I APiombo I Dopo tre anni di sospensione volontaria delle esplosioni nucleari, i russi, mentre a Ginevra si discuteva di pace e di controlli, violarono questo tacito accordo. Questo è avvenuto nel settembre 1961. Ieri i russi, oggi gli americani. Le esplosioni dei funghi nucleari continuano. Tanto i primi quanto i secondi, si rincorrono in questa gara di predominio atomico, avvelenando l'atmosfera, deludendo le speranze dell'umanità, non tenendo in alcun conto l'indignazione e le proteste del mondo. In questa ripresa sperimentale di mezzi di distruzione, essi cercano di stabilire quella supremazia di forza, che manca nelle trattative sempre in corso, onde poter raggiungere un minimo di accordo e di garanzie, atte a porre fine agli armamenti e alla guerra, che co.me spada di Damocle è sospesa sul destino del mondo. Tutte le proposte che si Sono avvicendate sui tavoli delle conferenze internazionali di Ginevra e di altrove, non potevano, nè possono dare i risultati desiderati per quella sempre manifestata mancanza di garanzie e di controllo, resi oggi tanto più necessari in considerazione degli avvenimenti che stabilisoono sempre più lampantemen'te ed inequivocabilmente, che se aver fiducia è buono, non averne è meglio. A maggiore beffa, in questi giorni, più che sempre, i sovietici nella loro propag·anda parlano di " crimine contro l'umanità". Ma purtroppo questo è lo stesso crimine del 1961 perpetrato da Mosca, e al quale ,per ordine di annotazione va data la precedenza. L'uno non può essere disgiunto dall'altro. E tutt'e due costituiscono lo stesso rischio, la stessa minaccia. A che vale arzigogolare? Kruscev prima, Kennedy dopo, le esplosioni C'ontinuano e continueranno fino a quando non sarà raggiunto un accordo basato su solide garanzie di controllo reci· proco, e fino a quando I maggiori responsabili del destino di questo mondo non saranno messi i condizioni di ascoltare la voce di condanna dei popoli, non più disposti a subire tacitamente e pecorilmente I capricci che sono emanazione di quelli che si contendono il controllo dell'universo. Bisogna abbandonare le posizioni di forza, e scendere a più sereni e seri propositi e saggiamente realizzare il volere generale dei popoli che desiderano di essere trattati come esseri viventi, e non come pecore belanti. Per bocca di George Meany, presidente della AFL-CIO, apprendiamo che l'unionismo dei mandarini, non è contrario al sistema del profitti. Interpellato a bordo del piroscafo Unlted States che lo trasporta in Europa per partecipare alla conferenza internazionale del lavoro, ha candidamente dichiarato: "Non ho nulla contro i profitti. Questa economia è basata sui profitti. Saremmo schiocchi ad obiettare contro i guadagni delle compa· gnie. Però non possiamo accettare questo sistema come cura valida contro la disoccupazione". Un piatto meglio condito non poteva uscire dalla cucina di questo capo del sindacalismo americano alla rovescia, che cieco come è sempre stato, ha condotto le organizzazioni operaie a puntellare le basi del sistema del profitto e dello sfruttamento. Per un più colmo piatto di lenticchie, essi hanno fatto del sindacato, non più una arma per !"elevamento materiale e morale delle masse lavoratrice, ma bensl lo hanno reso prono ai voleri del capitalismo, al quale non incute più alcun timore, perchè essi ben sanno che i rufflaneggianti capi sono di pasta frolla e ne possono fare l'uso che meglio vogliono. Quello che vale per la stragrande maggioranza di essi è il tornaconto, le visite al papa e ai cardinali e alla Casa Bianca, le croci e le commende, e la stomachevole boria di cui fanno sfoggio, e più d'ogni altra cosa, le laute prebende, che in numerosi casi superano il salario del presidente degli Stati Uniti. Non è questa una rivelazione. E' solo un'altra constatazione che dimostra che la lotta di classe la quale in un tempo ha fatto tremare e preoccupare seriamente gli usurpatori di tutte le ricchezze, oggi è ridotta, almeno in questo paese ad una burla, che sempre più va perdendo la sua vera flsonomia, le sue finalità, la sue ragione d'essere. Quando dal capo viene la tigna, dal piede Inizia l'infermità. Sembra che il dittatore spagnolo Francisco Franco, cominci seriamente ad avere i giorni contati. Il più forte attacco sferrato contro Il regime franchista negli ultimi 25 anni, ha avuto Inizio con le agitazioni sindacali nelle miniere del nord della Spagna Il 6 aprile. Trentacinquemila minatori e 55 mila operai dell'industria hanno incrociato le braccia per ottenere miglioramenti salariali. Mentre Il governo ha minacciato seri provvedimenti e lo stato di emergenza, nelle province di Asturia, Vizcaya e Giuzpoca gll operai hanno resistito e resistono alle pressioni del governo e dell'industria, e in molti paesi e città non sono mancate dimostrazioni di solidarietà e di simpatia per gli scioperanti e contro il regime di fame e di terrore franchista. La ferma decisione degli scioperanti di rontlnuare fino alla vittoria, ha indotto il Caudillo, ad elaborare una nuova legge che oltre a concedere gli aumenti salarlall, concede anche il diritto di sciopero. cosa che in Spagna era stata abolita all'epoca dell'avvento di Franco al potere. In un manifesto del dirigenti lo sciopero, CONTROCORRENTE - Giugno 1962 27
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