Sulle ragioni che indussero Prezzolini a giurare fedeltà alla ridicola costituzione americana, "distrutta dalla teoria e dalla pratica dell'intero secolo decimonono in Europa", non ho trovato alcun cenno nelle sue memorie comparse per la prima volta sul " Borghese ". Da " Il Ponte " - Dicembre Ernesto Rossi Peccato, ma chi rilegga il numero de "Il Ponte", febbraio 1959 (Prezzolini uomo caritatevole, di Enzo Enriques A1moletti), troverà, riprodotti dal Diario di Calamandrei, qu,esti commenti di Prezzolini sugli Stati U1iiti e I.a situazione mondiale. Il 22 agosto 1939 (il giorno del trattato di alleanza tra Hitler e Stalin), Prezzolini va a trovare Calamandrei. Come commenta il Prezzolini, oggi cittadino americano, gli avvenimenti? Cosi: "Egli gioiosamente ha escluso che d'Ora innanzi ci sia questo pericolo r di guerra/, dopo il colpo decisi.vo che hanno avt~to " questi vigliacchi di inglesi e francesi. Non puoi credere la gioia che ho a=to stamani a ricevere queste notizie ...". Gli ho domandato se non pensasse che questo oolpo potesse spingere le democrazie in guerra, con l'aiuto degli Stati Uniti. Ha gridato "lo facciano lo facciano, e spariranno dalla faccia del globo! E gli Stati Uniti pagheranno per tutti: e finalmente diventeranno un popolo onesto e civile come noi... Poi, ancora una uolta, mi ha spiegato che Germania, Italia, Russia sono i popoli giovani, i popoli proletari che combattono c01ttro il ca.pitalismo (perchè, come tutti sanno, il capitalismo non esiste in Italia, feudo di Ciano, nè in Germania, nè in Giappone/. E pensare che questi è il Prezzolini che un tempo insegnava ad andare a fondo dei problemi senza contentarsi delle frasi fatte". Poi, in data 26 agosto, Prezzolini incontra Russo e gli dice--fregandosi le mani ... " tra due o tre giorni la Polonia non ci sarà piu ". (n.d.r.) Protesta ANCHLE'ELOGPUIOE'SSERUENINSULTO Il compagno A. Moroni di Milano mi scrive: "Sul Borghese del 4 gennaio c'è un articolo su Camillo Berneri scritto da Prezzo. lini; è un bell'articolo e dice un sacco di cose belle su Camillo che ha conosciuto a Parigi quando era fuoruscito antifascista, ma chi legge tutta quella prosa inzuccherata gli resta cel'tamente una idea falsa e pacchiana del nostro Berneri. Scrive che era un anarchico ma ci sono anarchici e anarchici; Camillo era appunto un anarchico buono, di quelli che si possono accogliere nella buona società e sulle colonne del Borghese e per suffragare questa tesi cita alcuni suoi brani da Volontà ed alcuni suoi giudizi intorno alla religioné e al problema di Dio, brani e giudizi che nel contesto del suo pensiero sono note di originalità ma presi isolatamente possono essere interpretati in tante maniere. Insomma, da quelle colonne sarebbero più graditi gli insulti che gli elogi. Dopo ·aver letto quell'articolo un lettore sprovveduto si chiede crune mai un tipo così a posto con la morale borghese, un tipo cosi ,per bene come appunto viene descritto, si trovasse fuoruscito in Francia e, peggio ancora, volontario in Spagna fra gli anarchici. A questo lettore non resta che concludere ch'egli si trovasse là per incidenti personali o per malintesi. L'autore deWarticolo è troppo intelligente per essere in buona fede; a conclusione dell'articolo egli propone una riesumazione dei suoi scritti specialmente dell'ultima lettera scritta alla figlia prima di morire. Sarebbe l'unico modo per smentire il suo falso ritratto e tutte le falsificazioni che si tentano sulla sua vita e sul suo pensiero". E non è stata, questa, la sola voce che mi sia giunta a questo proposito: Virgilio Antonelli, il Gruppo giovani Anarchici di Livorno, Ohessa (che mi ha fatto trovare ritornando a Nervi dopo una lunga assenza, una copia del Borghese) ed altri ancora mi hanno detto: bisogna r·ispondergli. Tutti questi compagni sanno che mai in passato ho lasciato passare in silenzio calunnie contro la memoria di Camillo lanciate da individui ignobili che del giornalismo hanno fatto un commercio e neppure qualche giudizio poco chiaro che certi storici hanno pronunciato su Oamillo e sulle sue attività. Ma debbo confessare che è la prima volta che debbo difendere la memoria di Camillo contro qualcuno che ne fa l'apologia. Gli è, come, giustamente, rileva A. Moroni, che da certe colonne (e da certi uomini) si preferiscono gli insulti agli elogi. Non ho conosciuto il sign'Ol' Prezzolini, ma posso dire, certa di non essere smentita, che egli non può vantare di essere stato l'amico di Camillo, solo perchè gli sarà capitato di incontrarlo, occasionalmente e raramente, a Parigi. E quegli incontri rari debbono risalire agli anni 1927-1928, quando Prezzolini, nei riguardi del fascismo faceva " il pesce in barile" e continuava a sfruttare negli ambienti antifascisti parigini quell'alone di simpatia che si era conquistato come scrittore an.ticonformlsta su La Voce; e prima e subito dopo la guerra, assieme a Salvemini nella lotta contro i vizi della società italiana. Ma coloro che desiderano sapere chi è realmente Prezzolini, non hanno ehe da leggere due lunghi scritti di Ernesto Rossi su Il Ponte (ottobre e dicembre 1961) in cui il suo ,passato di CONTROCORRENTE - Fèbbraio 1962 15
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