Controcorrente - anno XVIII - n. 28 - gen.-feb. 1962

Donne della· resistenza IrmoPedrielli-AZduocchelli Alle donne di Bologna è dedicata questa memorta di donne cadute come soldati in guerra per la Resistenza. Serva la loro testimonianza a rendere più estesa la lotta, più libera la strada verso la vittoria di un ordine nuovo, di pace, di lavoro e di libertà, non lontano ormai nell'avvenire. A Calderara di Reno come a Sala Bolognese come in tanti comuni della pianura, · il fascismo non attaccò mai bene. Nel capoluogo c'erano i padroni, s'intende, e si formò per paura o per interesse quel masso chiuso ed ottuso che tanto nei piccoli paesi che nelle grandi città ipermise per venti anni la tirannia. (Apro una parentesi: è un masso qua e là sgretolato, ma certi mattoni cotti che ancora rimangono inerti, bisogna scalpellarli ad uno ad uno. Mi riferisco alla gente strana, leggera, euforica, che dell'altra guerra non si ricorda, di una eventuale guerra futura non si è mai occupata, però quando apre bocca sia sul passato che sul presente non è che per dire una fesseria. Chiusa la parentesi). Cosi non erano le case coloniche di Calderara di Reno, nelle quali vivevano vecchi socialisti, attaccati alla terra ma coscienti di un diritto di lavoro e di libertà che in quei vent"anni gli fu assolutamente negato, e anche ogni parola e protesta furono impedite e spente dai cento modi indovuti ed ingiusti della dittatura. Rimase l'idea che non è un lume da soffiarci sopra, non si estingue anche se il flato è cattivo. Ada Zucchelli nacque nel '17 in una di quelle case, conobbe sempre la verità nuda sul fascismo. ebbe rparenti incarcerati e picchiati, fu pronta alla lotta partigiana quando fu il suo momento. Negli anni fascisti dovette venire a Bologna e imparare un mestiere: le condizioni di casa non bastavano alla vita. Fece la bustaia e divenne brava e ricercata, trovò occupazione fissa presso una ditta importante. Rimase pertanto la ragazza semplice e schietta della campagna, con la faccia bella, il corpo solido e sano, i bruni capelli densi. Voleva bene alla famiglia, non lasciava un'occasione per andare a casa, le piaceva di ritrovarsi tra le piante verdi degli alberi e i quadrati gialli del frumento o della terra lucida per l'aratura. u E' un'altra aria" diceva4 E forse disse "E' un'altra aria " il 25 luglio quando fece il capitombolo il fascismo. A tutti parve di respirare, ma fu breve ossigeno per i polmoni. L'S settembre vedemmo il passaggio dell'esercito disfatto e sbandato, poveri soldati stracciati reduci da cento tragiche avventure, che cercavano 10 di mettersi in salvo da quest'ultima, poichè già ognuno di quelli all'alto comando aveva pensato a se stesso, stava tranquillissimo con gli alleati, chiacchierava sulla fuga più vergognosa della storia, definendola con eleganza "passaggio della linea". Da quel giorno l'Ada ebbe il suo posto: insieme al nipote Roveno Marchesini, un ragazzo, pre5"' contatto coi primi gruppi di partigiani che si stavano organizzando in provincia, trasportò materiale di propaganda, viveri, armi. Nel maggio 1944 entrò con Roveno a far parte della 7.a GAP. * * * Anche l'Irma Pedrielli era nativa di Calderara di Reno e amica dell'Ada al paese. Ma venne a Bologna con tutta la famiglia cercando ognuno di trovar lavoro. A Calderara di Reno le condizioni per gli operai erano tali da non offrire alcuna possibilità, tranne quella di morire di fame. L'Irma quasi una bambina, fece l'orlatrice, un mestiere pericoloso per chi non ha buone spalle, ma lei le spalle le aveva buone e in ben altro mestiere lo dimostrò più tardi. Allora si contentava del suo piccolo salario, e intanto con le idee dei suoi e con le ingiustizie di ogni giorno la sua mente cominciò a lavorare per conto suo e a farsi una opinione molto amara contro il regime imperante. E quando ebbe superato le solite speranze del 25 luglio sfumate pericolosamente !'8 settembre, appunto per il pericolo si sentl adatta e ad esso si prestò. Fece subito quello che poteva, le sue fedeli amicizie le servirono per essere accettata, messa in opera nella lotta clandestina. Un compagno si rese conto della sua validità, era Renato Zuppiroli, partigiano combattente in seguito a Corticella, rispose di lei malgrado la sua giovane età, la portò alla 7.a GAP. * * * Essere staffette della 7.a GAP Gianni non era cosa da poco. Gli uomini della Brigata lavoravano forte, facevano cose straordinarie in una città piena di tedeschi e di fascisti, erano presenti dappertutto, lasciavano tracce evidenti del loro coraggio. Ad un certo momento il nemico sgomentato credette che a Bologna vi fossero almeno duemila partigiani, divulgò frenetico la notizia riscuotendo un successo di ilarità CONTROCORRENTE - Febbraio 1962 21

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