sta cosa di sparare in piazza, nostra gente contro nostra gente, è successa anche dopo la "liberazione", molte volte, come davvero quando mori uccisa sulla piazza di Imola il 29 aprile 1944 Rosa Zanotti, nessuno che aveva senso e cuore se lo sarebbero immaginato. • • • La manifestazione si scioglie. Ormai quel che si doveva fare s'è fatto: un'azione in cui due compagne son cadute, e ognuna che è sulla piazza ha corso quel rischio. Ma tacere sotto l'oppressione vuol dire morire di morte più lenta; non si <può accettare la rinuncia a difendersi. Le donne cominciano ad andarsene, eccitate e tristi, non impaurite ma indignate del metodo che divi,ene giorno per giorno più insensato ed ingiusto. Davvero, per la matta ambizione di questi assurdi, provvisori reggenti, è in gioco ad ogni momento la vita. Ed ecco da una via laterale sbucare truppe tedesche in assetto di guerra. Ognuno dei tedeschi esegue perfettamente la sua manovra, si pianta a due metri dal camerata con la "machin-pistole" sul petto e una bomba a mano pronta. La piazza è circondata. Uno spiegamento di forze veramente inutile per le donne che già se ne stavano andando. Ma questi nazisti in Italia qualche cosa devono pur fare. Cosi certo pensarono i militi terrorizzati e senza grida respinti dentro l'atrio del municipio. E li chiamarono in aiuto. Senonchè i tedeschi, inquadrati, rigidi, regolari come stampiglie, si muovono soltanto a comando, e giungono per fortuna quando la manifestazione è finita. Dico per fortuna perchè era gente per cui non significava nulla una sparatoria, adoperavano il mitra come il contadino adopera la zitppa. Il contadino taglia erba inutile, rivolta il blocco di terra che riluce al sole e darà grano. I tedeschi infilavano il caricatore, incominciavano il lavoro, chi ci fosse davanti non importava. Giovani, vecchi donne bambini. Poi il caricatore era vuoto. Si cambiava. Un lavoro come un altro. Rimasero tutti in emergenza per I funerali della Rosa Zanotti. Una disgrazia per loro che fosse morta il 29 aprile. Escluso assolutamente il primo maggio per il funerale. Le date hanno un grande valore. Rimandato al due, un giorno qualunque. Ma proprio li primo maggio nel pomeriggio la salma della Rosa Zanotti, d'accordo i reggenti repubblichini e i tedeschi invasori, cui gli si era con abbondanza ed abilità spiegato il caso, fu prelevata di nascosto dalla camera mortuaria dell'Ospedale Civile, e trasportata al Piratello, cioè al cimitero di Imola. Il Piratello, ad Imola, ha significato di grande onore ai morti, perchè è lontano, un lunghissimo viale di alberi. E chi vuol andare deve camminare molto, piano piano, sia freddo e grigio di inverno o dolcezza d'estate, l'ultima passeggiata In compagnia della bal'a. Invece i tedeschi e i fascisti non volevano niente per la Rosa Zanotti, assassinata sulla piazza per essere andata a chiedere i grassi della tessera, mamma di sei figli, donna di casa, presa a tradimento da un mitra purtroppo non messo a fuoco da mano straniera. La cosa strana fu questa: che qui,;ndo gli stessi familiari e in seguito i gruppi sempre più folti di cittadini si riunivano presso la camera mortuaria in attesa del trasporto, un signore molto distinto andava intorno di qua e di là come se fosse lui l'organizzatore della cerimonia. Non lo conosceva nessuno e parlava con tutti: "Dio mio, non succederà niente, ma bisogna stare attenti a questi fascisti. Potrebbero sparare sul corteo"? Volava in un altro gruppo preferibilmente di donne: E' un grande funerale. Speriamo che vengano anche le vostre dirigenti. Per il momento non le vedo. Pensate che saremo in molti? E voi di dove venite? Da Imola o da fuori? E i nostri paesi sono stati informati della disgrazia?". Si dette troppo d'attorno e tutti capirono di che cosa era incaricato quel signore. Il quale ebbe il senso di dover scomparire, e fu tempista, poichè si scopri che nel mulino li accanto c'era un apparecchio telefonico in linea con la caserma delle brigate nere. Accaddero altre cose in quel giorno in cui la città di Imola e i paesi vicini Intendevano almeno portare il saluto a Rosa Zanotti, morta della Resistenza. C'erano le mitragliatrici sul viale del Piratello. A Porta Bologna un cordone di militi col mitra imbracciato. Suonò perfino l'allarme aereo per disperdere la folla alla camera mortuaria, funerale senza bara, cortei alla memoria. Niente da fare. La gente si avviò tranquilla per la strada del cimitero, e più si andava e più ne veniva, dalle vie laterali, dalle case sparse. Le donne per prime arrivano al posto di blocco poco prima del cimitero, discutono, gridano: "Vogliamo assistere alla sepoltura della nostra parente" ... Sfondano il primo cordone di armati, ma si trovano davanti ai cancelli chiusi, vigilati da facce magre e squall!de di repubblichini, uomini di pochi anni che tra cattiveria e paura hano dimenticato la gioventù. • • • Il 30 maggio, un mese dalla morte di Rosa Zanotti, un mazzo di fiori appare sul posto nella piazza dove essa cadde innocente, soltanto per aver domandato i grassi della tQSsera annonaria, non certo chili ma gramn,i, come fosse roba di farmacia, che i reggenti della repubblichina di Imola tenevano per le cucine, pochi grammi per ogni tessera, ed ecco che ridiventano chili. Stavano attenti, però la Rosa Zanotti ebbe i suoi garofani rossi proprio sulla pietra della morte insensata. E il 13 giugno a Bubano, dopo tanto soffrire, morl anche la Livia Venturini. Il proiettile di mitra sparato da un poveraccio che solo di quel mitra era in potere, si era conficcato nella colonna vertebrale della Livia. Una donna sana, una forza intatta che non valeva la 1 pena di uccidere. Ma fu peggio che ucciderla, poichè rimase paralizzata alle gambe, lei, vivace, lavoratrice, avvezza alla fatica, alle lunghe strade. Si ritrovò invalida per quella pallottola sbagliata. E chi sa che cosa anche era colpito alle radici della sua vita. Un centro molto 8 CONTROCORRENTE - Giugno 1962
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