Controcorrente - anno XVIII - n. 28 - gen.-feb. 1962

tiquattresimo, infatti, si trova condensato tutto quello ohe è stato poi diluito nelle migliaia e migliaia di pagine delle innumerevoli biografie auliche, italiane e straniere, sull'Uomo della Provvidenza: E' possibile - cominciava Prezzolln1 - che un Itallano scriva oggi dl J.IU$SOl1nlstoricamente, senza retorica, senza Ira, senza p.reoccupazlonl, con animo libero? La maggioranza rtspondera' che no. Questo profilo Intende di mostrare che al'. Non si trattava di tenere una via di mezzo: si trattava di battere una via diversa: Si tratta di guardare 1n faccia a una ·• re&Jta' " e di giudicarla, quanto e' pcsslblle, lmpa.rzla1mente, senza. timore di parere servill o irrlverentJ. · Se il lettore avesse trovato anche delle critiche doveva tener presente che l'autore "non le aveva formulate nei giorni in cui Mussolini pareva liquidato ". Di questo avvertimento n'On c'era, in verità, alcun bisogno, perchè nessuno avrebbe potuto trovare, neppure se l'avesse cercata col lanternino, la più piccola critica. Nel profilo di Prezzolini Mussolini è presentato come l'Eroe, che segna con la sua volontà il corso della st'Oria; come il salvatore dell'Italia; come colui che ha sempre ragione. La situazione del nostro paese nell'immediato dopoguerra era sim'ile - scriveva Prezzolini - alla situazione della Francia alla fine del Direttorio, "per la quale Napoleone apparve e fu un salvatore" (p. 34). In un certo senso (Mussolini) e' un vero ttalla.no, un forte Italiano, un condottiere, come dicono gll slra.uiert, un uomo sul tipo del NaPoloone ldeallzza.to da Taine (p. 35). Anche le più sconcertanti contraddizioni del nuovo Nap'Oleone, anche le sue figure più cacine, confermavano, sotto la penna del suo agiografo, le insuperabili virtù dell'uomo politico mondiale (in corsivo nel testo). Nel 1924 m'Olti ricoroavano ancora che Mussolini nel 1919 e nel 1920 - prima di divenire il restauratore dell'ordine e il difensore degli interessi degli agrari e dei grandi industriali - nei suoi scritti e nei suoi pubblici discorsi si era ripetutamente proclamato anarchico rivoluzionario; aveva appoggiato la occupazione delle terre da parte des contadini; aveva chiesto il controno degli operai sulle industrie e l'espropriazione del grande capitale; aveva eccitato le folle a impiccare ai lampioni i bottegai affamatori ed applaudito il saccheggio dei negozi; aveva manifestato la sua completa solidarietà con gli estremisti che proclamavano scioperi per allenare il popolo alla rivoluzione e occupavano le fabbriche. Ma Prezzolini - scrivendo da "storico " - accennava a quei recentissimi antecedenti del suo Eroe solo ,per dire che, dopo la vittoria, " si trattava di sapere se il movimento di rivoluzione avrebbe avuto per insegna la falce e il martello della rivoluzione russa o la <bandiera nazionale". Che Mussolini sia stato qualche momento In torse dimostra. soltanto la sua senstbilta• politica (p.27). Perfino lo smacco di Corfù, del settembre del 1923, diveniva un pretesto per esaltare la " me-ravigliosa" ca,pacità che il duce aveva di adeguarsi prontamente alle circostanze. Lasciando Cor!u', deve avere avuto molto da. lottare con se stesso: Mussolini capo d'Italia con Mussolini capo del Fascismo. Bisogna rloonO&cergll questa non comune tacolta' e questa re.otto rara potenza (p. 44.). E che cosa non era capace di fare quel demonio? MuSSOillnl e' l'uomo della veloclta', del meccanismo, del caplta.ltsmo, che guida l'automobile, che vota. 1n aeroplano, che telegrafa a Spalla per te sue vittorie, che pone Io sport nell'orario d&I1a sua giornata; 11 prtmo uomo di Stato lta.llano, Insomma, che non sla In arretrato di almeno trent'anni con l gusti del proprio tempo (p. 37). La maledizione era che il " padrone d'Italia" non aveva trovato nel popolo italiano un "servitore" degno di lui. In Mussolini cl sarebbe la stoffa per 11 capo di un paese ptu' avanzato del nostro sulla via del progresso, meecanlco, Industriale e capitallsUco (p. 39). Era una "forza lanciata dentro il corpo dell'Italia": Questa fon.a si e' impadronita del comando del corpo. Ma te resistenze, le pigrizie, le diffidenze, le ribellioni, le coscienze offese sono troppe (p. 50). Qui era il vero dramma: gli italiani non offrivano all'artefice la materia prima adatta per forgiare la statua ln cui avrebbe potuto esprimere tutta la sua potenza creativa. Se avesse trovato un ambiente C'Onforme al suo genlo, un popolo che gli avesse ciecamente obbedito, come qualche anno dopo trovò Hitler ... probabilmente non sarebbe stata la Germania nazist.a a scatenare la seconda guerra mondiale. Ma Mussolini, purtroppo, doveva operare " in certe condizioni e con le forze che il paese gli offriva". Toocava al Paese dargli uomlnJ migliori: tocca al Paese offr1rgll gli uomini per un compito superiore, quale sara' 11 ritorno alla vita del pe.est plu' progrediti, ctvlll e legali (p. M). CONTROCORRENTE - Febbraio 1962 7

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