6 La posizione di "storico", in questo caso, era allora la più comoda per non compromettersi e non aver seccature. Nella postilla su "La rivoluzione liberale", Gobetti rileva iron,camente la " curiosa deformazione dell'identità hegeliana di reale e razionale", intesa da Prezzolini "in termini che lo lasC'iavano fortemente dubbioso sull'idea che egli si era fatto di storia e di politica". Faremo proprio noi delle QUMtlOni dl legallta'? - proseguiva Prezzollnt - Il governo fascista. e' una nece.sal~a• storica. Esso risl)Onde a un movimento generale europeo; e' ripercussione della reazione generaJe; e Il sintomo de.I bisogno delle soci eta' occidenta.11 di sa.lva.rsl dal conru.stonJsmo, dal n1cht• Usmo, dalla dtsorganlzzaztone russa (che sono In Russia una necessita' storica; ma non da noi). 11 fa.aclsmo non ha, con Ja sua violenza, distrutto che quello che noi avevamo dtstrutto col pensiero ln venti anni di critica: la democrazia ltalla.na (pp. 294-295). Prezzolini - commentava ancora Gobetti - " non fa che accettare, sull'avvento del fascismo, i luoghi comuni della "Tribuna" e del "Mattino"". Per confonder le carte in tavola, Prezzolini assumeva poi la parte dell'uomo superiore, che, con olimpica serenità, guarda dall'alto il formicaio degli uomini in lotta feroce fra loro: Noi dobbiamo parlare agli lta.Jlani fondandoci su valori superiori a quelli della pratica e della pas.,lone politica, universali, umani. Pereto' non sa.remo contro un partito ma contro tutiU 1 partiti. Clo' non vuol dire che dobbiamo essere accomodanti. Saremo anzi sg,radevoll, e tanto plu' quanto cJ varremo d.l ragioni di cui I partiti di solito non si valgono, e di ragioni tratte da un mondo aJ quale i partiti non sogliono arrivare. Noi saremo contro ti fascismo, come saremmo stati contro U comunismo, per le sue deOclenze ldeall (p. 296). P-er essere "sgradevole" Prezzolini irrizi-ava subito la sua opposizione scrivendo che gli atti del governo fasc'ista gli parevano "in massima ottimi". (Si noti bene si ere allora a solo un mese e mezzo dalla "marcia su Roma"). Non ho mat creduto - aggiungeva - neppure per ur, momento, che Mussolini volesse fare La. pollUca Imperialista annunziata nel suoi discorsi ( ... ). Per li resto nessun ministero ha. forse ma! proposto o voluto con eguale energia. e rapldJt.a' riforme a noi care. Nessun ministero ha mal avuto una eguale volonta' di mostrare! liberista. Ne88un ministero e' plu' adat.to a risolvere 11 problema buro-- craUco. Nessun ministero e' plu' risoluto a liberarsi da spese lnutlll (p. 296). C'era, insomma, una volontà di rinnovamento e di miglioramento " che appariva chiara ad ogni persona imparziale". E lui "non poteva fare a nwno di approvarla". L'aspetto negativo del fascismo non era, per Prezzolin'i, l'abolizione delle libertà costituzionali; non erano l'olio di ricino, il manganello, gli incendi delle Camere del lavoro e le stragi compiute dalle "squadracce": era la sua insufficienza di basi teoriche. Dove Il Casclsmo manca, e dove noi dobbiamo criticare e completa.rio Il fascismo, e prepa.ra.re clo' che ne prendera' 11 1>0810, e' ti lato del pensiero. Il fascismo non pensa. Il fascismo e• la politica di una generazione di sport e di guerra. Questo e' ll suo carattere, 11 suo merito, e Insieme la sua limitazione (p.296). Per colmare questa lacuna, per "completare il ~ismo ", Mussolini - era sottinteso - avrebbe dovuto chiamare uomini come il Nostro, " commesso viaggiatore in idee". II metodo dittatoriale, allora inaugurato, se fosse continuato a lungo - riconosceva anche Prezzolini - avrebbe portato alla "diseducazione completa" del popolo italiano; ma, nonostante questo riconoscimento, concludeva la lettera riprendendo i suoi vecchi temi solo per combattere gll incitamenti di Gobetti alla resistenza attiva: Il nostro compito e• di rlmaJ,er J)OChl, tra J)OCht,con PoChl, per preparare le poche persone che, dln• nanzl alla barba.rle che sale, eia sotto torme comuntste che fasciste, negatrici del pensiero, dell'Individuo, del1e llbert.a', della. personallta' umana, Papra.nno sa.Iva.re la clvtlta' contemporanea conservandola. con il sacrificio e la rinunzia personale; per 11 quale scopo oggi e' torse plu' tempo da. conventi che da rivoluzioni (p. 297). Come Prezzolini abbia mantenuto !impegno del sacrificio personale lo ricorderò tra poco: quello che qui ora importa rilevare è Il suo funambulismo dialettico, che gli consentiva di approvare tutto quelJo che il fascismo faceva, o prometteva di fare, nel momento stesso in cui lo accumunava al comunismo, nella negazione della libertà e della personalità umana; le sue pseudo giustificazioni filosofiche della sua stessa vigliaccheria e della vigliaccheria di tutti gli intellettuali che, dietro il comodo schermo della sintesi hegeliana degli opposti, credono di potersi sostituire al Padreterno per dar ra~ione sempre a chi vince; la sua furbesca "imparzialità" che - col contrappunto di critiche generiche, astratte, e perciò inoffensive - gli serviva a dar maggior risalto ai giudizi apologetici su MussoTini e il regime. Saranno queste le caratteristiche essenziali della propaganda fascista del Nostro anche negli anni successivi. " Bisogna consola.re.I - scrisse GobetU nella J)OStllla- pensando alla feroce stroncatura e alla beffa allegra che della lettera di Prezzollnl avrebbe fatto n direttore della " Voce " '' (p. 298). UN NAPOLEONE IDEALIZZATO DAL TAINE Nello stesso mese in cui fu assassinato Matteotti (giugno 1924), Prezzolini pubblicò -nelle "medaglie" di Formigglni-uno sperticato elogio del mandante dell'assassinio; un vero "doppio brodo"; nelle cinquantaquattro pagine di questo opuscolo in venCONTROCORRENTE - Febbraio 1962
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