Controcorrente - anno XIX - n. 34 - gen.-feb. 1963

GENTE E' ricomparso sulla scena MATTEO TERESI. Esce al sole come le lucertole. Non parla più di socialismo. L'ha dimenticato. L'idealismo di un giorno non l'interessa più. L'abbiamo conosciuto quando seminava l'idea socialista. La follia del fascismo ha toccato anche lui. Non ha mai detto di vergognarsi di aver sostenuto la banda di avventurieri che ha spinto l'Italia nell'abisso. Ora Teresi è tornato a fare della letteratura. Letteratura ,per modo di dire. I suoi scritti non meritano rilievo. L'ultimo l'abbiamo visto su LA FOLLIA DI NEW YORK. Gli scritti di Matteo Teresi sono ora scipidi, insignificanti. Prima che il fascismo gli toccasse il cervello Teresi era articolato. Si faceva leggere. Ora è vuoto. Sono i miracoli del fascismo ... * • • • • Non si sente più parlare di LEO DI STEFANO, il mafioso squadrista del "Progresso". I lettori ricordano certamente le spacconate di questo rodomonte nerocamiciato. Lo sparafucile è sempre in giro. Scrive ancora nella gazzetta mussoliniana. Soltanto non osanna più il fascismo e il duce morto ammazzato. Non ci ha mai detto - Leo lo Scemo - se il duce del fascismo l'abbia disgustato con ii continui tradimenti a danno dell'Ltalia e del suo popolo. Probabilmente il mafioso del " Progresso" scriverebbe volentieri le stesse cose di un giorno, se non temesse di essere messo alla porta. C'è un limite anche per l'impudenza. Del resto lo Scemo ha dimostrato che il "carattere" non è il suo forte. Buffone. Alcuni giorni addietro è venuto a trovarmi un giovane giornalista italiano. Rappresentava uno dei più vecchi giornali dell'Italia prefascista. Era in cerca di notizie che interessano gli italiani della nuova Italia. Desiderava conoscere le attività di alcuni dei giornalisti venuti in America durante l'era fascista. Era sopratutto interessato di conoscere l'opera di LUIGI BARZINI, considerato il principe dei reporters, venuto in America a fondare e dirigere "Il Corriere d'America". Il nome di Barzini è ancora vivo nella nostra memoria. Non è difficile parlare di lui. LUIGI BARZINI è stato senza dubbio il giornalista più. abbietto e svergognato che abbia attraversato l'oceano. L'opera di questo prostituto della penna non poteva essere più deleteria. li "grande" giornalista ha degradato la professione del giornalismo, portandola al livello del bordello e del lupanare, ove ogni mercato è possibile. Luigi Barzini è stato .un abbietto sparafllcile ·del fascismo, pagato per scrivere Il falso. Mussolini l'aveva mandato in America con !!incarico di rendere la vita .difficile ai nemici del regime. A questo scopo la malavita asservita al fascismo usava Il pugnale e gli agenti provocatori. Barzini usava la penna. La sua reputazione di ··grande" giornalista che gli apriva la porta dei salotti della cafonagl,a arricchita ove si concerta vano i piani per rovinare la reputazione dei galantuomini. Indiscriminatamente. Gli attacchi di Barzini contro Salvemini che apparivano sotto forma di • 1 Editoriali" su "Il Corriere d'America" facevano venire le vertigini. Erano una continua esaltazione al delitto. E al duce. Luigi Barzini usava la penna nella stessa maniera che il sicario usava il pugnale. Confondeva. Mentiva. Senza esitazione. Senza nascondersi. Si sentiva protetto. Aveva i picciotti della malavita che gli guardavano le spalle. Egli ha ben meritato la definizione di impareggiabile canaglia. • • • • • Un altro giornalista, con nome meno risonante, ma non meno canaglia, è stato ITALO CARLO FALBO. Fu portato in America dal Cav. Uff. Carlo Barsotti, direttore e proprietario del " Progresso ItaloAmericano ". Questo giornale è stato il precursore delle gazzette italiane che hanno seguito e sostenuto il governo fascista in tutte le colonie italiane d'America. Non è il caso di parlare ora delle benemerenze <patriottiche del Comm.. Carlo iBarsotti. La sua storia è contenuta nei casellari giudiziari che provano Il brigantaggio patriottico del comm. Barsotti. Qualche giorno anche questa documentazione dovrà essere !atta. ITALO CARLO FALIBO ha fatto il porco per molto tempo, esaltando il fascismo e Mussolini, firmando gli "Editoriali" col proprio nome. Naturalmente Il Falbo ha scritto ogni genere di sudicerie sulle colonne del giornale dell'ex tenitore di prostiboli. Scrivere sudicerie in quei giorni era di moda. Era la consegna. I falsi si sono alternati ai falsi. Era una gara fra gli svergognati pennivendoli a chi poteva raccontare le menzogne più sfacciate per confondere la massa degli emigrati. Bisognava far credere ai miracoli del duce. Tutti i miserabili sudicioni di ogni calibro facevano gara a diffondere le menzogna. E' stata una gara fantastica nell'esaltazione della frode e dell'inganno. • • • Il 26 Marzo ha avuto luogo una udienza davanti alla legislatura del Massachusetts. Si è discussa l'abolizione della pena di morte. Hanno partecipato alla discussione diversi prominenti cittadini che hanno sostenuto la necessità dell'abolizione. La pena di morte è stata definita dai più un residuo di barbarismo. Tra gli altri ha partecipato alla discussione, in sostegno dell'abolizione, il governatore Michael V. Di Salle, venuto appositamente dall'Ohio. Ha testimoniato anche l'ex giudice della corte distrettuale WILLIAM T. MACCARTHY, il quale ha sostenuto la legge esistente. Egli ha aggiunto che l'esecuzione di Sac10 ~CÒNTROCORRENTÉ ..:.. Febbràto 1963

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