Controcorrente - anno XVIII - n. 30 - mag.-giu. 1962

lare scrittura fogli e fogll che doveva accuratamente nascondere per sott.rarli alle perquisizioni. Non sapeva far discorsi Inutili, non sapeva perder tempo. Camminava ra,pido e Jeggel'o con quel suo pasoo lk!vemente ondeggiante come se avesse sempre dovuto passare da un lavoro ad un altro, ad un altro ancora. Nelle riunioni di amici era sempre li capo, naturalmente: del giovane capo aveva l'entusiasmo, la freschezza, la rapidità. Accanto ai suol capelli quasi biondi quelli di mio marito erano candidi, come di un padre: li guardavo e perdevo il filo del discorso. A dicembre giunsero il Mlrtillino, e la mamma che sul finire della primavera erano andati in Inghilterra a gettare le fila della fuga: il loro ritorno significava che per tutto l'inverno ncm ci sarebbero state novità. Era una giornata calda col cielo altissimo e cosi azzurro che le case parevano candide contro Il verde dei monti, di fronte al mare. Rivedo Rosselli col MirtlllinOI per mano: alto e robusto si piega sul bimbo biondo e rosa incapucciato di angora bianco e gli sorride come un papà felice: ma quando li pir~afo s'allontana alza gli occhi e !Ile segue la scia. Altri mesi di compl"e'llSione silenziosa. L'inverno e la primavera del 1929 furono lunghi, anche se Il Mlrtillino, che sorrideva come il suo papà, cinguettava le prime parole e la famiglietta nella rustica vllla pareva proprio felice. Passal'O!llo I mesi. Al principio dell'estate minuziosi piani furono concertati con l'estero, con mio marito e con gli amici: il Mirtlllino e la mamma partirono da Lipari. L'ansia e l'attesa non consentivano a ROISSellldi godere della luce, del sole, del cielo che facevano dell'Isola un meraviglioso paese azzurro verde e oro dove tutti lo amavano. Per rassicurare la direzione sulle sue Intenzioni tranquille e placide passava lunghe ore sulla spiaggia, faceva lunghe nuotate e al ritorno portava Il mio bimbo a cavalluccio per la ripida salltla di Sant'Anna fra alte siepi di fichldindia, invitava a pranzo gli amici, seguiva le vicende dei confinati e sorrideva. Il direttore della colonia in risposta ai conslgll di attenta sorveglianza venutigli da Roma scrisse: - Da Lipari non pensano di scappare neppure le mosche. - Ma il direttore sapeva che Rosselll nuotava come un delfino e scherzava sulla spiaggia mangiando 1 fichi zuccherini che Bartolo dal viso di efebo portava appena colti. Il giorno precedente quello della fuga si era particolarmente divertito a vuotarne un cestino credendo che fossero miei. Quando me ne ringraziò col tono scherzoso del ragazzo che ha fatto una mo· nellerla e senti che erano di un amico comune, e per questJo glieli avevo lasciati finire, venne fuori con una risata alta chiara e contagiosa e Infantile che fece alzare la testa al mio bambino che giuocava con la sabbia e voltare la testa al milite di guardia con la baionetta innastata. Mancavano poche ore alla fuga, questo rrostro segreto ci pareva più grande del mare. Quel giorno fece colazione con noi, tornando a casa salutò il mio bambino: - Quando ti rivedrò ml dirai buon giorno e buona sera invece di II giongic:mo" e H bosessa" e sarai il compagno di Mirtillino. - SI fermò a metà della scala e soNlse, si fermò presso il cancello e si volse a salutare. Alla sera poco dopo le venti eravamo appoggiati al muretto di S. Giuseppe mio marito, il bimbo ed io, Rosselll poco distante da noi. Udimmo lontano nel mare il battito !leve di un motore; senza parlare ci a,·- viammo verso casa. Sulla strada del Diana ci passò accanto, cl salutò appena, cl oltrepassò e si volse a guardarci. Il ricordo del suo viso di quel momento è il ricordo più vivo che ho di Lul: ansia, speranza, senso dl liberazione, tensione nervosa facevano del suo sorriso una smorfia dolorosa cosi viva e forte e umana che non ho più dimenticata. Non ho più visto Carlo Rosselli. AItri diranno dell'intelllgenza, del coraggio, della fede Sua: lo non posso che ricordare la sua ricca umanità, che gli consentiva In carcere dl curare come fratello l'amico ammalato, di giuocare coi bimbi, di sonare con tocco delicato il pia· noforte, di dare senza misura a chi ne aveva bisogno. Ora non pol'ta più bimbi a cavalluccio e ncm suona più l'Eroica, e non vede questa Italia fremente stanca e combattuta ma libera dal nemico che lo odiò, Lui che non sapeva odiare perchè e,ra buono e giovane e virtuoso. La sua fine crudele accanto si Frate1Jo1 fu uno di quel freddi delitti che non si possono vendicare se non con l'opera di tutta la vita. Le madri e le mogli che non dimenticano vorrebbero che li Suo esempio rosse legge per tutti. Ester Parri CONTROCORRENTE - Gtugno 1962 5

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