Controcorrente - anno XVIII - n. 28 - gen.-feb. 1962

Iberica. Soppresse ogni movimento di !rlnistra che non facesse comodo alla sua politica. Cercò ed ottenne l'appoggio del partito socialista tanto per avere un'opposizione che non fosse troppo a sinistra. Oggi, se al governo, farebbe lo stesso. Vorrebbe un partito socialista di opposizione e basta. E' cattolico ed è stato sempre in buonissimi termini con la chiesa. Cosa che rende assai sospetta la sua neutralità durante la guerra civile. Inutile dire ch'egli è tuttora nelle buonissime grazie dell'alta gerarchia cattolica la quale - ad eccezione fatta di qualche alto prelato come il titolare dell'Abbazia di Monserrat - franchista o monarchica che sia, è duramente reazionaria. Non vi è stato un vescovo che si sia dichiarato solidale con i 339 sacerdoti Baschi che nel maggio del 1960 firmarono la famosa lettera di protesta contro la miseria delle popolazioni basche ed il terrore franchista. Anche quando il Primate di Spagna, Monsignor Pia y Daniel indirizzava una le1tera di protesta al segretario del Movimento Sindacale controllato dal governo in maniera peggiore che I-o fossero le Corporazioni fasciste in Italia, la protesta del Primate patrocinava soltanto gli interessi degli aderenti ai sindacati cattolici, non in qualità di organismi in difesa degli interessi dei lavoratori, ma come strumenti di conservazione sociale. Nella lunga lettera vi si leggono brani come i seguenti: " Come lo Stato ha organizzato i sindacati ufficiali, così la Chiesa ha dovuto organizzare Associazioni Apolitiche, Associazioni Operaie, e quelle Padronali, di Azione Cattolica. Sua Santità Pio Xl ha detto che il grave scandalo della società contemporanea era l'apostasia delle m<U1seoperaie; ciò è ve.-o anche in Spagna, per lo meno per quanto riguarda le masse operaie della industria. Essendo di Barcellona posso farne testimonianza. Nell'anno 1910, l'anno dopo la cosiddetta Settimana Tragica, durante mt lungo colloquio l'insigne cardinale Mercie,· mi diceva, a Malitl<UI, che non l'aveva mol.tio sorpreso, come era accaduto a molti, l'esplosione di tale Settimana Tragica; perchè prima di essere elevato allo Episcopato aveva visitato le principali città spagnole ed aveva constatato la mancanza di operai nelle chiese che aveva voluto visitare a tale scopo. In sociologia religiosa bisogna essere realisti riconoscendo il molto di buono esistente nel cattolicesimo spagnolo ma anche le sue deficienze. In Spagna i protestanti e i non battezzati non raggiungono l'uno per mille (mentre in Francia i non battezzati sono alcuni milioni), ma i lavoratori dell'industria non praticanti che si sono del tutto allontanati dalla Chiesa sono sfortunatamente moltissimi". Altrove, dopo aver accennato a visite fatte ad organizzazioni operaie nelle Americhe, la lettera lamenta la poca considerazione che si dà in Spagna all'influenza ecclesiastica nel movimento sindacale e si addolora che: " In Spagna, uno dei pochi Stati confessionali del mondo, che ha un Concordato modello " ecc. . . le si considerano anche con sospetto. E continua: "Forse si dirà che i timori e i sospetti so,w provocatj talvolta dal linguaggio un po' radicale di qualche giornale delle Associazioni. La Chiesa è interessata come lo Stato a far si che i giornali delle Associazicmi Operaie di Azione Cattolica non assuma,w posizioni demagogiche; e se qualche volta hanno adottato espressioni eccessivam.ente radicali, sono stati ammoniti e si è cercato di rimediare. In uno Stato cattolico nel quale esiste un Concordato la ccnnpre,isione tra Stato e Chiesa è cosa facile. Tuttavia per quanto riguarda ciò che è o non è demagogico bisogna seguire la dottrina sociale della Chiesa. Direttamente e pubblicamente ho ammonito le Associazioni Operaie di Azi,one Cattolica durante la loro ultima <Uisemblea che sono da evitarsi conte demagogiche le infiltra· zioni della dottrina socialista, di odio di cl<Uise, di azione violenta, ma al contrario non si possono considerare demagogiche la legittima difesa degli interessi della cl<Uise operaia ... " Ed infine: "Non bisogna dimenticare che essendo obbligatorio per tutti gli operai spagnoli l'isc,•izione ai sindacati, ciò rende inevitabile la prnsenza nelle organizzazioni di lavoratori di ogni te11de,iza ideologica. Sappiamo benissimo che in alcune regioni vi sono lavoratori, iscritti d'obbligo ai si11da• cati ufficiali, appartenenti volontari a cellule clandestine di organizzazioni socialiste e comuniste. L' associazione Operaia di Azione Cattolica è invece soltanto formata da soci Wlontari che professano azion.e cattolica, e la vigilanza contro infiltrazioni comuniste è m<Ulsima. Non sarebbe un gran bene per lo Stato e per l'Organizzazione sindacale l'azione nelle sue file di operai cattolici praticanti. formati alla dottrina sociale della chiesaf" (Enfasi aggiunta). Il regime non si ferma a fare la sottile distinzione che fa il Primate di Spagna il quale in questa occasione, se non altro, avrebbe potuto essere abbastanza caritate·- vole di lasciare all'Opera Dei soltanto il compito di additare alla polizia di Franco dove trovare altre vittime. Intanto, nel mentre tra le vittime si contano molti catJtolici inclusi numerosi membri del basso clero della regione Basca e deJla Catalogna e tutti subiscono persecuzioni arresti e condanne per avere avuto il coraggio di protestare contro le nefandezze d,el regime, una protesta ufficiale si leva da parte della Chiesa, fosse solo in difesa dei suoi stessi servi e seguaci. Sfortunatamente Franco ha goduto per molti anni del vantaggio datogli dalle molteplici scissioni tra gli oppositori dei movimenti di sinistra. Gli italiani che hanno sofferto di tal malanno durante il ventennio, sanno quanto dannose alla loro causa sono certe lotte intestine. 18 CONTROCORRENTE - Febbraio 1962

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