Controcorrente - anno XVIII - n. 25 - lug.-ago. 1961

Fino a qualche settimana fa c'era chi ancora attribuiva a propaganda antJ-russa, antl comunista o anti altro che si voglia la !uga di gente dall'oriente all'occidente. Ora che la fuga ha raggiunto proporzioni esodali, il governo della Repubblica Democratica ha creduto opportuno Innalzare un recinto di cemento e filo spinato per frenarla. Si è creata cosi una nuova immensa prigione dalla quale anche i poliziotti fuggono inorriditi. In Europa, di!flcile è trovare persona sana di mente che creda possibile o favorisca l'unificazione del territorio tedesco pre-Hitleriano. Più difficile ancora è trovare chi desidera il riarmo della Germania di Bonn. Unificazione e riarmo sono due obiettivi che possono essere considerati concordemente e separatamente, ma comunque li si considera, al momento sono destinati a rimanere insoluti. Troppe Indelebili memorie han lasciato la violenza del militarismo tedesco e la demenza collettiva di quel popolo che dal 1914 al 1918 prima, e poi dai primi giorni del movimento nazista flnchè Hitler trovò la meritata morte nel rifugio del sottosuolo berlinese, non han cessato mai di disturbare la pace del mondo. Chi assicura contro la resurgenza dello spirito revanchist alla prima apparizione di un altro demagogo alla Hitler? Questo spirito è già troppo latente in Germania ed in certe aree, come in Austria, trova oggi sfogo violento sotto la cappa di un irredentismo l'origine nazista. La odierna situazione tedesca è il risultato diretto della politica aggressiva da tanti anni seguita da quella nazione e, se si vuol con più chiarezza stabilire le responsabilità, dal suo governo sostenuto dalla complicità del popolo. Quando si fa tanto parlare di democrazia tedesca, orientale o occidentale, è roba da fare arricciare il naso. Dovessero i russi rallentare la corda con la quale tengono a freno quella parte della Germania sotto il loro controllo, il passaggio di questa nelle braccia della repubblica federale sarebbe istantaneo. Le baionette e tutto il resto della possanza militare russa non serviranno mai a mutare la centenaria o anche millenaria mentalità tedesca, non più di quello che servirono a cambiare la mentalità polacca con tutte le oppressioni del regime czarista o quello staliniano. Ritraiti di Partigiani La violenza non convince nessuno oltre a generare altra violenza ed in un mondo pieno di violenza e minacciato di distruzione istantanea, la cosa ha nessun valore. Tra militarismo tedesco e militarismo russo non v'è da scegliere. Come nulla c'è da scegliere tra le minacce di violenza armata dei due blocchi in contesa. Il militarismo non si arresta di fronte a nessun orrore. E' di questi giorni la ll)Ubblicazione fatta a Mosca di documenti segreti dell'organiz· zazione militare del Medio Oriente (CENTO>. Trattasi di preparativi difensivi contro l'Unione Sovietica. Nei piani, a secondo dei documenti considerati autentici e fin'ora da nessuno smentiti, oltre alla distruzione con ordigni atomici di una quarantina di centri russi, si contempla anche la distruzione di certe zone degli stessi paesi partecipanti al patto: nell'Iran, Irak, Afganistan e Pakistan. Questo, suppostamente. per prevenire una possibile avanzata di forze sovietiche presso quel paesi, la Turchia ed il Mediterraneo. Quale effetto la radiazione verrebbe ad avere in vastissime zone non coinvolte nella alleanza, rimane preoccupazione di nessuno. Più si apprende della mentalità militare, meno si riesce a comprenderla, maggiormente si rivela terrorizzante. Orientali ed ,occidentali si scambiano le stesse accuse; il tutto si trama e si pianifica in omaggio al principio di difesa nella presunta ipotesi che ad attaccare per il primo sarà l'altro miscreante. Chi sarà stato ad attaccare per il primo, anche nella lontana ipotesi che vi saranno dei superstiti, non si saprà mal. Ci son tante maniere per far ricadere la colpa sull'altro. E' un giuoco pericoloso da ragazzi permalosi. Intanto si minaccia la distruzione di buona parte dell'umanità se non tutta. Ingordigia e stUJpidità umana sono sempre state alla base delle più grandi sciagure prodotte dall'uomo. Sopravviverà, per ;I diletto delle future generazioni il ricordo del monumento eretto a Berlino dall'ultima grande dimostrazione dell'imbecillità dell'uomo? Povera umanità! ... Talvolta uno si domanda: val davvero la pena di salvarla? Nomade ANNA MARIA (Stella Rossa, Appennino). E' alta, sottile e bionda. Porta una camicetta verdissima <seta di paracadute tinta), un paio di pantaloni alla zuava, scarpe grosse e chiodate. E' dolce e sentimentale - sa quasi tutto il Leopardi a memoria. Qualche volta, dopo il tramonto, guarda le valli che si vanno riempiendo di nebbia, il cielo rosso è perlato, il cerchio delle montagne, e si leva i pidocchi, schiacciandoli con una certa sua particolare ed antica esperienza - intanto recita "La Ginestra ". Nel combattimento di Monte Sole ha guidato un plotone di ragazze ad un Irruente attacco, uccidendo personalmente sei tedeschi. Dice che non vede l'ora di sposarsi per mettere al mondo dei bambini - ha già i nomi pronti: Vendicatore, Giacomo, Lupo, Antonietta. Quest'ultimo non c'entra con la forma del suo spirito; ma le piace tanto, è innamorata dell'infelice regina di Francia. (dai: Ritratti di Partigiani, di Francesco). AGOSTO 1961 37

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