scontare tremendamente ... i,i " Paradiso " I.a colpa di averli serviti a dovere - come apprenderemo nei prossimi numeri. CONTROCORRENTE - Febbraio 1963

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