Controcorrente - anno XVIII - n. 30 - mag.-giu. 1962

come avevano fatto con il cavaliere Cannata. Ma Giovanni Stuppia, ancora sanguinante invece di intanarsi a casa, si trascinò fino alla caserma dei carabinieri e raccontò tutto. Fece i nomi dei monaci ai quali avrebhe dovuto consegnare il denaro, dell'ortolano Lo Bartolo che gli aveva comunicata l' "ambasciata " dei banditi, denunciò le estorsioni alla famiglia Cannata, al <farmacista Colajanni. La stessa notte arrivarono da Caltanissetta due camion carichi di carabinieri e circondarono il convento dei cappuccini. Quasi contemporaneamente furono catturati Girolamo Azzolina, Giuseppe Salemi e Filippo Nicoletti, ,i " killers" dell'associazione, assassini materiali del cavaliere Cannata, gli incendiari della farmacia Coajanni. Mancava solo l'ortolano Lo Bartolo, il " cervello " dell'organizzazione. Piccolo di statura, oramai prossimo ai sessant'anni. semianalfabeta, religiosissimo, padre di otto fig1i, quest'uomo era riuscito a inventare la più gigantesca trappola criminale del dopoguerra. Per due anni aveva impunemente terrorizzato un paese ed aveva guadagnato circa quindici milioni. Era fuggito con i soldi poche ore prima dell'arrivo dei carabinieri. La polizia lo acciuffò nei pressi della frontiera di Ventimiglia mentre contrattava l'acquisto di una villa sul mare. Era certo cosciente di essere alla fine dell'avventura e avrebbe voluto trascorrere da nababbo gli ultimi mesi che gli restavano di libertà. Quando vennero ad arrestarlo gli trovarono una borsa di pelle gonfia di banconote per milioni di lire. Allargò le braccia rassegnato e non cercò nemmeno di difendersi; appena fu solo nella cella lacerò con le Problemi unghia le lenzuola, ne fece una corda e si impiccò alle grate della finestra. Ricapitoliamo infatti. Lo spettrale assedio alla popolazione di Mazzarino era stato posto da una associazione criminale di otto persone. Questo è thiaro! Da una parte i tre " killers ", Azzolina, Salemi e Nicoletti, tre torvi e feroci "cafoni", tre uomini che non sapevano leggere e scrivere, crudeli e ignoranti, ai quali spettava il compito di uccidere chi si ribellava, di bruciare le case, di sparare. Erano delinquenti spietati ma stupidi, a loro toccavano infatti le briciole, poche migliaia di lire alla volta. Dall'altra parte invece erano i quattro cappuccini, cioè gli esattori della impresa criminale. I trP banditi non conoscevano i monaci, e viceversa; nè gli uni e gli altri ebbero mai occasione di incontrarsi. In mezzo stava - come trait d'ttnion - la raffinatissima, incredibile astuzia delittuosa di Carmelo Lo Bartolo che aveva inventato e costruito la gigantesca trappola pezzo a pezzo, che sceglieva le vittime, scriveva le lettere di estorsione, inviava i frati ad es' gere le somme, disponeva le rappresaglie, stabiliva l'entità dei ricatti, decretava le condanne a morte. Ora la domanda che si pone è questa: il guardiano padre Vittorio, il teologo Arippino, l'irsuto Venanzio, il vegliardo padre Carmelo furono soltanto due ingenue vittime, quattro strumenti umani resi docili e innocui dal terrore, o fuorono invece suoi complici efferati, anzi addirittura gli architetti del gigantesco bluff criminale? Di Bartolo è morto oramai e debbono essere i giudici della corte d'Assise di Messina a trovare una risposta. Giuseppe Fava da " TEMPO ", 24 Marzo 1962 Il nostrocompitonel prossimodomani Per noi operai, a differenza della borghesia capitalista, che si nasconde dietro il regime militare, intendiamo la democrazia ed il mondo libero, come una dottrina, e costituzione politica, che assegna la sovranità d'uno stato al popolo, quale la esercita per mezzo dei suoi ra,ppresentanti. E nonostante i suoi errori, sofismi e contradizioni, ci risulta meglio dell'aristocrazia o di un governo oligarchico. Solo che, le regole diplomatiche della democrazia borghese, da quando si è scoperta l'energia nucleare, coteste regole, si può dire che restano infrante per sempre, che duravano da secoli e sembravano implacabili; quali lavacri di sangue, delle guerre periodiche, promosse dai pregiudizi nazionali e da sfruttamenti coloniali. Però adesso mi sembra che non hanno più ragione d'essere. per il motivo che se si usassero le armi atomiche, farebbero tabula rasa di tutti, vincitori e vjnti. Ironicamente bisogna notare che, non era questa l'intenzione delle cassi dominanti, però al punto che si è giunti riguardo i riarmamenti, anziche rafforzarli nell'esistenza e nel dominio, è giocoforza che anche la borghesia guerrafondaia resta esposta al bersaglio, poichè in caso di un conflitto come le vittime di una volta, vengono coinvolte con la stessa facilità, dalla peste e dallo sterminio. Il che, un giorno, tali massacri furono destini premitati e riservati soltanto per il proletariato. Quello che funzionava come valvola di sicurezza a tenere in bilancio lo stato, quando bisognava carne da cannone per fornire l'esercito, e carne da schiavi obbligati, che venivano nei feudi, venduti con la terra, nel trapasso di proprietà. Quindi anche oggi ogni stato, se non vuol perire deve cercare di diventare il più potente; deve divorare per non esser divorato, perchè due potenze simili e al tempo stesso estranee una dall'altra, non potrebbero esistere senza distruggersi. Dunque lo Stato è la negazione più flagrante, più cinica, più completa dell'umanità. CONTROCORRENTE - Giugno 1962 15

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