Controcorrente - anno XVIII - n. 30 - mag.-giu. 1962

Lettere Questa rubrica e' riservata al lettori. Essi possono esprimere senza riserve la loro opinione di cui assumono la responsablllta'. A chi scrive raccomandiamo di trattare argomenti di Interesse generale. Preferiamo che tutte le lettere siano firmate con nome e cognome. Coloro che vogliono fare uso di pseudonimo possono farlo, purche' ci siano noti. I collaboratori ricordino questa importante regola: brevita'. E niente polemiche di carattere personale. Commento ritardato Siamo nelle feste di Natale. fra i canti di gioia, squilli di arpe angeliche e frastuono rallegrante di 500 campane delle chiese di Roma le quali annunciano gioiosamente li lieto evento del dolce bambino di Nazareth, figlio legittimo di Dio, di Maria e del fu Giuseppe falegname. Fra le tante allegre note delle arpe angeliche abbiamo avuto il piacere e la gioia infinita di sentire anche il primo violino del nostro caro e indimenticabile Giovanni XXIII, capo della chiesa cattolica romana, nonchè rappresentante esclusivo della cristianità, dei servi della quadruplice intesa, dell'universalismo ecumenico, della banca divina e della vigna che egli ha ben piantato a Roma. Mentre le sue note intonate con la sua voce amorosa, echeggiavano per la terra e scendevano nei cuori angosciosi come nota di una promessa consolatrice, nello stesso tempo ammoniva melanconicamente che la storia si prospetta molto aspra e severa per gli statisti i quali non faranno mai tutto quanto è in loro per ottenere una pace giusta ed equa. Che il giudizio della storia sarà altresl severo per coloro che non avranno fatto nulla per togliere l'umanità dall'ombra della guerra. Poichè saranno posti sotto la sorveglianza dell'alta polizia divina e la loro casa di reclusione sarà l'inferno. Forse la storia sarà severa - aggiungiamo noi - come lo fu 1961 anni fa col figlio del falegname che non volendo continuare ad esercitare l'umile mestiere di suo padre si mise - proprio come un oste del nostro tempo - a cambiare l'acqua in vino e fu diffidato ed inchiodato sul legno della croce. Oppure ,per passare nella storia moderna come il figlio del fabbroferraio, che anche lui, non volendo continuare l'umile mestiere di suo padre si mise blandamente e dolcemente come il suo antecessore a italianizzare tutti gli Italiani che egli sospettava antipatrioti e antinostrani e fini anche lui morto ammazzato ed appeso ad un altro braccio della croce. Tutti e due inviatici espressamente da Dio per redimere i nostri propri peccati come si faceva ai beati tempi della santissima inquisizione, mandando alle flamme vendicatrici gli eretici, quando i nostri cristiani non scherzavano. In riferimento poi al comunismo e allo ateismo militante su piano mondiale, come lo chiama lui, a Giovanni c'è restato un solo disco ·e continua a suonare sempre quello. E cioè che l'ateismo è un fenomeno del nostro tempo o una verità sconcertante che la chiesa oggi va assistendo ad una crisi sviluppatasi in società e che mentre l'umanità è sull'orlo di una nuova era, essa deve affrontare dei compiti di immensa gravità nati in tutte le più tragiche epoche della storia, e per conseguenza dichiara guerra sen:ta quartiere al comunismo. Ma infine si può sapere il Dio di Giovanni che razza di Dio sia? Il Dio della pace o il Dio della spada? Meno male che non siamo più ai tempi delle crociate! ... altrimenti sentiresti che nespole! Giovanni, volendo mettere in rilievo la sua •alta figura morale, deplora la barbarie trionfante delle due ultime guerre che inchiodarono nel muro del sacrificio milioni di uomini e va bene. Ma poi le guerre religiose che per secoli coprirono tutta l'Europa di strage e di sangue, dove me le mette, nell'ombra di Cristo? E non fu quella buona pasta di Pio VII che nel 1804 incoronò Napoleone primo, il più grande guerriero che la storia ricorda? E nella storia moderna non fu egli l'uomo mandato da Dio che assestò la più codarda pugnalata che un brigante politico abbia mai usato infliggere alle spalle di un caduto, non al popolo francese soltanto ma - vorrei dire - a tutto il genere umano? Sono vani i postumi abbellimenti, le camuffature di sana morale e le parrucche di bontà cristiana, perchè per quanto si faccia, appare sempre il numero dei morti. A chiusa del suo messaggio natalizio, Giovanni ha voluto rinfrescarci la memoria anche con una pizzicatina di storia, facendoci felicemente sapere che nel concilio storico - il primo il 325 - si stabili la data di Pasqua. E nel terzo, il 431, si dichiarò che Maria vergine fosse la madre CONTROCORRENTE - Giugno 1962 25

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