Controcorrente - anno XVIII - n. 28 - gen.-feb. 1962

agente o servo del regime fascista è ampiamente documentato. Ed anche possono leggere la bella risposta che Aldino Felicani dà a Prezzolini in Controcorrente, (ottobre 1961) il quale aveva avuto la faccia tosta di chiedere al direttore di quella pubblicazione di mostrare le prove, di citare i fatti che provano che egli era un difensore del regime fascista. Vedranno con quale impudenza Prezzolini sa mentire e come cada tanto nel basso tentando di diffamare la memoria di Salvemini (per fortuna che certo sterco ricade sempre su chi lo lancia). Prezzolini fa oggi l'apologia d'un anarchico e dimentica che proprio lui si era attaccato al carro d'un regime che Berneri combatteva con tutte le sue forze; dimentica che ai vincitori di ieri egli aveva messo a servizio il suo cervello, la sua penna, mentre Berneri, il "iperseguitato" per poter continuare la lotta contro il fascismo, aveva fatto sacrificio di ,tutto se stesso: del suo amore per lo studio, della sua tranquillità, dei suoi affetti familiari. Quando un agente del fascismo si mette a fare gli elogi di una vittima del fascismo commette una cattiva azione, una grande disonestà. Ma non ci si può aspettare altro da simili individui. Prezzolini è troppo intelligente per essere in buona fede (dice ancora A. Moroni). Certo, Prezzolini non è in buona fede rievocando, come ha fatto, la figura di Camillo Berneri. Sono sicura che se non ci fossero stati gli scritti di Ernesto Rossi e di Aldino Note di . v1agg10 Felicani, Prezzollni non avrebbe cercato. fra i suoi lontani ricordi, la figura dello anarchico Camillo Berneri. Con il suo recente scritto su Il Borghese, pare che egli voglia dire: "fascista io? ma se avevo anarchici che mi erano amici! Non sono che un ·• uomo senza pregiudizi" che sa riconoscere gli anarchici buoni da quelli cattivi ed a ciascuno dà quello che si merita•·. Elbbene, se gli elogi ad un anarchico de'bbono servire a far dimenticare il passato di fascista di Prezzolini, i suoi insulti alla memoria di un uomo che Camillo e noi tutti abbiamo amato, e a denigrare altri anarchici con i quali, se Berneri vivesse, si troverebbe fianco a fianco per combattere i vari Borghese e i vari Prezzolini e tutte le forme di fascismo, Prezzolini può ben tenersi i suoi elogi. Camillo Berneri non ne ha bisogno. Ed il fossato che esisteva ieri tra coloro che erano al servizio di un regime che grondava sangue e infamie da tutte le parti e coloro che quel regime combattevano, non può essere colmato con qualche parola elogiativa verso una vittima del fascismo. Il disgusto degli onesti verso quella gente rimane tuttora int&o e profondo. anche se Prezzolini ed altri come lui, ebbero la fortuna di passare senza danno e scorno, attraverso le maglie delle Commissioni di epurazione. (E' questo tutt'altro che un titolo di gloria e di garanzia come vorrebbe presentarlo il signor Prezzolini). " Umantta• Nova" 28 Genoa.lo 1962 Giovanna Berneri FRAMMENTDIELLASPAGNAD'OGGI (Corrispondenza speciale a Controcorrente di "NOMADE") Dopo l'incidente di caccia accaduto al Caudillo, il commento generale è stato: "peccato che ad esser colpita non è stata la mano con la quale firma le sentenze di morte imposte ai suoi soggetti". Molti altri esprimevano addirittura rammarico che lo "sfortunato accidente" non si era concluso in atto del tutto giustiziere. Chiunque ha avuto il coraggio di esprimersi ha detto la sua. La maggior parte del popolo spagnolo ha sorriso sotto i baffi mentre c'è stato chi ha sentenziato: "c'è sempre qualche toro ,più duro dell'altro a cader finito". Quel che sia, il boia della Spagna continuerà ancora chissà per quanto tempo a firmare sentenze di morte per i suoi soggetti. E' quello che più conta ed è un male. Abbiamo appreso la nuova nel mentre con un amico ci recavamo a far visita alla Basilica de la Santa Cruz nella Valle de los Caidos, (Basilica della Santa Croce della \'alle dei Caduti) - il tempio di dimensioni mastodontiche scavato in una montagna rocciosa da farlo sembrare un grande tunnel stradale. E' il monumento che Franco ha eretto a se stesso in rivalità a El Escorial, Panteon ai reali di Spagna eretto da Filippo II nella metà del XVI secolo. In questo giorno il tempio, ad eccezione dei guardiani ed alcuni operai intenti a dei lavori era deserto e pareva rappresentare tutto il vuoto che è nella vita del popolo spagnolo e la pochezza dell'illuminazione del momento sembrava riflettere la notte che da 25 anni gravita su la Spagna. E' detto che in questo tempio Franco intendeva raccog!i()re tutti i caduti della guerra civile irrispettivo della parte per la quale si erano lbattuti. Doveva questo essere un atto di pacificazione una specie di patto di oblio del passato. Gli è riuscito tumularvi soltanto un numero relativamente esiguo dei suoi seguaci. Quelli che caddero combattendo per la libertà della Spagna rimangono dove furono frettolosamente seppelliti, la maggior parte in fosse anonime. Se fosse stato nelle intenzioni di Franco il seppellire nel Tempio dei Caidos le decine di migliaia di assassinati per ordine suo dopo la fine della guerra civile, queste vit16 CONTROCORRENTE - Febbraio 1962

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