Controcorrente - anno XVIII - n. 28 - gen.-feb. 1962

11.-Prezzoli"nui omsoenzapregiudizi" Nel fascicolo di ottobre del " Ponte " ho ricordato quella che fu la posizione di Prezzolini di fronte al fascismo durante i primi anni del " regime". In questa seconda ed ultima puntata ricorderò quella che fu la sua attività, quale propagandista del fascismo in America, a partire del 1930. Sul " Borghese" del l.o febbraio, del 15 febbraio, del l.o marzo e del l.o aprile 1952, nelle sue "memorie letterarie", Prezzolini rovesciò tutto il livore che aveva accumulato contro Salvemini durante gli anni della lotta antifascisùa, e lo accusò di averlo "denunciato ", durante la guerra, alle autorità americane, quale " agente di Mussolini". Tale denuncia- affermò Prezzolini -- non aveva neppur un'ombra di fondamento: egli si era comportato sempre semplicemente come si deve comportare un " uomo s-enza pregiudizi". Lo dico con sincero dispiacere e non con vanto: son troppo sincero, aperto e In buona fede. Non 90ltanto non ful un agente di Mussolini, ma non ebbi n~mmcno H modo di dire dl no. NKSuno me l'offr1' · CHIACCHERONI E REALIZZATORI Salvemini - sempre secondo Prezzolini - non aveva mai capito " che la politica è un'arte come la statuaria nella quale ci si sporc,a le mani; che la politica adopera la creta (qualcuno dice lo sterco) degli uomini, e chi vuol foggiare una statua con quella materia non può nemmeno adoperar i guanti". Un Politico deve tener conto delle fon:e reali della maggioranza degli uomini, che son l'ambizione, la vanita', l'avarizia, la cupidigia, la vendetta, l'lmbecUlita' e quindi deve anche 90ddlsfarle. La politica delle mani nette non e' ma.I durata e coloro che l'hanno tentata ha.n fatto falltmcnto. come Sa.lvemlnl. Questi l'aveva accusato di essere un agente fascista solo perchè lui, Prezzolini, aveva simpatia per gli uomini politici che non temevano di sporcarsi le mani pur di concludere qualcosa. Confesso che ho avuto ptu' ~lmpatla per 1 fuctatt che per gli antlfa.sclstl .. per la stessa ragione per cui avevo ptu• slmpalla per Lenin Chi' per Kerenakl ... Coloro che fanno ml piacciono plu' del chiacchieroni. E•, In me, un modo dl Interpretare la storia. Che cosa poi questi "realizzatori" elifettivamente realizzassero- se accrescevano i privile,gi dei Grandi Baroni o miglioravano il tenore di vita delle popolazioni sommerse nella miseria; se instauravano un regime di oscurantismo clericale e di terrore poliziesco o un regime che consentiva una più libera espressione della personalità umana; se scatenavano la guerra mondiale per brama di domini-o o cercavano d1 costruire un migliore ordine internazionale basato sul riconoscimento del diritto -- per Prezzolini era indifferente. Purchè " concludessero ". Una. cosa (fra le tante che Salvemlnl non captra• - preciso' - e' che nel mio cambiamento f'bbe molta lnfiuen2.a l'osservazione che feci della lncapaclta'. tnefflca.ela, Impotenza. di lui e del suo gruppetto. Fu allora che ml nacque una certa !!Impalla In corpo per I " birbanti ", che poi ho volentieri confessato, perche' almeno essi concludtWan qualche cosa. I " moralisti " come Salvemlnl eran buoni soltanto a protestare, eran " purissimi " come l'acqua, ma insipidi. Col criterio di " interpretazione della storia" adottato da Prezzolini si dovrebbero chiamare "chiacchieroni" anche Mazzin.i, Cattaneo, Ma,tteotti, Amendola, Rosselli e tutti gli altri "profeti disarmati "; si potrebbe dire " chiacchierone" anche Lenin se fosse morto prima del 1917; mentre sarebbero degni di simpatia, perchè "realizzatori", Mussolini, Hitler, Franco, Salazar e tutti gli altri criminali che abbiamo visto agguantare il potere, negli ultimi decenni, con mani più o meno lorde di sterco e di sangue, nel veocchio e nel nuovo mondo. Per arrivare a conclusioni di questo genere, per dare sempre ragione a chi ha successo soltanto perchè ha successo, non occorre, però, essere intellettuali e scomodare la signora Storia: basta prendere per guida il proprio tornaconto. E riesce, in genere, molto meglio a seguir questa guida un qualsiasi mercante di porci che un qualsiasi PrezzolinL Salvemini si trovava - scrisse Prezzo lini sul "Borghese " - nei riguardi dell'Italia, "nella posizione del marito che ha dovuto assistere allo stupro della moglie: certamente una posizione di protesta legale: ma il frutto del ventre non sarebbe stato loro, nonostante tutta l'illegalità del fattaccio. E l'Italia d'oggi non è certo figlia di Salvemini ". Questa ultima affermazione è purtroppo vera: l'Italia d'oggi è molto più figlia dei fascisti e dei preti di quanto non sia figlia di Salvemini e di chi la pensava come lui. Ma se c'è ancora in Europa un'Italia, unita nei suoi naturali confini, non è certo merito dei "realizzatori "; è merito dei "chiacchie·roni ", tipo Salvemini, che - con le loro proteste, con le loro denunce, con la loro Resistenza - quando è venuto il giorno del redde rationem, hanno permesso a tutte le persone in buona fede di distinguere la responsabilità del popolo italiano dalla responsabilità della banda di avventurieri che si era impadronita con la violenza del potere ed aveva portato il paese al disastro della disfatta. CONTROCORRENTE - Febbraio 1962 9

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